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Asterios: Utopia/distopia. La nostra pòlis di domani

Morte. Dimorare la soglia

Morte. Dimorare la soglia

Enrico Meroni

Libro: Libro in brossura

editore: Asterios

anno edizione: 2022

pagine: 64

Mentre la tanatologia contemporanea discetta intorno all’oltrepassamento della morte e proietta l’esistenza nelle distese della “postmortalità” e della “amortalità”, Ella, irriverente e irriverita, fracassando le tenebre notturne, irrompe sotto la specie di autocarri militari allineati lungo i viali della città, impossessandosi delle nebbie della narcosi disposofobica, ove la occultano sia l’esibizione psicotica del vitalismo sia la schizofrenia collettiva nascente dalla contemperanza di rimozione e di iconolatrica bulimia della morte medesima. Ella disvela i fattizi simulacri eudemonici del saeculum disgiuntosi dalla religio, impone rallentamento e sosta, obbliga a dimorare là dove s’installa fin dall’attimo iniziale dell’esistenza, accompagnandoci verso la soglia che inesorabilmente sarà da varcare. Tolto l’ostacolo dell’arresto e dell’indugio, ogni vivente avverte la propria collocazione entro spazi che ne configurano lo stato di ospite lungo un percorso che lo conduce al passaggio che non può non avvenire, all’attraversamento che spalanca orizzonti nuovi: gettare lo sguardo oltre, è fondamento della presa in carico della costituiva finitezza dell’esistenza umana.
5,90

Epoca. La pandemia e il suo oltre

Epoca. La pandemia e il suo oltre

Marco Vanzulli

Libro: Libro in brossura

editore: Asterios

anno edizione: 2022

pagine: 64

Il tema che si potrebbe chiamare «come sarà il mondo dopo il coronavirus» è stato centrale nella discussione mediatica, per certi versi addirittura più della cronaca dell’attualità (un’attualità angosciante, tempi sventurati che richiedono un oltre). Su questo fenomeno, il senso dell’epoca riacceso dalla pandemia, il senso di epocalità, la temporalità vissuta, che resta alla nostra contemporaneità si vuole interrogare il volumetto che propongo, e al tempo stesso intende costituire una critica di questo uso del concento di epoca, che costituisce una questione su cui riflettere proprio a causa dell’ansia, della fretta delle previsioni, più ancora delle diverse forme che esse prendono, più ancora della loro giustezza o della loro inevitabile parzialità e unilateralità; una riflessione di difficile accesso per uomini che s’intendono sempre posteriori al proprio tempo, uomini che si sono negativamente pensati come post-moderni, post-industriali, post-ideologici. Sorge il dubbio che si possa ritrovare nel nostro passato un’alternativa storica mai realizzata, mai riuscita, che continua a rendere vuoto e scuro, spettrale quell’oltre che la modernità aveva promesso.
6,90

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