Arcana
Bob Dylan e il mito
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 320
È tempo di andare oltre il dibattito se Bob Dylan sia o meno un poeta, o se le sue canzoni debbano essere considerate letteratura. Dylan è un artista della parola parlata e cantata, con legami sia con la tradizione letteraria sia con quella musicale. E con le mitologie che hanno segnato la costruzione della nostra civiltà. Questo volume, che presenta contributi di importanti specialisti di Bob Dylan quali Timothy Hampton e Alessandro Carrera, con la cura editoriale di tre ricercatori, esplora un aspetto dell’opera di Dylan poco noto al grande pubblico: quello della presenza di mitologie nell’immaginario letterario e musicale che Dylan veicola nelle sue canzoni. L’antichità egizia, greca e romana, la Bibbia, la poesia dei trovatori, le tragedie shakespeariane, le tradizioni celtiche, il Far West, il blues del Delta, gli hobos degli anni della Depressione, il folk irlandese e gli Appalachi, e il rock stesso che diventa il materiale mitologico di “Murder Must Foul”: niente sfugge alle riscritture dylaniane, dalle mitologie antiche alle moderne epopee popolari.
Il jazz e i mestieri. 50 interviste a chi lavora per la musica
Guido Michelone
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 392
C’è chi il jazz lo suona: lo crea, lo improvvisa, lo scrive, lo propone su disco, in concerto o attraverso i social. Ma c’è anche chi il jazz lo registra, lo cura, lo diffonde, lo studia, lo analizza, lo fotografa, lo descrive, lo insegna, lo dipinge, lo critica, lo filma, lo racconta, lo organizza in festival e rassegne, lo mescola a differenti linguaggi espressivi: sono quelli che fanno “i mestieri del jazz”, ovvero tutto l’indotto che il jazz offre oltre la musica nuda e cruda. Senza questi mestieri non esisterebbe il jazz, o meglio rimarrebbe folklore, dilettantismo, carboneria. Esiste dunque un macrocosmo di mestieri “del” e “sul”, “per” e “con” il jazz che sovente risultano di scarsa visibilità, perché lasciati nell’ombra da un apparato che si mostra indifferente, se non ostile, verso un’arte nobile come il jazz e verso chi grazie al jazz inventa professioni serie e autorevoli. Sono mestieri che coinvolgono spesso gli stessi jazzisti che in Italia diventano talvolta anche giornalisti, docenti, impresari, reporter, discografici, responsabili, direttori di svariate iniziative, oppure artisti a tutto tondo anche in settori apparentemente lontani come il cinema, la pittura, il romanzo, la poesia, il teatro. “Il jazz e i mestieri” è uno spaccato di realtà, ovvero una storia nella storia del jazz, dove sfilano tra gli altri Roberto Polillo, Alberto Alberti, Franco Fayenz, Roberto Masotti, Paolo Carù, Franco Maresco, Giancarlo Cazzaniga, Giorgio Lombardi, Gianni Amico, in una colorata passerella di addetti ai lavori di bebop, hard bop, post-bop e di free, dixieland, swing, fusion, blues.
What's my age again? Ascesa, declino e rinascita del pop-punk
Rino Gissi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 480
“Anche se sono certo che ai Green Day non piaccia la definizione ‘pop-punk’, credo che ‘Basket Case’ abbia davvero definito questo genere, in un modo che non si era mai visto prima. E poi ‘What’s My Age Again?’ dei Blink-182 è stato un altro successo gigantesco. Quei due pezzi hanno aperto la strada a band come i Simple Plan, i Good Charlotte, i New Found Glory e tutte quelle che sono venute dopo, come gli Yellowcard. Abbiamo un enorme debito di gratitudine verso quelle due canzoni, quelle che hanno consolidato il pop-punk e dato inizio a un’intera scena”. Sono parole di Pierre Bouvier, leader dei canadesi Simple Plan, tra i gruppi di maggiore successo degli anni Duemila. Dopo avere fatto il botto con dookie e smash, il pop-punk è diventato in brevissimo tempo una vera e propria colonna sonora di fine millennio, l’accompagnamento – musicale ed estetico – di intere generazioni di adolescenti a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Un’estetica, una moda, uno stile musicale: questo e altro è stato il pop-punk per chi ha amato Green Day, Blink-182, The Offspring, Sum 41 e molti altri, recentemente riscoperti addirittura dalla Gen-Z grazie a un revival inaspettato. Questo libro è un viaggio all’interno di un universo e di una vera e propria sottocultura: ne esplora la storia e gli aneddoti, dai tempi dei pionieri che hanno ispirato i gruppi più famosi fino alla realizzazione dei dischi-cardine che hanno definito, e ancora oggi identificano, il pop-punk.
La canzone d'autore in Italia. Volume Vol. 1
Barbara Della Salda
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 496
La canzone non è patrimonio solamente di chi la compone: acquista validità e vitalità quando viene ascoltata, cantata, stonata, reinventata in mille occasioni quotidiane. Diventa allora espressione del sentimento della gente in un preciso e particolare momento storico. Quando un testo ha già di per sé valenza poetica e rilevanza letteraria, se accostato alla musica diventa quel fenomeno irripetibile e peculiarmente italiano che è la canzone d’autore: la forma d’arte che, grazie alla sua fruibilità, ha influenzato maggiormente la nostra vita e il nostro modo di sentire dagli anni Cinquanta del secolo scorso in poi. Questo libro, prima parte di un lavoro che arriva fino al nostro tempo, prende il via dalla seconda metà degli anni Cinquanta e percorre i due decenni Sessanta e Settanta, quando la canzone d’autore nasce e poi si sviluppa, fino a diventare la forma musicale più rilevante del momento. Per ogni periodo si è cercato di individuare le linee tematiche comuni ai diversi autori per poi analizzarne singolarmente la poetica. Ogni decennio è introdotto da una breve premessa per presentare gli avvenimenti più rilevanti del periodo in Italia e nel resto del mondo. Ma, soprattutto, si è cercato di illustrare il quotidiano per far comprendere momenti che, anche se abbastanza recenti dal punto di vista cronologico, sono così distanti dall’oggi sia nel modo di fare che di sentire. Perché ricordare non è solo provare nostalgia o rimpianto: conoscere il passato significa essere pronti per il futuro e raccontare la storia della canzone d’autore vuol dire raccontare la nostra storia.
Per non morire canto. Storia di Alessandro Bono
Nico Donvito
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 208
All’anagrafe Alessandro Pizzamiglio, sul palco Alessandro Bono. Classe ’64, il cantautore milanese scomparve nella sua città nel maggio del 1994, neppure trentenne, a causa dell’Aids, in un periodo in cui quella malattia incuteva paura e alimentava il pregiudizio. Una promessa del nuovo rock d’autore, così era considerato Alessandro all’inizio dell’ultimo decennio del secolo passato. Un artista che sapeva mescolare la poetica della coppia Mogol-Battisti all’estro creativo di Vasco. Parole e suggestioni, un po’ come il suo mito Bob Dylan, con il quale collaborò aprendo quattro suoi concerti italiani. Nei testi, Bono era abile sia a fotografare la sua epoca, oggi più che mai lontana, sia a immaginare un futuro simile a quello che oggi conosciamo. Scriveva del sociale, d’amore, di politica e di tutto ciò che attirava la sua spiccata e sensibile attenzione. Questa è la storia di un uomo che ha pagato a caro prezzo per le sue fragilità. Un uomo che, dopo avere vinto la sua battaglia contro l’eroina, ha ricevuto dal destino il conto più alto. Più che un disordine morale fine a se stesso, però, in questa storia troverete tutta l’umanità di un ragazzo che ha senz’altro sbagliato, di un uomo al quale non è stata concessa una seconda possibilità e che ha pagato per errori che aveva saputo riconoscere, curare e superare. “Per non morire canto” vuole essere un omaggio alla sua memoria, ma anche una fonte di ispirazione per coloro i quali si ritrovano ancora oggi a combattere, in silenzio, contro il mostro di una qualsivoglia dipendenza.
L'evoluzione dell'hip hop. Dal rap alla trap
Camilla Masullo
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 152
Questo libro traccia il percorso compiuto dal rap a partire dalla prima metà degli anni Settanta fino a oggi e il suo passaggio da fenomeno radicato in contesti sociali minoritari all’affermazione nel panorama musicale globale e, quindi, al raggiungimento dell’apice del successo commerciale. L’analisi mette in evidenza la relazione tra il fenomeno musicale dell’hip hop e il contesto sociale degli Stati Uniti, fino alla sua diffusione in altri paesi come l’Italia. Qui, il rap ha faticato a adattarsi per ragioni sociali, di stile e di contenuto e ha dovuto tradurre le esperienze e le realtà socioculturali in un linguaggio musicale nato in contesti diversi. Con il tempo e l’evolversi della scena hip hop, il rap italiano ha trovato la propria voce, mescolando influenze locali con il ritmo e lo spirito del genere originario, contribuendo a plasmare un panorama musicale unico e diversificato. L’analisi si sposta poi sulla nascita del sottogenere trap che si differenzia dal punto di vista stilistico, musicale e, soprattutto, contenutistico. Il lavoro mostra come sia il rap sia la trap siano stati soggetti a stereotipi e limitazioni, spesso accusati di veicolare contenuti diseducativi. Infine, si riflette sulla musica come forma d’arte che non deve necessariamente promuovere modelli educativi, ma piuttosto porre in luce la realtà. Sebbene oggi il rap e la trap abbiano conquistato e dominato le classifiche musicali mondiali, in contesti tradizionali e conservatori come quello del Festival di Sanremo permangono molti stereotipi e il genere viene considerato ancora giovane e (solo) per i giovani, nonostante i suoi cinquant’anni di storia.
Morire per delle idee. Dodici canzoni per conoscere e amare Georges Brassens
Federico Pistone
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 128
Non solo Francia e non solo musica. Georges Brassens è una delle figure più luminose della cultura del Novecento grazie alle sue centoquaranta canzoni, pubblicate fra il 1952 e il 1976. In Italia molti lo hanno tradotto, pochi hanno conosciuto veramente il suo misantropo genio di chansonnier senza tempo, le sue ballate insolenti ed eleganti, feroci e ironiche, anarchiche, misogine e femministe insieme, molto prima di ogni battaglia di genere. È l’universo degli ultimi che ascendono a un paradiso di solidarietà, riscatto e compassione, come il becchino che si scava da solo la fossa, il disgraziato segnato a dito dai benpensanti del paese, la prostituta che si ribella al suo protettore. Negli inferi della poesia di Brassens sprofonda senza appello chi vuole imporre la propria autorità, come il giudice del Gorilla, o il proprio pensiero, come in Mourir pour des ideés, molto più potente della versione proposta da Fabrizio De André con eleganza ma senza la profondità dell’originale. Ecco, il problema di Brassens in Italia è legato proprio alla “riduzione” della sua poesia attuata da alcuni cantautori che hanno tentato, senza ovviamente riuscirci, di restituire la purezza delle emozioni dello chansonnier. L’affinità del francese con il piemontese e il milanese hanno prodotto traduzioni perfino divertenti (rispettivamente Fausto Amodei e Nanni Svampa) mentre De André non solo ha riproposto in italiano con successo alcuni brani di Brassens, ma ha fatto propri temi, teorie e immagini che saranno alla base di tutta la sua produzione. Prima però c’è Brassens, in tutti i sensi. Prefazione di Beppe Chierici.
Sergio Caputo, la storia dietro le canzoni
Sergio Taraddei
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 168
Sergio Caputo, artista romano classe 1954, all’inizio degli anni Ottanta ha spiazzato tutti con il suo swing-jazz, un modo nuovo di fare canzoni, sia dal punto di vista musicale, sia da quello lirico, inventando testi pieni di giochi di parole, nonsense e calembour, creando canzoni d’amore ironiche, in cui il protagonista “mollato” ci si fa una risata su, e dove si ammazza la solitudine affascinati dal panorama. L’astronave Caputo arriva e ci regala sogni dispersivi, ossi di seppia, tundre e articoli sportivi, ma soprattutto ci dona tanta gioia e divertimento, ci fa conoscere un Garibaldi innamorato, ci introduce nell’Hemingway Caffè Latino e ci porta alle Hawaii, girando in Cadillac con gli hula-hula nell’hi-fi. Preparatevi a entrare in questa vita dromedaria, piena di night, dove le bionde sono tinte anche sotto la luna. E se durante un sabato italiano ti troverai a sorridere mentre leggi questo libro, non potrò che dirti mercy bocù!
Siouxsie. The voodoo Dolly
Vanni Neri
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 248
Questa è la storia della cantante inglese che, con l’esplosione del punk nel 1976, ha modificato i costumi della musica rock, contribuendo a portare la figura femminile di una cantante al livello delle più grandi e influenti figure maschili. Nel libro si narra la storia sua e dei musicisti che l’hanno accompagnata per anni, con testimonianze dirette della stessa Siouxsie (con una preziosa intervista inedita realizzata nel 1981) e di alcuni suoi collaboratori storici, tra cui la violoncellista Anne Stephenson. Soffermandosi sulle tante difficoltà a mantenere una formazione stabile, sul licenziamento dei vari chitarristi, sull’ingresso nei Banshees di Robert Smith dei Cure, amico di Siouxsie fin dagli anni Settanta, “The Voodoo Dolly” descrive la carriera di Siouxsie dagli esordi (inclusa la sua esperienza con il Bromley Contingent, un gruppo di fan dei Sex Pistols di cui fece parte fra il 1975 e il 1976) fino al clamoroso ritorno sulle scene nel 2023. Completano il racconto la discografia completa di tutti i formati sia di Siouxsie and the Ban-shees sia dei progetti che hanno visto coinvolti i vari musicisti della sua band (Glove e Creatures), l’elenco dettagliato dei concerti da inizio carriera fino agli ultimi e le recensioni di tutti gli album della regina del goth.
La fine del sogno. Beatles, Manson, Polanski
Fabrizio Falconi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 336
“La fine del sogno” ricostruisce i fatti di due anni cruciali della nostra storia: 1969-1970, quelli che decretarono la fine della cosiddetta “Summer of Love”, l’Era dell’Acquario, di Woodstock, del Flower Power, della liberazione sessuale. Il sogno si infranse nel modo più tragico con la strage di Sharon Tate e dei suoi amici a Cielo Drive, Los Angeles, da parte di Charlie Manson e della sua lugubre “Famiglia”, ma anche con lo scioglimento dei Beatles, un trauma mondiale, dopo il travaglio seguito al celebre soggiorno in India nell’ashram di Maharishi e la preveggenza dell’orrore nei film di Roman Polanski usciti in quegli anni (tra i quali “Rosemary’s Baby”), di cui Sharon Tate era moglie all’epoca. Il libro racconta gli “inspiegabili” grovigli di casualità e circostanze che legano queste vicende biografiche (soprattutto quelle dei quattro Beatles) l’una all’altra, molto strettamente, da un punto di vista del tutto particolare: il breve e folgorante periodo in cui cade l’illusione di un “noi” creativo (e rivoluzionario) rapidamente scalzato dall’emersione di un “io” narcisista e distruttivo, passaggio cruciale del contemporaneo. “La fine del sogno” è un incredibile intreccio di musica, cinema, esoterismo e cronaca nera, appassionante come un romanzo.
Il lato B. Da comparse a superstar: la storia di B-side scarti e outtake diventati leggenda
Paolo Gresta
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 168
Il sogno di tutti i gregari è di vivere almeno un giorno da campione. Questa però è la storia di tanti di loro che all’improvviso e senza aspettativa alcuna si sono ritrovati molto più in là dell’essere fenomeni: si sono ritrovati immortali, incisi per sempre nel mito, anno dopo anno, fino allo status di classici. Il lato B racconta di quelle canzoni inizialmente scelte come semplici riempitivi per il super singolo da classifica che hanno surclassato i brani sulla carta più belli e commerciali per diventare le colonne sonore delle generazioni contemporanee, passate e trapassate. Come Alla fiera dell’est di Angelo Branduardi, che quando uscì cominciarono a urlare al fiasco. Poi invece, col passaparola, la gente ne ha fatto un successo epocale. Oppure Balla Linda, universalmente riconosciuta come il primo, vero grande successo di Lucio Battisti da interprete. O ancora Be-Bop-A-Lula, uno dei più grandi classici della storia del rock; Roadhouse Blues dei Doors; Marina di Rocco Granata; Into the Groove di Madonna; La canzone di Marinella di Fabrizio De André; Unchained Melody dei Righteous Brothers… Brani di cui spesso si è ignorata la potenza nascosta a causa delle lenti opache di produttori e discografici, che hanno speso vagonate di soldi per realizzare un singolo che fruttasse e non si sono minimamente accorti del tesoro che invece si nascondeva “dietro”. Salvo poi ricredersi di fronte al fatto compiuto.
L'estetica del rumore in 100 dischi. Dal più fragoroso al quasi impercettibile
Massimo Padalino
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 248
Rumore e silenzio sono da sempre i due poli di quella batteria chiamata musica. E la loro eco riempie i dischi che più ci stanno a cuore. Perché c’è una sottile linea che separa il suono dal frastuono, il silenzio dal bisbiglio, e il pieno dal vuoto. Ma per fortuna ci sono un sacco di artisti e di band che danzano su questo crinale, riuscendo a far suonare tanto il silenzio quanto il rumore; parliamo di gente come i Velvet Underground, i Chrome, i Boredoms, i Throbbing Gristle, Brian Eno, gli Stooges, o gli Einstürzende Neubauten, per quanto riguarda il rock; ai quali si aggiungono anche gli eroi della musica avant-gard e jazz, tipo Harry Partch, John Cage, AMM, Sun Ra, John Coltrane e Albert Ayler. È grazie a gente come loro se la musica del Novecento è deflagrata come una bomba nelle nostre orecchie. Ed è sempre grazie a loro, assieme a tanti altri nomi che incontrerete in questo libro, se oggi la musica, pop, rock, avant, o quel che più vi piace, è un’arte senza pari e senza confronti, che farà schizzare sul rosso le lancette dei vostri ascolti, passando dal rumore al silenzio in 100 dischi. O come disse John Cage, che di rumore e di silenzio se ne intendeva: “Non esiste una reale e oggettiva separazione tra rumore e silenzio, ma c’è soltanto l’intenzione di ascoltare e quella di non farlo”.