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Einaudi: SUPER COR. STRA.

L'unica storia

L'unica storia

Julian Barnes

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2018

pagine: 237

Un'estate dei primi anni Sessanta, rientrato per le vacanze nei sobborghi londinesi dove vive con i genitori e afflitto dalla noia placida e solitaria dei suoi diciannove anni, Paul Roberts accoglie il suggerimento materno di iscriversi al circolo del tennis. Ma al suo primo torneo di doppio, anziché con uno dei vari indistinguibili Hugo, con una delle brune coetanee Caroline che avrebbero fatto la felicità della signora Roberts, il sorteggio lo accoppia con Susan Macleod. Alta e scanzonata, sicura in campo e affascinante, Susan ha un marito, due figlie e grossomodo l'età di sua madre. Con lei Paul inizia una relazione scandalosa che lo traghetta nella vita adulta e lo cambia per sempre. «Ed è così che vorrei ricordare ogni cosa, se solo potessi», lamenta il narratore, rievocando dalla prospettiva della vecchiaia gli esordi di quella sua travolgente storia d'amore: l'euforia dell'anticonformismo, l'ebbrezza del sesso, la fuga, il nuovo inizio. Ma le storie non sono mai davvero uniche, né univoche, e nel match giocato da Susan e Paul, quello della donna navigata con il suo bel-ami non è che il primo set. Per il secondo, il narratore, abbandonata la presa diretta dell'adolescenza, sceglie lo sguardo esterno di un tu ideale, che diventa impassibile terza persona nell'ultima parte del libro. Man mano che «lo strepito dell'io» si acquieta, ci racconta della costellazione di altre storie, tutte legittimamente uniche, che circondano i due amanti: il grottesco marito di Susan, Mr E.G., per il quale Paul non è che uno dei «giovani cicisbei» di cui la consorte si attornia, le due figlie variamente ostili, il generoso amico Eric, la saggia e disillusa Joan, con il suo gin, i suoi cani e i suoi cruciverba truccati. E soprattutto la storia del rivale subdolo e invincibile con cui il giovane Paul si trova a fare i conti, fallendo. «Che cosa preferireste, amare di piú e soffrire di piú; o amare di meno e soffrire di meno?», si era chiesto il narratore in apertura del romanzo. È una domanda che i personaggi di Julian Barnes, dal Geoffrey Braithwaite del Pappagallo di Flaubert al Tony Webster del Senso di una fine, a cui L'unica storia è strettamente collegato, si sono posti spesso. Per Paul, più di cinquant'anni dopo quel primo fatidico torneo di doppio misto, la risposta sta forse nell'appunto scritto su un taccuino in gioventú e mai più depennato: «In amore, ogni cosa è al tempo stesso vera e falsa; l'unico argomento al mondo sul quale è impossibile dire insensatezze».
19,00

Parli sempre di soldi!

Parli sempre di soldi!

Hans Magnus Enzensberger

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2017

pagine: 181

Ogni volta che zia Fé arriva in visita a Monaco, la tranquilla quotidianità dei Federmann finisce bruscamente. È molto anziana, anche se nessuno sa con precisione quanti anni abbia; vive ufficialmente in una grande villa sul lago di Ginevra, ma in realtà è sempre in giro per il mondo; e infine, considerando la vita che conduce, deve anche essere molto ricca. A Monaco ad esempio alloggia al Vier Jahreszeiten, l'albergo più elegante e costoso della città. Ed è qui che i suoi tre nipoti - Felicitas, Fabian e Fanny - vanno a trovarla, affascinati, a seconda dell'età, ora dal suo stile di vita e dai misteri che la circondano, ora dalle meravigliose coppe di gelato e da altre leccornie che come per prodigio appaiono nella camera. Il che naturalmente fa riflettere i tre ragazzi, visto che i Federmann - i genitori peraltro non sono mai invitati - non navigano proprio nell'oro. E così iniziano a fare domande: da dove vengono i soldi, i soldi in generale, non quelli della zia? Perché non bastano mai, anche se in giro ci sono fantastiliardi di banconote? Chi li ha inventati e chi li stampa? E perché esistono l'inflazione, i fallimenti, il mercato nero, il lavoro nero, i pagamenti in nero, la divisione del lavoro, la svalutazione, i cartelli, la congiuntura (tutte cose, sostiene la stravagante zia, più importanti di quelle che vengono insegnate a scuola)? E cosa significano quelle strane parole che usa sempre il mondo della finanza: private equity, hedge fund, global player e chi più ne ha più ne metta? E per quale motivo, infine, il denaro, l'essenza del materialismo, è qualcosa in cui in ultima analisi bisogna credere? Tutti interrogativi ai quali zia Fé, pescando dal vasto repertorio della sua lunga e avventurosa esistenza, fornisce le adeguate e il più delle volte non scontate risposte. Dopo avere reso, con "Mago dei numeri", più appetibile la matematica, materia incubo per tanti studenti, in questo nuovo romanzo Hans Magnus Enzensberger affronta, con tono ingenuo, ironico e acuto, un argomento assai più inquietante e decisamente più difficile da capire: il denaro.
18,50

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