Libri di Michele Dantini
Bernard Berenson e l'arte contemporanea. Storia, critica, editoria
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 176
Il saggio di Michele Dantini fa parte della collana Pesci d'oro, con cui Electa celebra i suoi ottanta anni, ed è dedicato a Bernard Berenson (1865-1959), lo storico dell'arte sotto il cui impulso si avviano le prime pubblicazioni della casa editrice nel dopoguerra. Il libro indaga i suoi interessi militanti per l'arte coeva, gli aspetti meno noti, dimenticati o volutamente rimossi dalla critica dopo la sua scomparsa, insieme al suo contributo alla formazione di un gusto modernista. Nel mettere a fuoco gli interessi contemporaneistici di Berenson, i suoi profondi rapporti con la letteratura e il profilo pubblico della sua attività, Dantini si muove tra piani diversi, ciascuno relativo a un aspetto particolare della molteplice personalità di Berenson, e torna a tessere tanti fili laceri o strappati. Ne viene fuori un "ritratto" nuovo e convincente, tale da suggerire ricerche ulteriori e sollecitare contributi a venire; che reinsedia Berenson nel ruolo che gli spetta entro la cultura italiana e europea della prima metà del Novecento; e ripara a rimozioni e amnesie in gran numero, ideologiche, sul suo conto. Anche la grande fortuna italiana di Longhi e il suo ambivalente apprezzamento di Berenson hanno senz'altro avuto parte nell'oscurare progressivamente la sua importanza come critico "militante" e nel trasformarlo in semplice "predecessore" di Longhi. Nella ricostruzione di questa vicenda, oltre al testo curatoriale, il Pesce d'oro offre un'antologia di testi: alcuni di Berenson, altri di artisti, storici, critici e scienziati sociali spesso inediti, tradotti per la prima volta in italiano. Dal testo di Dantini emerge l'influenza che Berenson esercita nella cultura italiana sia nel periodo tra le due guerre, in seno all'antifascismo "aristocratico-liberale"; sia, in seguito, nel corso della Resistenza e negli anni della Ricostruzione: quando è proprio lui a suggerire l'importanza, in arte, del rapporto tra Antico e Moderno e a delineare un'"identità" forgiata dal rifiuto di ogni forma di totalitarismo e incentrata sull'eredità culturale e il patrimonio della penisola. La collana Pesci d'oro, è la versione celebrativa, nata in occasione dell'ottantesimo compleanno di Electa, della collana Pesci Rossi. I Pesci d'oro si distinguono dalla serie per il colore oro della copertina, eco della più illustre tradizione dei libri d'arte, e per il dialogo che instaurano tra eredità e futuro. Con l'intento di ripercorrere le radici della casa editrice e suggerirne gli orientamenti di sviluppo.
Warhol
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Giunti Editore
anno edizione: 2016
pagine: 48
Un dossier dedicato a Andy Warhol (Pittsburgh 1928 - New York 1987), il padrino della Pop Art. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
Arte contemporanea, ecologia, sfera pubblica. Scritti scelti (2007-2011)
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 180
La storia dell'arte si intreccia intimamente, a partire dagli anni Sessanta, alle trasformazioni del movimento verde e alla richiesta di maggiore attenzione per gli equilibri che regolano la vita sulla Terra. L'interesse per la qualità degli spazi urbani, la sostenibilità delle produzioni e del consumo, la domanda di giustizia sociale, istituzioni trasparenti e servizi diffusi è parte dell'agenda ambientalistica al pari delle più tradizionali istanze di tutela della natura "selvaggia".
Geopolitiche dell'arte. Arte e critica d'arte italiana nel contesto internazionale dalle neoavanguerdie a oggi
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Marinotti
anno edizione: 2012
pagine: 222
La storia postbellica dell'arte italiana è profondamente segnata dagli equilibri geopolitici e culturali della guerra fredda, e da quello che potremmo chiamare il marketing delle identità locali. Come confrontarsi con una tradizione illustre, la propria, se si appartiene a una nazione che si scopre bruscamente periferica? E come ripristinare dialoghi cosmopoliti dopo decenni di isolamento? La "mutazione" si compie tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento: se un artista come Fontana rimane fedele a un mondo la cui capitale è Parigi, e il cui faro indiscusso è Picasso, Manzoni apre a geografie artistiche transatlantiche. Intende la citazione non come mera ripetizione o gioco culturale, ma come pratica distorsiva, satirica e fantastica. "Plagio" e "furto" iconografico, ai suoi occhi, sono modi attraverso cui la Periferia può tornare a parlare di sé e modificare gli svantaggiosi rapporti che la legano al Centro egemonico. I processi di "modernizzazione" culturale introducono, in Italia, I'insidia della subalternità e, per contro, dell'irriflessivo corteggiamento dell'Antico. Negli artisti che oggi ci sembrano più rilevanti la dimensione "internazionale" coabita con fantasmi storico-artistici e eco di illustre tradizione. Al tempo stesso evocazioni e "messe in scena" dell'Antico sono pienamente comprensibili solo in chiave modernista.
Arte e sfera pubblica. Il ruolo critico delle discipline umanistiche
Michele Dantini
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2016
pagine: 416
In che modo l'arte contribuisce al vigore della sfera pubblica? E qual è il compito civile che la critica d'arte, intesa nel suo senso più elevato, può svolgere? In questo volume, Michele Dantini prova a dare risposta a tali interrogativi avvicinando artisti per definizione elusivi, come Duchamp e Manzoni, cui sono dedicati saggi di avvincente precisione, e confrontandosi con grandi storici dell'arte (Warburg, Panofsky, Wind, Gombrich e Baxandall; tra gli italiani Longhi) che hanno saputo e voluto essere intellettuali pubblici: non però nel modo immediato e a tratti tirannico della militanza, ma attraverso un complesso intreccio di attualità e inattualità, prossimità e distanza, coinvolgimento e «inflessibile erudizione». Nel prendere spunto dall'attuale crisi della critica, l'autore rifugge il prevedibile lamento sulla «morte dell'esperienza» o la scomparsa degli «intellettuali legislatori». In dialogo anche con storici e teorici come Weber e Mannheim, Momigliano e Berlin, Walzer e Said, Sloterdijk e Habermas, individua costanti, segnala differenze, stabilisce genealogie, con l'obiettivo di restituire una maggiore ampiezza all'attuale discussione sulle discipline umanistiche. Mentre contribuisce a riconoscere nella diaspora culturale tedesca ed ebraico-tedesca l'episodio storico-culturale cruciale del Novecento, "Arte e sfera pubblica" interviene con originalità e autorevolezza sui processi di traduzione transculturale che hanno dato vita alla koinè culturale contemporanea e risponde a una rinnovata esigenza di confronto tra ambiti di esperienza - arte, scienza, morale, religione - che soffrono oggi di un'eccessiva separazione. Sullo sfondo dei saggi raccolti nel volume, la necessità di ritrovare il senso delle profonde differenze esistenti, sino alla prima metà del Novecento, tra cultura europea continentale e cultura americana.
Narrazioni atlantiche e arti visive 1949-1972. Sguardi fuori fuoco, politiche espositive, identità italiana, americanismo/antiamericanismo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 240
Il libro si propone di riflettere sulla complessità degli scambi transatlantici tra il 1949 e il 1972, analizzando momenti di incontro e confronto attraverso i viaggi degli artisti, la circolazione delle informazioni, le politiche culturali, le mostre, le dinamiche del mercato e del collezionismo, nella costante oscillazione tra "attrazione e rifiuto". Lo sguardo "fuori fuoco" definisce la necessità di sondare una zona non completamente cristallina, uno spazio più opaco che implica uno slittamento rispetto alla visione normalizzata veicolata dalla grande narrazione, parallelamente alla costruzione di una dimensione di "identità italiana" e alle dinamiche che sollecitano a prendere in considerazione la questione dell'"americanismo e dell'antiamericanismo", ma anche il tema cruciale dell'internazionalismo, nella divaricazione tra questioni tattiche e necessità motivazionali o in relazione alla rimodulazione dei punti di vista e delle ideologie.
Radici e foglie soltanto. Catalogo
Roberto Ghezzi, Ilaria Margutti
Libro: Libro rilegato
editore: Morlacchi
anno edizione: 2020
pagine: 60
Espongono adesso al Museo civico di Palazzo della Penna due artisti di sensibilità e orientamento del tutto diverso tra loro, avvicinati però appunto dalla scelta di site-specificity: che significa, in qualche modo, una scelta di fedeltà territoriale o topografica, un desiderio di associazione costante a comunità residenti o al paesaggio locale. Siamo lieti di presentare due percorsi di ricerca artistica sicuramente aperti a questo o quell’orientamento internazionale; tuttavia non privi di rapporto a elementi nativi, che prendono di volta in volta forme e aspetti personali. Ne emerge una correlazione, tra “questo mio luogo” e il Mondo, tra ciò che è nativo (e perciò anche spontaneo, non calcolato, ingenuo) e ciò che è cosmopolita, che caratterizza oggi, in un contesto di giorno in giorno più policentrico, la scena artistico-contemporanea globale. Poniamo dunque questa nuova mostra, Radici e foglie soltanto, all’insegna di una fluidità di movimento, dell’andare-e-venire tra Casa e Mondo. Mi sembra, lo ammetto, un gioco radicato in profondità nella storia del luogo - territorio, città, museo, collezioni: gioco fiducioso, circostanziato, promettente.
Il drago invisibile. Quattro saggi sulla bellezza
Dave Hickey
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2024
pagine: 96
Correva l’anno 1993 quando Dave Hickey, l’enfant terrible della critica d’arte, galvanizzato dalla polemica intorno all’esposizione del Portfolio X di Robert Mapplethorpe, decise di scagliare un feroce attacco contro l’establishment accademico trascinando sotto i riflettori un tema passato di moda: la bellezza. Demonizzata e accusata di connivenze con le logiche di mercato, da tempo quest’ultima si aggirava come uno spettro per le rovine del dibattito estetico, seminando imbarazzo in seno alle nuove istituzioni “terapeutiche” – i musei, le gallerie e l’intero art system. Come sacerdoti di un culto misterico, seguendo i dogmi di Greenberg e Barr, i professores avevano mistificato la pratica artistica con elevate disquisizioni teoretiche, sostenuti da una corrosiva diffidenza nei confronti di tutto ciò che fosse avvenenza e seduzione, “bellezza” appunto. In questi quattro saggi – più simili a un manifesto che a una discussione garbata – il critico texano punta dritto al bersaglio e ricorda quanto nei secoli autori come Raffaello, Caravaggio e Warhol abbiano sfruttato la pura forma per stabilire un rapporto immediato fra l’osservatore e il contenuto delle loro immagini, in un processo democratico e liberatorio. A trent’anni dalla prima pubblicazione negli Stati Uniti il drago evocato da Hickey dispiega ancora una volta le sue ali e riversa, senza risparmiare nessuno, la sua prosa infuocata, provocatoria e senza filtri. Del tutto indifferente alle antipatie che può suscitare. Prefazione di Michele Dantini.
Le forme del divino. Problemi di arte sacra tra prima modernità e Novecento
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2024
pagine: 240
Nel mondo occidentale le immagini dipinte o scolpite sono state per lungo tempo considerate «incarnazioni» del Divino, e hanno trovato in questa loro natura duplice, celeste e terrena insieme, la propria giustificazione. Nel divenire uomo, Cristo stesso si è fatto «figura» fondando per i Padri della Chiesa la legittimità dell'immagine. Le immagini di culto hanno dunque potuto acquistare nei millenni dimensioni affettive e liturgiche: esse sostengono, accolgono, ravvivano il vincolo che tiene insieme una comunità, così nel cristianesimo occidentale sino alla Riforma e nel cristianesimo ortodosso. Questo libro indaga e interroga i teologi della prima età moderna - Erasmo o Calvino - ma anche scrittori e filosofi - Dostoevskij e Florenskij, Heidegger, Simone Weil, Pasolini - che hanno espresso un ragionato dissenso in rapporto alle avanguardie otto-novecentesche, rivendicando invece il fondamento metafisico o religioso dell'immagine.
Macchina e stella. L'eredità di Duchamp
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2023
pagine: 96
A partire dagli emblemi lasciati in eredità da Duchamp alla seconda metà del Novecento, la macchina e la stella, questo volume presenta tre minisaggi sul tema dell’ispirazione e delle sue intermittenze. A partire dalle opere di Marcel Duchamp, Jasper Johns e Alighiero Boetti, Michele Dantini getta nuova luce sulla metafora dell’artista come “macchina”, sul venir meno del processo creativo come ordinata routine professionale che aveva tradizionalmente caratterizzato la trasposizione dell’ “idea” in immagine. Una svolta per certi versi liberatoria, ma anche foriera di implicazioni allarmanti, sperimentate in tutta la loro urgenza dalla generazione “informale”: come proteggersi dalle discontinuità dell’“ispirazione”, come conferire durata al tempo interiore, se tutto si risolve nell’irripetibile eccezionalità dell’attimo? Dantini analizza passo dopo passo la “reinvenzione” del mestiere di artista: la curiosa adozione di readymade per restituire plausibilità e vigore alle tecniche tradizionali, la dilatazione indefinita dei tempi di esecuzione; la pratica dell’arte della ripetizione e la creazione di appaganti routine grazie a procedimenti “automatici”, impersonali e addirittura delegabili. Al “miserabile spettatore” e alla sua acutezza il compito di cogliere nelle opere una continuità nella transizione, di ricostruire le metafore soggiacenti e «interpretare una routine rivelatasi improvvisamente sgombra di tecniche e riferimenti riconoscibili».
Beuys
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Giunti Editore
anno edizione: 2023
pagine: 48
A cento anni dalla nascita molte iniziative riportano all’attenzione del pubblico uno degli artisti più influenti del secolo scorso, il tedesco Joseph Beuys (Krefeld 1921 - DÜsseldorf 1986). Difficile da inquadrare non solo in un movimento, ma anche in una categoria artistica, è scultore, pittore, performer soprattutto, anche perché l’intera sua vita può essere considerata una performance. Aderisce alla filosofia steineriana, al movimento Fluxus, insegna scultura, crea installazioni, diventa un attivista fra i primi a occuparsi del rapporto fra uomo e natura. Ma assume col tempo sempre più un ruolo “sciamanico”, legato a un’esperienza personale: ha un incidente aereo durante la seconda guerra mondiale (in cui combatte in veste di pilota); viene raccolto da una comunità di tartari (secondo il suo racconto) in Crimea, e curato con rimedi tradizionali, grasso animale e coperte di feltro. Questi due elementi rimarranno per sempre costitutivi delle sue azioni creative, in cui lui stesso è presenza iconica fondamentale.
Storia dell'arte e storia civile. Il Novecento in Italia
Michele Dantini
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2022
pagine: 312
Un'«archeologia del presente» dedicata al Novecento italiano in tutta la sua inquietudine e complessità. Un libro che attraverso il prisma di contrapposizioni insieme artistiche, politiche e religiose, indaga il problema della difficile sopravvivenza della cultura italiana dopo la prima e la seconda Guerra mondiale; e i rapporti tra «nazione politica» e «nazione culturale», laicismo e Chiesa. Sfilano qui artisti, scrittori, critici di orientamento ideologico diverso, da Berenson a de Chirico, da Gobetti a Persico, da Carlo Levi a Pasolini a de Martino, da Burri, infine, a Fontana e Carla Lonzi, accomunati però da un'esperienza ambivalente della storia e dall'interesse per l'eredità cristiana. La ricerca si muove così su territori inesplorati: non l'arte sacra di tradizione, ma il primo e secondo Novecento, nel cuore di quel laboratorio artistico, politico e sociale che chiamiamo «modernità». In un testo che intreccia storia dell'arte a letteratura e pensiero politico e religioso, Dantini prova a tenere insieme le due metà del secolo - pur divise tra loro da laceranti cesure istituzionali e culturali - e suggerisce una nuova cornice agli studi sul Novecento in Italia.