Altromondo Editore di qu.bi Me

"Mi chiamo Lucia. (...) Nella mia timida solitudine di adolescente, spesso curiosavo furtivamente nel comò dei miei genitori. Era quello un luogo che custodiva fotografie, ricordi, cartoline e documenti, reliquie di epoche trascorse. Mentre frugavo in quel sancta sanctorum della meroria familiare, un giorno le mie dita incrociarono una cartellina, che il destino volle finisse tra le mie mani tremanti. Su di essa, vergata in maiuscolo con la scrittura ferma di mio padre, campeggiava una scritta enigmatica, che sembrava trasudare un'aria di mistero e presagio [...]

Questo libro di poesie vuole coltivare la tradizione dei poeti che scrivono in dialetto, in questo caso in dialetto romanesco. Le poesie attraversano vari temi sempre in modo ironico e arguto, passando delle corna, al mondo delle segretarie, alla barbaria dei botti di capodanno, alle previsioni degli astrologi, ai festeggiamenti, all'amore, alle brutture del mondo, ai femminicidi, al presunto sesso debole delle donne, al mondo di chi sta o è già andato in pensione, e molti altri. Il libro si intitola La voce de Pasquino; lo stesso Pasquino sulla quale statua, nei tempi antichi non potendo criticare il governo e la chiesa apertamente, venivano appese le critiche.

In un mondo sconvolto da una pandemia orchestrata per fini speculativi, il romanzo si sviluppa su due piani paralleli, evidenziati da stili di scrittura differenti, per accompagnare il lettore dalla causa all'effetto delle dinamiche che governano la vita, in particolare quelle legate al potere. Una guerra globale imminente minaccia di annientare ogni forma di umanità, mentre i protagonisti, Cristina e Jean, si trovano immersi in una passione che cerca la trascendenza, ma si scontra con il cinico desiderio di profitto. In un susseguirsi di colpi di scena, il Bene e il Tradimento si confrontano, fino a intrecciarsi in una nuova consapevolezza. Il finale simboleggia l'incontro tra la "realtà oggettiva", l'approccio al trascendente" e il "coraggio" necessario per vivere entrambi. Un'ultima frase, scritta con la voce di Cristina, suggella il legame profondo tra i protagonisti, e più in generale tra tutta l'umanità, in un viaggio condiviso verso il Sublime.

In un’epoca segnata dalla dissoluzione delle grandi narrazioni religiose, le generazioni Y e Z cercano nuove forme di spiritualità al di fuori delle istituzioni tradizionali. Questo libro esplora il sacro nel mondo contemporaneo attraverso fenomeni giovanili in ambito musicale, culturale ed estetico, analizzando il desiderio di trascendenza e di esperienza diretta del divino. Con un approccio interdisciplinare che attinge a mitologia, filosofia, psicologia e sociologia, l’autore si addentra nei territori di confine della spiritualità moderna: dal metamodernismo e la sua nuova “struttura dei sentimenti” alla rappresentazione del divino nel mondo virtuale di Serial Experiments Lain, dal sinteismo del Burning Man alla Vaporwave come meditazione sonora sul tempo e la salvezza, fino al rinascimento psichedelico e al lato mistico del black metal. Attraverso uno sguardo libero da pregiudizi, l’opera propone un dialogo tra le diverse forme di ricerca spirituale, mettendo al centro il bisogno umano di senso e trascendenza in un mondo in continua trasformazione.

Il libro tratta di esperienze autobiografiche dell'autore romanzate ove necessario, per una lettura appassionante e intrigante fino all'ultima pagina.

Un viaggio di nozze che si trasforma in un incubo. Gregory e Susy, due giovani archeologi, partono per l'Egitto, ignari del destino che li attende. Al loro arrivo al Cairo, vengono accolti da un autista misterioso e un custode della moschea, Ali, con la nipote Denise. Ma subito Susy percepisce una presenza inquietante. Le visioni e gli incubi si intensificano: Denise sembra trasformarsi in una creatura malefica, e strani avvenimenti cominciano a sconvolgere la realtà. Quando una vecchietta consegna a Susy un talismano, scoprono che esso è legato a una leggenda egizia che parla di un faraone sepolto con un ricco tesoro in un tempio dimenticato...

Il grande risveglio è un romanzo distopico in cui i protagonisti, gli adulti Patricia, ex ballerina, Zic, e la sveglia ragazzina Eve, si ritrovano incarcerati in una struttura che lavora e che testa medicinali, somministrandoli ai prigionieri. Ma i ricordi di una vita passata diversa e libera riappaiono, e riaccendono nuove consapevolezze. Con l'aiuto di quello che erano e del loro coraggio e della condivisione dell'arte, riusciranno a liberarsi dalla tirannia dei potenti e a cercare di creare una nuova vita.

Isabel, ormai diciottenne, scopre una scioccante verità: il suo vero padre non è colui che l'ha cresciuta. Deciderà di tentare di allacciare un rapporto con il padre biologico, e capire i motivi della sua assenza? Cosa scatenerà in lei questo incontro? Dieci anni dopo, un incontro con una bambina le rivoluzionerà di nuovo la vita.

L'abbraccio, gesto simbolico di accoglienza e protezione, va oltre il contatto fisico: è un incontro di anime e cuori sintonizzati sulle stesse emozioni. Esso richiama il conforto materno, capace di alleviare paure e tristezze. In un'epoca dominata dalla comunicazione virtuale, il bisogno di autenticità si fa sentire, tra parole dette, sorrisi condivisi e gesti concreti come un vero abbraccio. Su questa riflessione si basano i racconti delle autrici, che esplorano il legame con la vita, la natura e gli altri, evocando emozioni attraverso immagini suggestive di tramonti, acque limpide e ali di libellule. Il tutto è arricchito da illustrazioni pittoriche, cifra distintiva delle loro opere. Età di lettura: da 7 anni.

Nelle pagine di questo lavoro, dove la scrittura è terapia, si parla di Andrea, intellettuale schivo ed ex militante politico, ma, soprattutto dell'esperienza che la sua coscienza fa di un tempo cruciale della storia del nostro Paese. Si intrecciano la vicenda individuale di una vita vissuta con intensità emotiva e i risvolti più ampi che la storia del Novecento offre, partendo dal disorientamento provato davanti ai cambiamenti epocali che il protagonista vive. Perché, come scriveva Brecht, e come è riportato in queste pagine: «Se durassimo in eterno matto cambierebbe. Dato che siamo mortali molto rimane come prima.» I continui riferimenti filosofici sono, inoltre, il portato della formazione personale dell'autore, ma anche la naturale evoluzione di Andrea costretto a confrontarsi con le contraddizioni della realtà.

Pietro De Paolis è un giovane fotografo barese, tradito e lasciato da Anna. Un indirizzo trovato su un vecchio foglio di giornale lo porta alla "Casa Rossa", una vecchia palazzina che ospita l'enigmatico dottor Bardon, psicologo e psicoterapeuta. Il desiderio più forte di Pietro è quello di dimenticare la donna, perciò si affida all'anziano medico che, durante le loro sedute di ipnosi regressiva, nesce a far riemergere memorie improbabili. Bardon è convinto che all'origine delle visioni del suo paziente ci sia un trauma. Le inquietanti apparizioni che si susseguono nei pressi del sepolcro di Giacomo Grimaldi convincono Pietro a farsi aiutare dal suo amico d'infanzia, Alessandro, infermiere e appassionato di fenomeni paranormali. Tra sedute medianiche e sogni premonitori. dovrà essere proprio Pietro a cercare due antichi manufatti tanto bramati da una misteriosa setta di incappucciati.

Questo non vuole essere il solito libro che prova a insegnare a cantare con esempi tecnici e spesso accademici, magari con un CD allegato ed esercizi da fare: lo scopo di questo libro è che una volta terminato possa lasciarti un qualcosa in più su cui riflettere. Sarebbe a una bella vittoria!Il messaggio è quello di far capire che un insegnante valido - oltre al talento e all'esperienza - deve avere anche una sensibilità e un lato umano molto sviluppati per riuscire a comunicare con le persone che si affidano a lui, anche in modi tutt'altro che accademici. Intuizione... Percezione... Sensibilità... Tanta esperienza... Questo è tutto ciò che serve per capire chi si ha davanti, dal punto di vista umano, anatomico e fisiologico. Insomma c'è bisogno che il talento umano combaci con quello artistico. Senza il primo nessuno potrà mai essere un ottimo insegnante. Di questo l'autore è sicuro.