Marcos y Marcos: Il mondo è pieno di gente strana
Il medico, la moglie, l'amante. Come Cechov cornificava la moglie-medicina con l'amante-letteratura
Fausto Malcovati
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2015
pagine: 218
Medico al servizio degli altri, si mantiene facendo lo scrittore. Racconti e raccontini gli vengono facili e ci sono giornali che li pagano molto bene. Alcuni sono belli, altri meno, del resto ne scrive tanti e non sempre li firma con il suo nome. Una lettera gli cambia la vita: voi avete un talento straordinario, gli scrive uno scrittore anziano e autorevole, lo dovete rispettare. Impegnatevi di più, scrivete di meno, smettete di nascondervi dietro gli pseudonimi e la fretta. È la spinta che Cechov aspettava. Il tempo che dedica alla scrittura non gli sembra più rubato, adesso: rallenta la produzione e approda anche al teatro, da sempre un chiodo fisso. Scrive da bravo medico, partendo dall'osservazione, dalla diagnosi, dai discorsi della gente che non si stanca mai di ascoltare: sul palcoscenico i suoi dialoghi sono materia viva. La prima del Gabbiano è un fiasco doloroso, rischia di allontanarlo dalle scene; ma il mondo del teatro, che può dimostrarsi traditore, lo vuole e continua a chiamarlo. Il teatro gli contende anche Ol'ga, il suo amore unico e tardivo: lei è una grande attrice e deve stare a Mosca, lui è ormai troppo malato per quel freddo impietoso. Nelle loro lettere una conversazione tenera e profonda che nemmeno la morte può fermare. In queste pagine c'è un uomo che porta sulle spalle le sue fatiche, e leggerissimi, sulla punta delle dita, mille personaggi che parlano, amano, si sposano, viaggiano, discutono e vivranno per sempre.
Sono socievole fino all'eccesso. Vita di Montaigne
Ugo Cornia
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2015
pagine: 174
Evita gli impegni mondani, il potere è per lui un piacere fiacco; è sempre in cerca di cose nuove e sconosciute. Ha un amico, La Boétie. Con lui, si abitua a essere in due dappertutto, e la sua morte lo lascia a metà. Non siamo mai un uno, siamo sempre la metà di qualcos'altro, siamo tante metà, dieci metà o quindici metà. Un navigatore porta tre indigeni americani alla corte del re: Montaigne vuol sapere cosa pensano di noi. Pensano che è strano che metà della popolazione sia satura di agi, e l'altra metà sia bisognosa, smagrita dalla fame e dalla povertà; ancora più strano che le metà bisognose non diano fuoco alle case delle metà agiate. La giustizia del resto non funziona, troppe leggi allontanano dalla verità. Adottiamo una nuova formula di sentenza: "La corte non ci capisce niente". In tempi di guerre civili, spiazza i nemici trattandoli da amici, vuole inventare possibilità di 'non guerra'. Il padre era un uomo forte, e d'ingegno molto fine; invece di lasciargli in eredità il suo senso pratico, gli lascia il mal della pietra. Le coliche sono lunghe e penose, gli tolgono la voglia delle donne. Montaigne diffida dei medici, dice che ci insegnano a star male per imporci la loro autorità. Quel che ci piace ci fa bene, così lui si mette in viaggio: Parigi, Svizzera, Germania e poi l'Italia. E di locanda in locanda, di terme in terme, un susseguirsi di acque, dolori, stranezze e meraviglie; la felicità di un uomo curioso del mondo fino all'ultimo respiro...