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Artemide: Quaderni/Notebook

The Kawananakoa Satsuma vases: linking Japan and Hawai’i-I vasi di Kawananakoa di Satsuma: un legame tra Giappone e Hawaii

The Kawananakoa Satsuma vases: linking Japan and Hawai’i-I vasi di Kawananakoa di Satsuma: un legame tra Giappone e Hawaii

Ralph Thomas Kam, Kiyoe Minami

Libro: Libro in brossura

editore: Artemide

anno edizione: 2024

pagine: 288

Nel 1882 circa, l'imperatore Meiji del Giappone Mutsuhito (1852-1912) offrì un dono diplomatico al re delle Hawaii David Kalākaua (1836-1891). Il dono consisteva in una coppia di vasi Satsuma decorati con quattro dipinti, ora facenti parte della collezione della Fondazione Marignoli di Montecorona di Spoleto. Questa tipologia di vasi, chiamata in origine Satsu-ma-yaki (lett. ceramica Satsuma), prende il nome dalla regione giapponese omonima situata nella parte meridionale dell'isola di Kyūshū. Tutti i dipinti su questi vasi raffigurano scene tratte da un famoso romanzo popolare intitolato Chinsetsu Yu miharizuki [Storia meravigliosa della luna tesa ad arco], opera scritta da Takizawa Bakin e illustrata da Katsushika Hokusai, pubblicata in Giappone nel tardo periodo Edo (1603-1868) in un volume in xilografia appartenente al genere romanzesco denominato yomihon (letteralmente "libri da leggere"). I vasi Satsuma nella collezione della Fondazione Marignoli di Montecorona sono l'esempio della stretta relazione tra il regno delle Hawaii e l'impero del Giappone, legame che persiste anche oggi.
10,00

Prince Henry Benedict Stuart, cardinal-duke of York by Hugh Douglas Hamilton-Il principe Enrico Benedetto Stuart, cardinale duca di York di Hugh Douglas Hamilton

Prince Henry Benedict Stuart, cardinal-duke of York by Hugh Douglas Hamilton-Il principe Enrico Benedetto Stuart, cardinale duca di York di Hugh Douglas Hamilton

Peter Pininski

Libro: Libro in brossura

editore: Artemide

anno edizione: 2022

pagine: 94

«Il 14 aprile 2011 a Londra, Sotheby’s mise all’asta tre ritratti di un’importanza maggiore di quanto non si fosse compreso all’epoca, benché "Country Life" si fosse espresso sulla loro elevata qualità. Erano tutti realizzati dal pittore irlandese Hugh Douglas Hamilton. Il lotto 207 era il ritratto del principe Charles Edward Stuart (1720-1788). Il lotto 208 era il ritratto di Charlotte Stuart, duchessa di Albany (1753-1789), unica figlia ed erede di Charles e unico membro dell’ultima generazione della famiglia reale in esilio. Il lotto 209 era il ritratto del fratello minore di Charles, il principe Henry Benedict, cardinale duca di York (1725-1807). Tutti e tre conservano l’originale cornice dorata tipica delle opere del periodo in cui Hamilton si trovava a Roma. Il pubblico li ammirò per l’ultima volta nel 1911, quando vennero esposti alla Kelvinside Art Gallery and Museum di Glasgow in Scozia. Il ritratto del cardinale Henry fu acquistato dalla Fondazione Marignoli, ma esistono altre versioni; quindi, qual è il motivo che rende questi tre ritratti così speciali? Per rispondere a questa domanda è necessario considerare diverse questioni: quali erano la tradizione e la finalità politica della ritrattistica commissionata dagli Stuart in esilio? E come si collocano questi tre ritratti in un tale contesto? Chi era Hugh Douglas Hamilton? Quali erano le circostanze significative nella vita degli Stuart quando furono dipinti questi ritratti? Quali erano le origini, le tecniche e la provenienza di questi ritratti e come possono essere paragonati alle altre versioni delle medesime immagini?».
10,00

Costantino brucia gli scritti di Ario al primo Concilio di Nicea di Carlo Magnoni-Constantine burning the arian books at the first Council of Nicaea by Carlo Margnoni

Alessandra Cosmi

Libro: Libro in brossura

editore: Artemide

anno edizione: 2023

pagine: 58

«Nel 1624 Urbano VIII Barberini decise di avviare il restauro del Battistero Lateranense per ripristinare l'organicità che era andata perduta con i vari interventi cinquecenteschi, promossi a partire da Giulio II della Rovere. L'incarico di supervisionare i lavori fu affidato ad Adriano Ceva che nel 1632 fu sostituito da Angelo Giori, mentre il restauro architettonico fu eseguito da Domenico Castelli e, successivamente, da Gian Lorenzo Bernini che vi lavorò sino al 1635. Nel 1636 fu commissionata ad Andrea Sacchi la decorazione interna – terminata soltanto nel 1649 – che prevedeva la suddivisione degli spazi con due serie di storie: nel tamburo della cupola furono collocati otto dipinti con episodi della vita di San Giovanni Battista, mentre le pareti laterali furono affrescate con cinque scene della vita di Costantino. A queste lavorarono Andrea Camassei, Giacinto Gimignani, Carlo Magnoni e Carlo Maratti, che eseguirono rispettivamente la Battaglia di Ponte Milvio e il Trionfo di Costantino, la Visione della Croce, il Costantino brucia gli scritti di Ario al primo Concilio di Nicea e la Distruzione degli idoli pagani. Il bozzetto [Costantino brucia gli scritti di Ario al primo Concilio di Nicea, Spoleto, Fondazione Marignoli di Montecorona], non menzionato nei contributi più recenti dedicati a San Giovanni in Fonte, mostra delle differenze con la redazione finale dell'episodio e quindi non può essere né una copia né una memoria eseguita successivamente. Il recupero del dipinto è un'acquisizione importante per la conoscenza di Carlo Magnoni».
10,00

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