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Dalle rovine della Seconda Guerra Mondiale alla società contemporanea. Il ruolo straordinario e commovente dei nostri genitori

Dalle rovine della Seconda Guerra Mondiale alla società contemporanea. Il ruolo straordinario e commovente dei nostri genitori
Titolo Dalle rovine della Seconda Guerra Mondiale alla società contemporanea. Il ruolo straordinario e commovente dei nostri genitori
Autore
Argomento Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)
Editore CSA Editrice
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 160
Pubblicazione 07/2024
ISBN 9788893542708
 
14,90

 
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"Questo libro narra le vicende della vita dei miei genitori, nei loro tratti personali e sociali, inquadrate nel secondo dopoguerra. Mio padre, estremamente concreto e realista, agisce in funzione di una numerosa famiglia calabrese che conta 8 figli e a cui cerca di assicurare di che mangiare con i pochi mezzi disponibili, forniti da una piccola attività mercantile basata sul commercio al minuto di cereali e legumi. Mia madre, invece, oltre a essere degna compagna di mio padre nell'assicurare alla numerosa prole ogni ben di dio di prodotti fatti in casa (pane, salsa di pomodori, derivati della carne di maiale come salsicce, soppressate, strutto, ecc.), si distingue per la sua visione culturale, nonostante abbia frequentato la scuola fino alla terza elementare (amava ripetere: "a scola è scola"), e così induce tutti noi figli a studiare, a conseguire almeno un diploma, a eccezione di me che conseguo la laurea in economia e proseguo in un'eccellente carriera accademica. Questo libro però è anche un atto documentale importante di ricostruzione del tessuto sociale di un paese meridionale a partire dall'immediato secondo dopoguerra. Un paese, Cutro, che presentava i drammi della povertà e delle numerosissime disfunzioni dovute alla mai risolta questione meridionale, che, anzi, sotto il fascismo si era pesantemente aggravata. E pure in quella congerie di durezze lavorative, di asperità quotidiane, di necessità di lottare per sopravvivere, le persone trovavano modi differenti per inventarsi dei mestieri e tirare avanti, e per non essere macchiati dal disonore di essere definiti degli scansafatiche. "Virdurari, agrizzari, vermiturari, carvuneddrari", tutti mestieri che pronunciati in vernacolo cutrese assumono una loro significatività particolare e aprono uno squarcio su quanto, sino agli anni Sessanta, era importante per gli abitanti di un paese bracciantile meridionale sfruttare al meglio le risorse della terra, e non solo della terra, che era stata espropriata ai latifondisti" (l'autore)
 
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