Corpi (dis)organizzati dice di come alcuni -ismi perimetrano il vagabondare di pensieri, prassi. Identità. Così, il passo si fa linguaggio, disciplina, norma. Ché lo stare è bello. Ma anche protendersi. Oltre il perimetro. Corpi (dis)organizzati racconta della materia(lità) ribelle che trabocca, vanifica i paletti dei demiurghi d’ogni tempo. Di tempo in tempo. Così, la mescolanza di valore(i) e di lavoro è futuro o antichissimo mestiere. Di ognunə..., Nessunə. Corpi (dis)organizzati è invito a immaginare anche, altri con-fini: fini? Appunto. Intreccio con mezzi condivisi per un vivere comune. Quindi non solo stare, anche restare, stare-insieme. Co-abitare. Perché l’esistere è qui e ora. Incontro, senza preliminari. Perché i nostri corpi sono irrimediabilmente esposti: in mostra, scoperti, riferiti, raccontati. Se ne consiglia la lettura a chi ama perdersi in labirinti. Senza, per questo, sentirsi prigionierə. Se ne sconsiglia la lettura a chi crede che l’organizzare non abbia nulla a che fare con il colore degli umori. Con la dolciastra nausea sulle mani. Con gli odori. I sudori. Insomma, che sia rigore astratto. Atroce, senza alcun riscatto. Prefazione di Luigi Maria Sicca. Posfazione di Melissa Tyler.
Corpi (dis)organizzati. Etica lavoro e organizzare femminista
Titolo | Corpi (dis)organizzati. Etica lavoro e organizzare femminista |
Autore | Daniela Pianezzi |
Prefazione | Luigi Maria Sicca |
Collana | Punto org, 99 |
Editore | Editoriale Scientifica |
Formato |
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Pagine | 228 |
Pubblicazione | 12/2022 |
ISBN | 9791259764881 |