Libri di Maria Teresa Giaveri
Lettere d'amore a Louise Colet 1846-1848
Gustave Flaubert
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
«Ho seno, collo e spalle di grande bellezza. La pettinatura (di un castano chiarissimo, bionda al tempo della mia infanzia), composta di lunghissimi boccoli che ricadono sulle tempie, velano le gote e scendono fino alle spalle, mi attira molti complimenti. Ho la fronte alta, ben fatta, molto espressiva, le sopracciglia folte e finemente disegnate, gli occhi azzurro cupo, grandi, bellissimi quando ardono al fuoco del pensiero e delle sensazioni». Ecco l'autoritratto che Louise Colet consegna al suo diario, il 14 giugno 1845. Un anno dopo, tra questa donna e Gustave Flaubert nasce una relazione, tenera e tempestosa. Ventiquattrenne, «di una bellezza eroica», Gustave trova in Louise «la sola donna che ho amato e che ho avuto». Trentaseienne, già amante del filosofo Victor Cousin, Louise crede, romanticamente ostinata, alle ragioni del cuore. Sono entrambi scrittori, l'una di qualche fama, l'altro appena agli inizi. Sono entrambi legati a un nucleo familiare, lei a un marito e a una figlia, lui a una madre. La loro vicenda è un ininterrotto tentativo di trasformare gli equilibri tra la «generosità» di un grande amore che diventa per Louise il centro della vita, e l'«avarizia» di un amore che per Gustave ha un posto ben definito tra gli affetti, le amicizie, i progetti di viaggi esotici e il sogno d'Arte che ne domina l'esistenza. Agli slanci dell'amica, Gustave oppone la riserva dell'amato, la malinconica autosufficienza del prigioniero volontario. Alle sofferenze, alle rappacificazioni, alle accuse, all'addio seguirà il silenzio; placate le tensioni, la relazione riprenderà poi in un altro tono e con altri ruoli: sarà un artista compiuto che dettaglia alla sua confidente i lineamenti di una nuova estetica che si sta incarnando in uno «scandaloso romanzo», "Madame Bovary". Di questa storia d'amore le lettere mostrano giorno per giorno la traccia fresca. Ed è una traccia che ci rivela uno scrittore che ha fatto dire ad André Gide: «Se l'opera intera di Flaubert dovesse essere messa su un piatto della bilancia, la sola Corrispondenza, gettata sull'altro, la supererebbe; e se mi fosse permesso di conservare soltanto l'una o l'altra, io sceglierei quest'ultima».
La vagabonda
Colette
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 204
Messa al bando dalla buona società dopo il divorzio da un mondano e inveterato seduttore, l'ex scrittrice Renée Néré diviene attrice di music-hall e frequenta il mondo squallido e variopinto degli artisti che vivono fra il circo e il caffè-concerto. Corteggiata da un ricco, giovane e ozioso ammiratore che le propone, magnanimo, le nozze, lo rifiuta in nome di una dignità femminile duramente conquistata e di una libertà tanto preziosa quanto precaria. Testo dai forti contenuti autobiografici, La vagabonda (1910) segna il totale distacco di Colette da Willy, lo pseudonimo con il quale il primo marito aveva pubblicato, intestandoseli, i suoi libri d'esordio. È il romanzo della solitudine, nel quale Colette - «abilissima a costruire una verità psicologica, sociale, persino autenticamente animale» secondo Maria Teresa Giaveri - fa vivere il mondo dei varietà e i colori delle regioni francesi attraversate in tournée, ma soprattutto fa vibrare la voce di una protagonista indimenticabile, coraggiosa, che a tutte le facili consolazioni della società borghese - compreso l'amore - preferisce un'esistenza «vagabonda e libera» tra le bellezze e le difficoltà del mondo.
Quel ramo del lago di Como
Maria Teresa Giaveri
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 128
Avete mai notato che le avventure dei Moschettieri di Dumas si concludono proprio negli stessi giorni in cui cominciano quelle dei Promessi sposi? Nel novembre 1628, mentre finisce l’assedio di La Rochelle e cessano i conflitti fra D’Artagnan e Richelieu, don Abbondio passeggia tranquillamente sulla riva del lago di Como, nella bruma che si sprigiona dai campi della pianura lombarda. Ebbene, Maria Teresa Giaveri ha notato la coincidenza e ha immaginato che cosa sarebbe accaduto se i personaggi dei due grandi romanzi storici si fossero incontrati. Il buon curato nota con timore i due bravi seduti sul muricciolo e… improvvisamente sente un rumore di zoccoli. Uno, due, tre, quattro cavalieri! Giungono nel Ducato di Milano i Moschettieri, sotto la copertura di un mercante guascone, un calmo abate, un feudatario con modi da gran signore e un commerciante d’armi un po’ troppo ciarliero: sono ormai diventati «uomini del Cardinale» e si dirigono verso Lecco per una missione segreta. Questo è solo l’inizio di una serie di avventure che porterà i quattro a incrociare le loro strade – e le loro spade – con i personaggi del romanzo manzoniano, dalla monaca di Monza a un certo pericoloso Bernardino Visconti che però nessuno lì nei dintorni osa nominare… Con lo stile puntuale, elegante e divertito che le conosciamo, Maria Teresa Giaveri compone un romanzo che unisce erudizione, passione letteraria e divertissement intellettuale; un libro che è un atto d’amore nei confronti della letteratura e insieme un documentatissimo ritratto di una straordinaria stagione storica: l’Ottocento.
Nei mari di Ulisse. Sulle tracce di Omero alla scoperta di Palmira
Maria Teresa Giaveri
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 240
Il 5 maggio 1750 il trealberi Matilda salpa da Napoli per le terre del Levante; a bordo, tre gentiluomini inglesi appassionati di Omero, decisi a ritrovarne le tracce, e un valente artista italiano, grazie ai cui disegni l’Europa riscoprirà le meraviglie del mondo antico. Il viaggio era stato progettato a lungo: sognato in eleganti interni inglesi, fra legni lucenti e scoppiettii aromatici nei caminetti, messo a punto nelle dolcezze di un autunno romano, è infine intrapreso con l’arrivo, nel porto di Napoli, della nave noleggiata a Londra – un trealberi fornito di tutte le comodità indispensabili al benessere di giovani aristocratici e di un’invidiabile biblioteca. La spedizione, che si protrae fino all’estate del 1751, percorre le coste del Mediterraneo, da Smirne a Costantinopoli, dalla piana di Troia all’Egitto, trasformandosi in carovana armata per penetrare nell’interno, accumulando marmi e dati archeologici, deviando dal percorso per scoprire e rivelare al mondo le meraviglie di Palmira e di Baalbeck. Giaveri ricostruisce l’affascinante avventura che inaugurerà una nuova stagione d’amore e di studi per l’antichità classica, congiungendo il Secolo dei Lumi con quello del Romanticismo. Un libro storicamente preciso e letterariamente libero. Perché leggere una storia di mare navigando su quello stesso mare può condurre i giovani avventurosi a mirabili scoperte ma anche a discussioni divertite e irriverenti sui grandi testi omerici. Il viaggio è infatti accompagnato dalla lettura dell’Odissea. Mentre i tre raffinati grecisti di Oxford discutono di poesia orale o dell’esistenza stessa di Omero, il disegnatore piemontese pone un quesito ingenuo che scatena un’indagine serrata e impertinente: «L’avventuriero che giunge a Itaca e rivendica il trono si chiama davvero Ulisse?»
La polvere del mondo
Nicolas Bouvier
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2022
pagine: 432
Durante l’estate del 1953, un giovane di ventiquattro anni, figlio di una buona famiglia calvinista, lascia Ginevra e l’università, dove seguiva i corsi di sanscrito, storia medioevale e diritto, a bordo della sua Fiat Topolino. Nicolas Bouvier ha già fatto dei brevi viaggi in Francia, Algeria e Jugoslavia, ma questa volta punta più lontano, verso la Turchia, l’Iran, Kabul e il confine con l’India. I successivi sei mesi di vagabondaggio attraverso i Balcani, l’Anatolia, la Persia e l’Afghanistan, in compagnia dell’amico artista Thierry Vernet, danno vita a uno dei grandi capolavori del Ventesimo secolo. Puro resoconto di viaggio, pieno di avventure, meraviglie e scoperte, La polvere del mondo è anche e soprattutto un itinerario alla scoperta di se stessi.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi
Rita Imperatori
Libro
editore: Collezione Letteraria
anno edizione: 2022
pagine: 42
Gli animali della nostra letteratura sono messaggeri: alludono a una condizione personale, introducono a una comune “umana sorte”, qualche volta aprono uno spiraglio che svela percorsi e predilezioni dell’Avventura poetica. Messaggeri – ma più che messaggeri – sono quelli che ci accolgono dai versi di Rita Imperatori. Perché anch’essi alludono alla nostra comune condizione e a quella del loro autore, e anch’essi zampettano sulla pagina nella scelta di una parola o di un ritmo; ma sono ambasciatori privilegiati, che rivelano, accanto al nostro, il loro personale sentire. La loro vita ci è consegnata dallo sguardo affettuoso dell’amica che li raccoglie e li racconta, o addirittura narrata in prima persona, come nel canto dell’uccello salvato e liberato che appartiene “all’aria e alle sue insidie” e che ora “dall’alto” può guardare alla terra [Il varco]. Gli animali che un’amicizia calda e rispettosa introduce in poesia ricambiano l’affetto con piccoli miracoli, generando versi splendidi. (Dalla Prefazione di Maria Teresa Giaveri)
Lady Montagu e il dragomanno. Viaggio avventuroso alle origini dei vaccini
Maria Teresa Giaveri
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 208
«Un esperimento praticato da donne ignoranti». Così, nella Londra del 1721, viene accolta la proposta, avanzata da una dama elegantissima e intraprendente, Lady Mary Wortley Montagu, di immunizzarsi dal virus letale del vaiolo infettandosi preventivamente con una dose attenuata del morbo. Moglie dell'ambasciatore inglese a Costantinopoli, Lady Montagu ha appreso durante il soggiorno in Turchia l'esistenza di quel mezzo per sfuggire al flagello le cui ricorrenti epidemie decimano da secoli le popolazioni. Ma è una pratica bizzarra, in uso fra contadine sul confine settentrionale della Grecia; nemmeno l'avallo di due medici prestigiosi provenienti dall'Università di Padova era riuscita a farla accettare. Vuole però il caso che uno dei due medici sia anche il primo dragomanno – cioè il traduttore ufficiale – in servizio presso l'ambasciata britannica; collabora con la famiglia Montagu come interprete, come medico e anche come esperto di lingue e costumi dell'impero ottomano. Colta, curiosa e poliglotta, Lady Montagu conversa con lui in italiano, e apprende molto di più che qualche bel verso di poesia locale... E vuole il caso che anni dopo, tornata a Londra, l'ex-ambasciatrice descriva la pratica e le rassicuranti statistiche relative a quell'«esperimento» alle amiche più care, fra cui la principessa del Galles. Fiduciosa nel giudizio della cara Mary, preoccupata per i figli minacciati dall'epidemia, quest'ultima riesce a convincere il sovrano a far sperimentare il metodo e poi a farlo applicare agli eredi della famiglia reale. Comincia così, in Inghilterra e nelle colonie inglesi, poi fra imperi e staterelli europei la lunga e avvincente battaglia intorno al principio che il primo dragomanno a Costantinopoli aveva battezzato dell'«inoculazione». Illuministi francesi e inquisitori bostoniani, accademici altezzosi e oscuri medici preoccupati del bene pubblico, grandi sovrani e matematici stregati dal calcolo delle probabilità battaglieranno per decenni pro e contro un metodo di prevenzione enigmaticamente funzionale, che si tradurrà infine nella pratica della vaccinazione. Nelle pagine di questo libro, Maria Teresa Giaveri ricostruisce la storia di questa contesa come in un libro d'avventure, in cui non le peripezie di un naufrago o le temerarie imprese di una schiera armata sono al centro della narrazione, ma «le avventure di un'idea – idea bizzarra, sconvolgente, eppure salvifica».
La polvere del mondo
Nicolas Bouvier
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2020
pagine: 432
Sei mesi di viaggio dell'allora ventiquattrenne Nicolas Bouvier attraverso i Balcani, l'Anatolia, la Persia e l'Afghanistan, a bordo di una Fiat Topolino, in compagnia dell'amico artista Thierry Vernet. Pieno di avventure, meraviglie e rivelazioni, "La polvere del mondo" è anche e soprattutto un viaggio alla scoperta di sé. "Potete davvero fidarvi se vi dico che il racconto vi prenderà fin dalla prima riga, perché avete tra le mani uno dei più grandi libri di viaggio di sempre. Quei libri cui non è possibile aggiungere nulla e che hanno raggiunto la perfezione proprio tagliando il superfluo." (dall'introduzione di Paolo Rumiz)
Il corteggio di Diana. Heine, Banville, Mallarmé, Valery
Maria Teresa Giaveri
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 1998
pagine: 331
Lettere d'amore a Louise Colet 1846-1848
Gustave Flaubert
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 240
«Ho seno, collo e spalle di grande bellezza. La pettinatura (di un castano chiarissimo, bionda al tempo della mia infanzia), composta di lunghissimi boccoli che ricadono sulle tempie, velano le gote e scendono fino alle spalle, mi attira molti complimenti. Ho la fronte alta, ben fatta, molto espressiva, le sopracciglia folte e finemente disegnate, gli occhi azzurro cupo, grandi, bellissimi quando ardono al fuoco del pensiero e delle sensazioni». Ecco l'autoritratto che Louise Colet consegna al suo diario, il 14 giugno 1845. Un anno dopo, tra questa donna e Gustave Flaubert nasce una relazione, tenera e tempestosa. Ventiquattrenne, «di una bellezza eroica», Gustave trova in Louise «la sola donna che ho amato e che ho avuto». Trentaseienne, già amante del filosofo Victor Cousin, Louise crede, romanticamente ostinata, alle ragioni del cuore. Sono entrambi scrittori, l'una di qualche fama, l'altro appena agli inizi. Sono entrambi legati a un nucleo familiare, lei a un marito e a una figlia, lui a una madre. La loro vicenda è un ininterrotto tentativo di trasformare gli equilibri tra la «generosità» di un grande amore che diventa per Louise il centro della vita, e l'«avarizia» di un amore che per Gustave ha un posto ben definito tra gli affetti, le amicizie, i progetti di viaggi esotici e il sogno d'Arte che ne domina l'esistenza. Agli slanci dell'amica, Gustave oppone la riserva dell'amato, la malinconica autosufficienza del prigioniero volontario. Alle sofferenze, alle rappacificazioni, alle accuse, all'addio seguirà il silenzio; placate le tensioni, la relazione riprenderà poi in un altro tono e con altri ruoli: sarà un artista compiuto che dettaglia alla sua confidente i lineamenti di una nuova estetica che si sta incarnando in uno «scandaloso romanzo», "Madame Bovary". Di questa storia d'amore le lettere mostrano giorno per giorno la traccia fresca. Ed è una traccia che ci rivela uno scrittore che ha fatto dire ad André Gide: «Se l'opera intera di Flaubert dovesse essere messa su un piatto della bilancia, la sola Corrispondenza, gettata sull'altro, la supererebbe; e se mi fosse permesso di conservare soltanto l'una o l'altra, io sceglierei quest'ultima».
Lettere d'amore a Louise Colet 1846-1848
Gustave Flaubert
Libro: Libro in brossura
editore: ES
anno edizione: 2008
pagine: 239
"Ho seno, collo e spalle di grande bellezza. La pettinatura (di un castano chiarissimo, bionda al tempo della mia infanzia), composta di lunghissimi boccoli che ricadono sulle tempie, velano le gote e scendono fino alle spalle, mi attira molti complimenti. Ho la fronte alta, ben fatta, molto espressiva, le sopracciglia folte e finemente disegnate, gli occhi azzurro cupo, grandi, bellissimi quando ardono al fuoco del pensiero e delle sensazioni". Ecco l'autoritratto che Louise Colet consegna al suo diario, il 14 giugno 1845. Un anno dopo, tra questa donna e Gustave Flaubert nasce una relazione, tenera e tempestosa. Ventiquattrenne, "di una bellezza eroica", Gustave trova in Louise "la sola donna che ho amato e che ho avuto". Trentaseienne, già amante del filosofo Victor Cousin, Louise crede, romanticamente ostinata, alle ragioni del cuore. Sono entrambi scrittori, l'una di qualche fama, l'altro appena agli inizi. Sono entrambi legati a un nucleo familiare, lei a un marito e a una figlia, lui a una madre. La loro vicenda è un ininterrotto tentativo di trasformare gli equilibri tra la "generosità" di un grande amore che diventa per Louise il centro della vita, e l'"avarizia" di un amore che per Gustave ha un posto ben definito tra gli affetti, le amicizie, i progetti di viaggi esotici e il sogno d'Arte che ne domina l'esistenza. Di questa storia d'amore lettere mostrano giorno per giorno la traccia fresca.