Pontificio Istituto Biblico: Analecta Biblica
Be merciful like the father. Exegesis and theology of the Sermon on the plain (Luke 6,17-49)
Clifard Sunil Ranjar
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2017
pagine: 352
Trasformati in Cristo. L'antropologia paolina nella lettera ai Galati
Edoardo M. Palma
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 488
Il dibattito suscitato nel corso degli ultimi decenni intorno alla visione antropologica di Paolo, lascia emergere alcune questioni di primaria importanza. In particolare, riguardo alla prospettiva di partenza, come pure in merito all'interpretazione della vita nuova in Cristo, con delle inevitabili ripercussioni anche sulla ricerca del fondamento ultimo delle esortazioni etiche dell'Apostolo. L'analisi esegetica di alcuni passi selezionati di Galati (2,14b-21; 3,1-5; 10-14; 26-29; 4,1-7; 5,1-6; 16-25), ha permesso di operare una valutazione critica delle posizioni emerse nel corso degli anni, facendo altresì emergere un tutta evidenza la natura Cristo-logica della visione antropologica di Paolo. Anzitutto riguardo al punto di partenza, laddove la prospettiva Cristo-gonica (che nasce, cioè, da Cristo) viene ulteriormente avvalorata con la definizione della dispositio retorica di Gal 3-4.Inoltre, l'approfondimento del rapporto salvifico tra il credente e Gesù in senso Cristo-morfico (per cui l'esistenza del battezzato viene "trasformata" in quella di Cristo), costituisce anche la base dell'etica cristiana. L'uomo "in Cristo" cammina, infatti, verso la progressiva realizzazione in se stesso della medesima vita di Gesù.
Costruire dialogando. Mt 21-27 e Zc 9-14 tra intertestualità e pragmatica
Mirko Montaguti
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 552
Molte volte l'indagine esegetica ha affrontato la relazione tra il Deutero-Zaccaria e i vangeli della passione. Ha senso affrontare il tema ancora una volta? Certamente no, se questo significa precisare nuovamente la dipendenza genetica dagli oracoli profetici delle tradizioni o delle redazioni evangeliche. Ma se l'obiettivo è invece quello di analizzare il senso e la funzione di questa relazione, allora il campo di lavoro è aperto e affascinante. Il presente studio si concentra cosi sui testi di Zc 9-14 riconosciuti come intertesti di Mt 21-27, per ascoltane le risonanze di significato dentro la comunicazione portata avanti dal primo vangelo. È anche mediante questa relazione intertestuale, infatti, che viene costruito il lettore modello di Matteo. In considerazione di ciò, l'approccio metodologico utilizzato nell'analisi è decisamente innovativo. Esso infatti si muove nell'ambito dell'intertestualità, intendendo quest'ultima però come un preciso strumento pragmatico provveduto dall'autore modello. L'analisi è funzionale ad una sintesi che rilegge complessivamente la strategia intertestuale nella sua funzione comunicativa; essa inserisce in particolare alla comprensione della dinamica teologica del "compimento", nonché ad una ridefinizione che il lettore modello è chiamato ad operare circa il volto del Messia e i tratti caratteristici della comunità radunata intorno a lui.
"Perché mi hai inviato?" Dalla diacronia redazionale alla dinamica narrativa in Es 5,1-7,7
Laura Invernizzi
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 516
Le asperità della sezione di Es. 5,1-7,7, sono state interpretate, nelle indagini source-oriented, come discontinuità dovute alla complessa storia di formazione del testo. È questa l'unica possibile spiegazione? Prendendo atto in modo radicale del carattere narrativo della sezione e nel solco della teoria di Meir Sternberg, questo studio propone un'analisi dettagliata della sezione, evidenziando e illustrando alcuni elementi di poetica narrativa del dialogo, non ancora presenti nei manuali, e mostrando che, in una ricerca discourse-oriented, le asperità del testo contribuiscono alla dinamica narrativa basata su curiosità, suspence e sorpresa. Il close reading evidenzia anche che la continuità della sezione è legata all'emergere del tema della conoscenza di Dio (essenziale per la teologia del racconto) e alla presenza diffusa del fenomeno della citazione del discorso diretto. Rispondendo alla domanda di Mosè, infatti, il personaggio divino riconfigura la trama del racconto, inserendo l'intreccio di azione (la liberazione) in un più ampio intreccio di rivelazione (conosce Yhwh come colui che fa uscire dall'Egitto) e crea Mosè, in piena crisi vocazionale, suo mediatore mediante le citazioni. Le citazioni creano altresì una particolare dinamica narrativa, che permette al lettore di appropriarsi dei presupposti teologici della storia: la parola divina fa la storia; immessa nelle parola degli uomini può venir disprezzata o ravisata, tuttavia essa crea l'intreccio e lo conduce alla conclusione.
My chosen instrument. The characterisation of Paul in Acts 7:58-15:41
Luke Macnamara
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 504
La peshitta del secondo libro di Samuele
Mirko Pozzobon
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 590
Quali sono le caratteristiche dell'antica traduzione in siriaco, detta Peshitta, al secondo libro di Samuele? In che termini, e con che attenzioni, si può confrontare una traduzione con il testo originario? A partire da questi interrogativi si snoda il presente lavoro, che confronta il testo siriaco con l'ebraico, mettendo in luce quei passi in cui il siriaco prende le distanze dall'ebraico. Le differenze sono state inserite in varie categorie: plus, minus, differente Vorlage, differente vocalizzazione, errori nel corso della traduzione o della trasmissione del testo, armonizzazioni, assimilazioni, parallelismi, correzioni di tipo logico, ecc. Rispetto ad altri lavori di questo tipo, tuttavia, non ci si è fermati al compilare degli elenchi di varianti, ma ci si è sempre chiesti quali sono gli effetti globali che tali varianti procurano alla narrazione. È questa la direzione che dovrebbe prendere ora lo studio delle antiche versioni della Bibbia. Se è vero che la ricerca delle varianti ha a che fare con il frammento, e che il lavoro esegetico prevede un'attenzione al dettaglio che è propria di ogni detective, è anche vero che la rilettura della traduzione siriaca alla luce di tali varianti permette di recuperare uno sguardo d'insieme sulla "nuova" narrazione di 2 Samuele come ci è consegnata dalla Peshitta. I risultati più significativi che sono emersi riguardano una rilettura in siriaco della figura di Davide e della figura di Dio.
Gesù, messaggero del Signore. Il cammino di Dio dall'Esodo al vangelo di Marco
Paolo Rocca
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 736
Ecco, mando un messaggero davanti a te (cf. Es 23,20; Mc 1,2): di chi si parla in questi testi? qual è la vera identità di questo messaggero? Questa indagine ripercorre inizialmente il viaggio dell'esodo, cercando di seguire non tanto il cammino di Israele, quanto quello di YHWH: anche Dio compie il suo exodus e, mentre cammina, si rivela. Mettersi sulle sue tracce vorrà dire incontrare la figura del suo "messaggero". Dopo aver affrontato i testi del Pentateuco, queste pagine s'inoltrano nel vangelo di Marco. Il racconto inizia richiamando proprio la "via del Signore" (Mc 1,3), donando cosi al lettore una preziosa chiave d'accesso per cogliere il significato del cammino di Gesù, che percorrerà l'intero vangelo. Nel suo complesso, la ricerca mette in luce il dialogo tra il racconto di Marco e alcuni testi dell'Antico Testamento, suggerendo alcune strade teologiche e cristologiche.
The implications of Davidic repentance. A synchronic analysis of book 2 of the Psalter (Psalms 42-72)
Stefan M. Attard
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 548
Dio d'Israele e dei popoli. Anti-idolatria e universalismo nella prospettiva di Ger 10,1-16
Antonio Favale
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2016
pagine: 696
La pericope di Ger 10,1-16 assomma numerosi motivi di interesse, per via del suo singolare impianto letterario e teologico. Non sono molte infatti le pagine che nel Primo Testamento ci consegnano un ritratto a tutto tondo del Dio d'Israele: anzi, il tentativo "sistematico" di delineare la natura, presentando i suoi tratti distintivi in una serie di immagini in dissolvenza - con l'obiettivo che sfuma ripetutamente tra YHWH e gli Dèi degli altri popoli - è un caso unico nella Bibbia. A fronte di ciò, la netta discordanza tra le due forme attestate (TM e LXX) è la prova di una vicenda redazionale alquanto intricata, come anche si evince dalla testimonianza diretta dei manoscritti geremiani rinvenuti a Qumran. Gli esiti della ricerca toccano questioni cruciali, sul versante sia analitico che tematico. Circa la problematica testuale, tutti gli indizi spingono a collocare Ger 10 tra gli esempi di "profezia scribale", riconoscendo nella forma attestata dal TM il punto di arrivo di una riscrittura che presuppone la forma breve della LXX come tappa anteriore. Sul piano del senso, si intuisce la forza pragmatica della critica agli idoli, che interroga anche il nostro modo di concepire Dio e di corrispondere alla sua rivelazione storica, mentre affiora la rilevanza teologico-sapienziale di un messaggio universalizzante, capace di condurre Israele e le genti al riconoscimento di YHWH come Dio vero.
La testimonianza necessaria. Paolo, testimone della salvezza universale a Roma in AT 28, 16-31
Antonio Landi
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2015
pagine: 462
La finale del libro degli Atti degli Apostoli rappresenta per gli studiosi un vero e proprio enigma. Il lettore prova un senso d'insoddisfazione per la conclusione del racconto, poiché nulla si dice del processo e della morte di Paolo. La reticenza lucana si estende anche al tema dell'evangelizzazione fino ai confini della terra e all'esito del conflitto cristianesimo-giudaismo. Pur senza trascurare tali questioni, il nostro studio intende concentrarsi sul ruolo narrativo conferito da Luca a Paolo. La scelta di terminare la sua duplice opera (Luca-Atti) con l'immagine dell'apostolo che evangelizza a Roma, risponde a nostro avviso a tre istanze narrativo-teologiche: 1) modellato in prospettiva cristologica, Paolo prosegue la missione del Cristo, da cui è stato eletto per divenirne testimone; 2) nel ritratto di Paolo, Luca condensa il progetto identitario della cristianità cui egli stesso appartiene; 3) attraverso la descrizione dell'attività testimoniale di Paolo a Roma, il narratore intende tracciare un profilo esemplare per il suo lettore.
«Ma io ricorderò la mia alleanza con te»: la procedura del rib come chiave interpretativa di EZ 16
Ombretta Pettigiani
Libro
editore: Pontificio Istituto Biblico
anno edizione: 2015
pagine: 464
La presente monografia esegetica è totalmente dedicata a Ez 16, testo profetico di grande potenza espressiva e di alto valore teologico. Il punto di vista adottato è lo studio del genere letterario. Si è potuto verificare che le numerose proposte fatte in merito risultano insufficienti a spiegare il testo in tutte le sue componenti, mentre la lettura del capitolo come controversia bilaterale (rîb) consente di coglierne l'unità e di dare ragione del tipo di linguaggio utilizzato. Si è mostrato come Ez 16 si snodi ponendo in sequenza ricordo dei benefici (rîb di difesa), accuse e annuncio della punizione, promessa di cambiamento (in positivo), secondo la logica tipica della lite bilaterale. Inoltre, numerosi elementi sono stati meglio compresi adottando tale prospettiva: il ricorso ad un notevole rivestimento metaforico (Gerusalemme figlia e sposa di Yhwh) utilizzato per convincere; l'impiego di un linguaggio forte che vuole suscitare una reazione dell'accusata e a consentirne il pentimento; la descrizione di una punizione che, seppur estrema, viene ampiamente contestualizzata perché possa essere riconosciuta giusta e, per questo, accettata, ecc. In particolare, la seconda parte del testo (vv.44-63), con il suo ribadire le accuse e l'apertura al perdono, assume pienamente il suo senso solo nella prospettiva del rîb, là dove chi accusa non punta alla distruzione dell'avversario ma a far sì che la relazione possa ristabilirsi in un contesto di verità...