Olisterno Editore

Questo volume, dedicato a Walter Alberisio, scomparso quindici anni or sono, si compone di due parti: una di saggistica ed una antologica. La prima vede una serie di scritti che analizzano l'opera del poeta di Piedimulera sotto vari aspetti. Giuseppe Possa ne analizza vita ed opere, Gianni Pre lo stile poetico ed io i rapporti tra il poeta "post-moderno" ed il suo territorio. A questi scritti si affiancano anche due ricordi speciali di Walter Alberisio: uno di Filippo Crea ed uno di Benito Mazzi. Il tutto è preceduto da una breve storia dell'Incontro di Poesia curata da Antonio Ciurleo, ideatore della manifestazione. La seconda parte, invece, è un'antologia, curata da Giuseppe Possa, caro amico di Alberisio, con alcune delle poesie più importanti di questo poeta. Infine, all'interno del volume, ci sono anche alcune fotografie, relative alle prime edizioni dell'Incontro di Poesia, oltre che, naturalmente, una serie di ritratti del poeta.

Il volume descrive in modo semplice e lineare il mondo delle imprese e quelle che sono le attività principali che le caratterizzano: gestione, rilevazione, controllo e pianificazione strategica. Il testo, inoltre, affronta in modo approfondito il tema del Bilancio, di come esso risulti composto e come debba essere redatto. Particolare attenzione viene data alla figura del manager, attualmente molto ricercata dalle aziende sportive. Questo lavoro, nato dalla interazione studenti-docente, si pone l'obiettivo di fornire un bagaglio di nozioni economico-aziendali essenziali. Dal punto di vista didattico si avvale di un linguaggio chiaro e scorrevole che ne consente una rapida consultazione, tanto da essere consigliato anche per i corsi di laurea di: Professioni Sanitarie, Ingegneria Biomedica, Biotecnologie, Scienze Motorie, Master.

Carlo Carones (1885-1972) ci lascia un diario, nel quale racconta parte della sua vita, tra il settembre del 1904 e dicembre 1909: i suoi studi all'università Bocconi, da pochi anni fondata, i suoi viaggi con i fratelli. Il ventenne Carlo appartiene all'alta borghesia lombarda (e lo dimostrano le sue frequentazioni di persone e Teatri) ma non sembra, per questo, darsi delle arie. Sprazzi di vicende scritte da un giovane borghese dei primi del secolo, usate come contorno alla sua vita quotidiana. Vicende che a noi fanno sentire il vento dei ricordi, quasi leggessimo, insieme a lui, il giornale del mattino in una qualsiasi giornata del 1904.

"Sono le piccole cose che spesso cambiano la vita delle persone, un cambiamento talvolta così profondo da costituire una vera e propria rinascita, un nuovo o ulteriore manifestarsi dell'essere umano che, plasmato dalle sue stesse esperienze di vita, decide di cambiare in meglio. Una catarsi che ogni uomo può trovare nella propria ordinaria quotidianità che, di colpo, si può trasformare in un'esperienza di vita straordinaria se vissuta con il giusto stato d'animo. Spesso sento dire che le persone non cambiano: questo è un libro di speranza, che crede che le persone possano cambiare e fare della propria vita un capolavoro unico e irripetibile, perché è vero che ciascuno di noi nasce e vive in situazioni molto diverse ma, alla fine, siamo noi a scegliere che cosa fare della nostra vita."

Il libro è una contemplazione del mare come metafora della vita dell'uomo contemporaneo. Dal senso di libertà espresso dal volo dei gabbiani, al dramma di un pescatore che vede il mare soffocato dalla plastica. Dal profumo di salsedine che ricorda il primo amore, alla tragedia di una umanità che naufraga su un barcone, nel mare dell'indifferenza. Il senso della vita che, come il mare, un giorno dà, un giorno prende, mentre il sole cala piano. La speranza in un'umanità che rinasca a nuova vita vincendo la marea dei cambiamenti del mondo di oggi. Un libro che parla non solo al cuore, ma all'anima dell'essere umano.

Vivevano sul Parnaso nove splendide giovani sorelle, che rispondevano al nome di Clio, Euterpe, Thalia, Melpomene, Tersicore, Erato, Polimnia, Urania, Calliope. Tanta e tale era la loro importanza presso gli antichi greci, che venivano considerate la rappresentazione dell'ideale supremo dell'arte, quale verità del tutto, ovvero l'eterna magnificenza del divino.