Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il medico nazista Josef Mengele, il cosiddetto «Angelo della morte», noto in tutto il mondo per i suoi esperimenti crudeli e per aver mandato migliaia di persone nelle camere a gas ad Auschwitz, iniziò una fuga lunga trentaquattro anni. Fino alla sua morte riuscí a sfuggire alla giustizia con grande astuzia e grazie anche a salde amicizie. Così Mengele creò la sua «Baviera tropicale», un luogo dove poteva parlare tedesco, mantenere le sue convinzioni, i suoi amici e il suo legame con la patria. Come mai tutto ciò è venuto alla luce così tardi? Perché Mengele era sostenuto da un'efficacissima rete di conoscenti e complici. Tra questi l'austriaca Liselotte Bossert, che mantenne a lungo il segreto su uno dei più spietati aguzzini del nazismo. Quando, nel 1985, questa vicenda affiorò e il mondo finalmente scoprí dove si trovava Josef Mengele, Liselotte insegnava alla scuola tedesca a San Paolo, e una delle sue allieve era proprio Betina Anton, che allora aveva sei anni e che oggi ha scritto questo libro.
Nascondere Mengele. Come una rete nazista ha protetto l’«Angelo della morte»
novità
Titolo | Nascondere Mengele. Come una rete nazista ha protetto l’«Angelo della morte» |
Autore | Anton Betina |
Traduttore | Sara Cavarero |
Argomento | Scienze umane Storia |
Collana | Einaudi. Passaggi |
Editore | Einaudi |
Formato |
![]() |
Pagine | 320 |
Pubblicazione | 09/2025 |
ISBN | 9788806265656 |