Di questo grande trovatore (vissuto nella seconda metà del XII secolo) che Dante colloca fra i lussuriosi del Purgatorio, mettendogli in bocca un ampio discorso in provenzale, ci è rimasto un breve ma compatto canzoniere che giustifica appieno la definizione dantesca di «miglior fabbro del parlar materno» e l'elogio petrarchesco del suo «dir strano e bello». Domina infatti in questi versi una strenua ricerca metrica e stilistica, che fissa in gelide astrazioni i paradossi e i rituali dell'amore cortese. L'itinerario iniziatico della fin'amor si risolve qui nella dura ed esaltante opera della creazione poetica, che diventa un imperativo assoluto: «Debbo fare più di ogni altro una canzone di tal fattura che non ci sia parola impropria né verso senza rima». E questa ricerca culmina nel virtuosismo arcano e incantatorio della sestina, dove il ritorno ossessivo delle stesse sei parole-rima esprime mirabilmente il circolo vizioso del desiderio erotico: un modello metrico che sarebbe poi stato imitato da molti grandi poeti, da Dante e Petrarca fino a Ungaretti.
L'aur'amara. Testo provenzale a fronte
Titolo | L'aur'amara. Testo provenzale a fronte |
Autore | Arnaut Daniel |
Curatore | Mario Eusebi |
Argomento | Poesia e studi letterari Letteratura: storia e critica |
Collana | Biblioteca medievale, 52 |
Editore | Carocci |
Formato |
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Pagine | 166 |
Pubblicazione | 02/2019 |
ISBN | 9788843096039 |