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Jacopo Baboni Schilingi. Identigraphies. Catalogo della mostra (Roma, 22 giugno-20 luglio 2018)

Jacopo Baboni Schilingi. Identigraphies. Catalogo della mostra (Roma, 22 giugno-20 luglio 2018)
Titolo Jacopo Baboni Schilingi. Identigraphies. Catalogo della mostra (Roma, 22 giugno-20 luglio 2018)
Curatore
Argomento Arti, cinema e spettacolo Storia dell'arte: stili artistici
Editore Kappabit
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 74
Pubblicazione 06/2018
ISBN 9788894361810
 
18,00

 
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Le opere illustrate in questo volume sono il risultato di una ricerca condotta dall’artista lungo oltre un decennio. È lo stesso JBS a raccontarne l’origine e le motivazioni: «Dal 2007 scrivo le mie partiture di musica su corpi di uomini e di donne. In principio si trattava di esperimenti che si sono trasformati in modo permanente in una nuova pratica della scrittura. Scrivo le mie creazioni direttamente sulla pelle di corpi denudati. Uomini e donne vengono nel mio studio affinché io possa scrivere la mia musica su di loro. La nudità, la pelle, la porosità, la prossimità della pelle portano con sé la sensazione implicita dell’essere vicino, prossimo, dell’essere in contatto, quasi la sensazione di sentire respirare la pelle. Scrivo quindi a mano con dell’inchiostro. Ma questo supporto, il corpo umano, è tutt’altro che effimero, non posso certo “annullare” quello che scrivo. La correzione è bandita. L’incidente deve sempre essere preso in considerazione, ma senza poter correggere. Integrandolo. Assumendolo. Il presente della scrittura viene preservato dall’impossibilità di correggere, attraverso la “sacralità” della nudità dei modelli di fronte a me». Una ricerca non soltanto artistica, dunque, ma anche filosofica, che muove dalla volontà dell’artista di dare una seconda pelle alla sua musica, con un’intenzione ben precisa: «Voglio che si leggano, nella mia scrittura, tutte le intenzioni emotive, etiche, filosofiche, umane, sentimentali del mio essere artista. E la musica come “concerto” non mi basta più. È diventata per me insufficiente. Voglio far vedere tutte le intenzioni che mi hanno spinto a scrivere un passaggio musicale. E se il concerto è insufficiente, altrettanto lo è la fotografia». In questo processo risulta evidente come l’elemento tecnologico giochi un ruolo tutt’altro che marginale: «dopo essermi formato alla calligrafia e alla fotografia, ho scelto una nuova tecnica: fotografie digitali, stampa al carbone su carta pregiata con emulsione applicata a pennello. Ancora una volta tecniche antiche in contrappunto a tecniche contemporanee. Queste due tecniche (quella della stampa al carbone e quella che prevede l’applicazione a pennello, mutuata dalla stampa al platino-palladio) sono, per loro natura, separate. Da una ho recuperato l’idea di “pennellare” la carta su cui verrà impressa la fotografia della mia musica scritta sul modello e dall’altra la fisicità della materia del carbone».
 
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