Esistono le passioni giuridiche? Passioni che fanno del diritto il loro oggetto preferito? La letteratura risponde positivamente a questa domanda; vi si scopre in effetti una straordinaria galleria di personaggi “pazzi per il diritto”, che rivelano nei suoi confronti un desiderio, una paura o un odio, irrazionali e smisurati. A volte l’eccesso di diritto minaccia quando si provocano litiganti attaccabrighe, giudici compulsivi, funzionari pignoli, legislatori dogmatici, creditori o debitori ossessivi. Altre volte, è la mancanza del diritto a provocare il caos, sia che lo si disprezzi, come Sade che lo sostituisce con una legge perversa, sia quando si è consumati dalla sua assenza, come Kafka che ne coglie solo frammenti snaturati. Ma ciascuna di queste passioni pericolose non è che il lato patologico delle passioni positive. Non resta allora che separare le passioni civili dalle incivili. Smuovere le prime per rafforzare il legame sociale, e offrire una liberazione catartica alle seconde. Tra i tanti, Aristofane, Cervantes, Shakespeare, Racine, von Kleist, Balzac, Dostoevskij, e Camus, sono chiamati al banco dei testimoni.
Il diritto, oggetto di passioni? «I crave the law»
Titolo | Il diritto, oggetto di passioni? «I crave the law» |
Autore | François Ost |
Traduttore | Serena Minnella |
Argomento | Diritto Giurisprudenza e argomenti d'interesse generale |
Collana | Centro di ricerca estetica del diritto, 4 |
Editore | Giappichelli |
Formato |
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Pagine | 136 |
Pubblicazione | 10/2019 |
ISBN | 9788892129559 |