Secondo le testimonianze antiche, il fine dell'insegnamento proposto da Platone ai suoi discepoli era la conoscenza dei principi primi rappresentati dall'Uno e dalla Diade Indefinita. Inoltre sembrerebbe che il filosofo nelle sue lezioni fosse solito definire l'Uno la misura esattissima di tutte le cose. Nondimeno, nelle prime fasi della discussione del Filebo, un dialogo della tarda maturità, Platone introduce il concetto di misto, una nozione tutt'altro che marginale in cui convergono diversi nodi teorici della sua riflessione: dalla struttura ontologica della realtà, alla definizione della vita buona, fino alla ricerca del fondamento ultimo del reale culminante appunto nella teoria dei principi. Questo studio mostra come tale nozione possa essere osservata come una legge necessaria e universale alla quale lo stesso Uno risulta essere vincolato perché possa manifestare la sua potenza. Così, non solo l'Uno, ma anche il misto può essere definito come "Legge della misura". Ma quale poteva essere allora il senso del tirocinio filosofico proposto da Platone nei suoi insegnamenti? Quale significato assume la conoscenza dei principi quando la si indaga nella sua dimensione pedagogica? Cosa implica per l'uomo (di ieri e di oggi) conoscere la misura?
La legge della misura. Indagine sulla nozione di «misto» nel Filebo di Platone
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| Titolo | La legge della misura. Indagine sulla nozione di «misto» nel Filebo di Platone |
| Autore | Giovanni Citrigno |
| Argomento | Scienze umane Filosofia |
| Collana | Biblioteca di scenari, 23 |
| Editore | La valle del tempo |
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| Pagine | 208 |
| Pubblicazione | 11/2025 |
| ISBN | 9791257430313 |

