Libri di Luigi Manconi
L'ultimo pregiudizio L'antiziganismo tra storia e attualità
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2025
pagine: 118
L'ultimo pregiudizio esplora una delle forme di discriminazione più radicate e meno riconosciute della nostra società: l'antiziganismo. Attraverso un'analisi multidisciplinare, il volume indaga il pregiudizio, tracciando un percorso che abbraccia storia, linguaggio, media, e tecnologie moderne. Con i contributi di studiosi e attivisti, i saggi raccolti esaminano le narrazioni di esclusione e inclusione, il ruolo dei media tradizionali e digitali, l'evoluzione di stereotipi e discriminazioni nell'era dell'intelligenza artificiale. Al centro del dibattito, la necessità di smascherare le dinamiche che perpetuano l'odio e l'emarginazione, e l'urgenza di promuovere una società più giusta e inclusiva. Un libro fondamentale per chi vuole comprendere e affrontare "l'ultimo pregiudizio" con consapevolezza e impegno.
Corpo e anima. Se vi viene voglia di fare politica
Luigi Manconi
Libro: Libro in brossura
editore: Minimum Fax
anno edizione: 2016
pagine: 232
"La mia politica muove sempre da un nome, un cognome e un volto e da una storia individuale per raggiungere, quando possibile, una questione generale". Dall'opposizione ai centri di espulsione per migranti alla battaglia per la verità su Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi; dalle questioni di fine vita ai diritti delle minoranze sessuali; dal tema della privazione della libertà a quello del disagio psichico: Luigi Manconi racconta come oggi fare politica possa essere uno dei mestieri più belli del mondo. Una conversazione che parte dalle vicende dei singoli per arrivare ai grandi problemi del nostro tempo. E, poi, l'adolescenza a Sassari e l'Università cattolica di Milano, la Pirelli, il movimento studentesco e i piccoli e grandi maestri, il garantismo e l'ecologia, Elio Pagliarani e Marco Lombardo Radice, Giovanni Raboni e Adriano Sofri, Alex Langer e Goffredo Fofi, il parlamento e la piazza e le libertà individuali e collettive. Il corpo e l'anima delle cose e delle persone.
Lavoro ai fianchi. Alcuni giorni nella vita del commissario Luigi Longo
Luigi Manconi, Marco Lombardo Radice
Libro: Libro in brossura
editore: Il Maestrale
anno edizione: 2010
pagine: 224
Roma, marzo 1978. Il commissario di polizia Luigi Longo, un vedovo di mezz'età con figlio diciottenne, commette un reato nei locali della questura; un giovane scompare e i familiari temono sia stato sequestrato; alcune persone muoiono in circostanze imprevedibili; vicinissime a tutto ciò si svolgono intanto le tragedie della lotta armata, degli anni di piombo. Il caso del giovane scomparso viene affidato a Longo e le indagini lo porteranno lontano, al seguito di false piste e delle sue molte ossessioni. Seguiamo così Longo per dieci giorni e lo vediamo aggirarsi tra Roma e la Sardegna. Muovendosi ai fianchi della politica, disinteressato ad essa perché lontana e ostile, ma costretto ad attraversarla dalle circostanze e dal caso, Longo conduce la sua indagine. Una indagine che è insieme ricerca di indizi e angosciosa autoanalisi, e che vede il commissario "lavorato ai fianchi ", a sua volta, dal rimorso per la colpa commessa e da nemici misteriosi che lo aggrediscono alle spalle, e da una rete criminale che gli si stringe lentamente attorno.
Quando hanno aperto la cella. Storie di corpi offesi. Da Pinelli a Uva, da Aldovrandi al processo per Stefano Cucchi
Luigi Manconi, Valentina Calderone
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2013
pagine: 262
In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, altri no. E si può morire nel reparto detentivo di un ospedale, come Stefano Cucchi; per strada, come Federico Aldrovandi; legati mani e piedi a un letto di contenzione, come Franco Mastrogiovanni. Si può morire anche durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. "Quando hanno aperto la cella" porta alla luce le storie di persone che sono entrate in prigione, in caserma o in un reparto psichiatrico e ne sono uscite senza vita. Ricostruisce vicende processuali tormentate, in cui la tenacia di familiari e avvocati si è scontrata con opacità, omertà e, a volte, coperture istituzionali. Racconta di uno Stato che si ricorda di recludere, sorvegliare e punire, ma spesso dimentica di tutelare e rispettare gli individui che gli sono affidati. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Bergonzoni. Con una lettera di Ilaria Cucchi. Nuova edizione aggiornata.
Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l'Italia, gli italiani e gli immigrati
Luigi Manconi, Valentina Brinis
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2013
pagine: 115
Accogliere tutti. È questa l'unica politica efficace in materia di immigrazione. È la soluzione più utile e produttiva per gli immigrati, ma soprattutto per gli italiani. In questo pamphlet Luigi Manconi e Valentina Brinis dimostrano, con argomenti sempre basati sulla realtà dei dati e dei fatti, che l'arrivo di donne e uomini stranieri è un'opportunità di salvezza per una società invecchiata e immobile come la nostra, per il suo dissestato sistema produttivo e il suo welfare in crisi. Le politiche dei respingimenti e della repressione, dietro cui si cela spesso un'ostilità intrisa di xenofobia e tentata dal razzismo, sono disastrose perché contrarie alle esigenze profonde dell'economia e della società. Sono politiche costose, che favoriscono l'aumento della criminalità e il lavoro nero. Riconoscere diritti e offrire occasioni di inserimento agli immigrati è invece la scelta più opportuna per la sicurezza collettiva, per risolvere i drammatici problemi demografici e rilanciare industria e agricoltura. Non solo badanti, infermieri e pizzaioli: i dati testimoniano che già oggi i lavoratori stranieri sorreggono interi settori, senza entrare in competizione con i lavoratori italiani. Valorizzando i numerosi esempi di "piccole virtù" e buone prassi locali, e inserendoli in un quadro meno incoerente e frammentato dell'attuale, i benefici saranno tangibili per tutti. Prefazione di Cécile Kyenge
La pena e i diritti. Il carcere nella crisi italiana
Luigi Manconi, Giovanni Torrente
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2015
pagine: 275
Attraverso un'analisi socio-giuridica della penalità, il libro propone una riflessione su alcune questioni centrali: il rapporto tra strategie di acquisizione del consenso e allarme criminalità; l'incremento delle fattispecie penali e l'espansionismo penitenziario; la tutela dei diritti fondamentali dei reclusi e la dignità della condizione di privazione della libertà; l'autolesionismo e i suicidi in carcere; la recidiva e la reiterazione del reato; una possibile moralità della pena. Il volume è pensato per studenti e ricercatori, ma anche per gli operatori e chiunque sia interessato a confrontarsi con una delle contraddizioni più acute e dolenti della vita sociale e dello stato di diritto. Prefazione di Stefano Rodotà.
Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura
Luigi Manconi, Federica Resta
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2017
pagine: 160
Gli italiani sono razzisti? Ovviamente no: nessuna categoria può essere definita come un blocco unico e omogeneo e, dunque, catalogata attraverso un'etichetta spregiativa generale. Ma è altrettanto vero che oggi in Italia si manifestano forme di razzismo nel linguaggio pubblico, negli atteggiamenti sociali e nelle politiche. "Non sono razzista, ma" illustra un meccanismo psicologico che mira a prendere le distanze dalle parole e dagli atti che contraddicono ciò che pensiamo di essere, o che vogliamo far intendere di essere. È un'espressione che si sente sempre più spesso, perché l'interdizione morale nei confronti di termini e comportamenti xenofobi si è indebolita. Quella sorta di presidio culturale e sociale, che agiva contro il ricorso a pratiche e linguaggi discriminatori, sembra esaurito. Questo pamphlet è anche un grido d'allarme. L'intolleranza etnica ha trovato spazio nella sfera politica, per opera di figure pubbliche che, nonostante il proprio ruolo istituzionale, contribuiscono alla produzione di ostilità xenofoba. E a ciò corrisponde un tessuto di piccoli e grandi imprenditori politici dell'intolleranza (concetto elaborato da Laura Balbo e Luigi Manconi in un saggio di un quarto di secolo fa). E tuttavia, dicono Luigi Manconi e Federica Resta, il termine razzista non va utilizzato per colpevolizzare individui e gruppi che vivono con fatica il rapporto con gli stranieri. Ciò che si manifesta nel nostro paese è, piuttosto, una diffusa xenofobia: la paura dello straniero. E, contrariamente a quanto si crede, il passaggio da quest'ultima al razzismo è tutt'altro che scontato. Manconi e Resta argomentano come è possibile evitare che questo accada. "Non sono razzista, ma" è un libro utile per evitare l'errore di indugiare nel "peccato dell'indifferenza".
Morire di pena. 12 storie di suicidio in carcere
Alessandro Trocino
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2025
pagine: 176
“Il libro di Trocino tende la mano a chi sta per essere immerso irreparabilmente nel fiume Lete. Non solo ricorda ciò che è esistito, lo fa riemergere dalle acque, gli restituisce un nome e un cognome, ma riconosce il diritto alla storia anche a chi è morto lì dove regna la marginalizzazione. Leggendo queste pagine si scopre una cosa ovvia, eppure rimossa: anche chi è recluso ha qualcuno fuori che lo ricorda, qualcuno che gli voleva bene, qualcuno a cui è stato strappato un pezzo di mondo e che ora non è più lo stesso.” (Luigi Manconi e Marica Fantauzzi)
Fine vita. Ragioni giuridiche a sostegno di una legge
Sergio Tatarano
Libro
editore: Key Editore
anno edizione: 2017
pagine: 124
L'opera si pone l'obiettivo di fare chiarezza su una materia in costante aggiornamento dal punto di vista giurisprudenziale, sulla quale l'Italia registra un grave ritardo avendo perso più di una occasione per legiferare e offrire le dovute certezze alle richieste di tanti malati. Le considerazioni di carattere giuridico accompagnano la descrizione dell'evoluzione giurisprudenziale e dei tentativi compiuti dal Parlamento (e finora puntualmente falliti) per portare a termine una legge al passo coi tempi, fino a fornire anche delle indicazioni operative su come ottenere, pur in assenza di una legge, il rispetto delle proprie volontà. Nella parte finale, spazio al parallelo con i Paesi maggiormente liberali in materia per poter immaginare che anche in Italia si giunga a soluzioni similari, regolamentando, insieme al "testamento biologico", l'eutanasia. Prefazione di Luigi Manconi e postfazione di Mina Welby. Con uno scritto di Carlo Troilo.
Disaccordi e proposte. Dieci interventi
Luigi Manconi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Asino
anno edizione: 2018
pagine: 52
Lunga vita a Luigi Manconi, che celebra il 24 febbraio il suo settantesimo compleanno. L’opuscolo in cui abbiamo voluto raccogliere alcuni suoi interventi recenti ed esemplari, è un piccolo segno del rispetto, dell’affetto, dell’amicizia che gli portiamo. Anche quando più critici nei confronti delle nostre istituzioni, noi abbiamo continuato a pensare che fosse giusto portare al loro interno il senso di quella “lunga marcia” che venne teorizzata in anni lontani, sul modello dei verdi tedeschi ai loro inizi, dei radicali nei loro momenti migliori e, ancora una volta, di Alex Langer. I testi che seguono esprimono preoccupazioni contingenti ma convinzioni durature, persuasioni intime e profonde. E una “linea di condotta” che non è cambiata nel tempo ma che ha saputo trovare, anno dopo anno, il giusto sentiero, un “chiaro cammino” pur se in mezzo a tanti trabocchetti, forti di certezze profonde e di fedeltà rivendicate ed esplicite.
La giusta quantità di dolore
Giada Ceri
Libro: Libro in brossura
editore: Exòrma
anno edizione: 2018
pagine: 151
«'Casa circondariale', dice la targa all'ingresso. Siamo oltre i confini della città e qua intorno non c'è molto altro. Non un bar, un'edicola, un giardino; nemmeno gli autobus si spingono nel luogo della pena». Al centro di questo libro è il sistema penitenziario italiano. Immaginiamo un sistema che, mentre ragiona su di sé, prova imbarazzo e disagio per i danni che si producono e per le patologie che si alimentano. Sembra che l'attività principale del sistema penitenziario sia quella di nascondersi. Occultamento, rimozione, separazione escludono il carcere e i carcerati dallo sguardo di chi è fuori: dunque, dall'opinione pubblica e dalla stessa dialettica democratica. Giada Ceri si occupa da tempo dei temi che riguardano il carcere italiano contemporaneo e ha lavorato lungamente in progetti del Terzo settore in ambito penitenziario. Nel libro procede con passione ma anche con lucida e amara ironia, a partire da ragioni molto concrete e dati verificati, e ci scorta in uno dei molti territori del disagio, individuale e collettivo. Disegna in modo critico e chiarissimo l'universo recluso: si inoltra nel mondo degli operatori della "riabilitazione"; esplora i luoghi fisici della pena trovandosi davanti alla scelta incompiuta fra architettura e mera edilizia penitenziaria; assiste alla messa in scena di Romeo e Giulietta della Compagnia della Fortezza a Volterra, che diventa la lente per indagare una precisa idea di teatro-in-carcere; nel capitolo Dentro l'Uroboro narra il corpo detenuto, il carcere come pena corporale, l'eterno ritorno al punto di partenza, in un mondo che resta ancorato a un'idea di sicurezza per sua natura inconciliabile con quella di salute; e completano questo viaggio nei luoghi della pena le vicissitudini della recente riforma penitenziaria a partire dagli Stati Generali dell'Esecuzione Penale conclusi nel 2016, in attesa di nuovi tentativi e forse di nuovi fallimenti. "Nonostante la produzione letteraria e scientifica sulla detenzione possa sembrare così ampia, abbiamo bisogno di nuove ricerche e di nuovi racconti. Quello di Giada Ceri può essere di grande aiuto." (dalla prefazione di Luigi Manconi)
Il perdono responsabile. Perché il carcere non serve a nulla
Gherardo Colombo
Libro: Libro in brossura
editore: Ponte alle Grazie
anno edizione: 2020
pagine: 160
La gran parte dei condannati a pene carcerarie torna a delinquere; la maggior parte di essi non viene riabilitata, come prescrive la Costituzione, ma semplicemente repressa, e privata di elementari diritti sanciti dalla nostra carta fondamentale - come ne vengono privati i loro cari; la condizione carceraria, per il sovraffollamento, la violenza fisica e psicologica, è di una durezza inconcepibile per chi non la viva, e questa durezza incoraggia tutt'altre tendenze che il desiderio di riabilitarsi; la cultura della retribuzione costringe le vittime dei crimini alla semplice ricerca della vendetta, senza potersi giovare di alcuna autentica riparazione, di alcuna genuina guarigione psicologica. È possibile pensare a forme diverse di sanzione, che coinvolgano vittime e condannati in un processo di concreta responsabilizzazione? Gherardo Colombo indaga le basi di un nuovo concetto e di nuove pratiche di giustizia, la cosiddetta giustizia riparativa, che lentamente emergono negli ordinamenti internazionali e nel nostro. Pratiche che non riguardano solamente i tribunali e le carceri, ma incoraggiano un sostanziale rinnovamento nel tessuto profondo della nostra società: riguardano l'essenza stessa della convivenza civile. Prefazione di Luigi Manconi.