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Il cinema per me era tutto il mondo. Italo Calvino spettatore

Il cinema per me era tutto il mondo. Italo Calvino spettatore
Titolo Il cinema per me era tutto il mondo. Italo Calvino spettatore
Autore
Collana Gli alberi. Saggi
Editore Galaad Edizioni
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 338
Pubblicazione 08/2022
ISBN 9791280737113
 
18,00

 
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"L'attività dello sguardo cinegrafico di Italo Calvino è stata oggetto, nel corso degli anni, d'una serie di considerazioni, spesso illuminanti, a partire dal lavoro collettivo coordinato da Lorenzo Pellizzari, fino a più recenti contributi o monografie (ad es. Santoro o Zinato). In questo campo denso d'indagine, per nulla ovvio peraltro (data la scarsità dell'apporto diretto, da parte dello scrittore, al lavoro filmico), lo studio di Zazzini, studioso giovane e valentissimo, s'inserisce del tutto autorevolmente: tramite una ricognizione originale, e davvero a tutto campo, nelle più riposte pieghe della pratica calviniana. Seguendo la traccia segnata nella celebre Autobiografia di uno spettatore, lo studio rileva i modi in cui fin dalla giovanile formazione cinéphile (dettagliatamente documentata, anche con reperimenti di materiali finora ritenuti dispersi, risalenti a prima e dopo la Guerra) lo schermo abbia determinato parti significative dell'immaginario di Calvino, finanche nel trasmettersi d'un mito del femminino, già vagheggiato nell'incipiente star-system anni '30 ma riemergente in filigrana in zone significative della sua produzione narrativa. E questo, concentrando l'analisi sui vari "ritorni" in sala, dagli anni '50 ai '70 - dall'ufficialità veneziana della Mostra, alle proiezioni d'essai nel periodo parigino - in uno spettro di implicazioni (tra osservazione e auto-osservazione) che lo studio rileva con attenzione e acutezza; e che oggettiva anche tramite l'assai ampio ed esaustivo repertorio qui posto a coronamento. Nell'ampiezza di ricognizione e rigore d'analisi, il lavoro di Zazzini costituisce un nuovo e del tutto rimarchevole strumento d'accesso a un paesaggio labirintico quanto (apparentemente) battuto come quello di Calvino, dalla presa stessa in movimento del suo sguardo; un "percorso parallelo" tra quei sentieri, del quale sarà difficile fare a meno." (Tommaso Pomilio)
 
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