Libri di Clelia Martignoni
Complessità Gadda. Complessità Novecento
Clelia Martignoni
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2024
pagine: 252
Carlo Emilio Gadda, narratore instabile, antilineare, contraddittorio eppure coerente, innovativo e legato alla tradizione, tragico e ironico-satirico, sollecita interrogazioni continue. La sua vocazione verso complessità e molteplicità non è generica, ma è indagata dall'autore con insistenza negli scritti d'esordio per rifulgere poi corruscamente nelle grandi opere della maturità, L'Adalgisa 1944, i tormentati romanzi La cognizione del dolore e il Pasticciaccio, e i bellissimi saggi. Già nel multiforme cantiere del romanzo giovanile (Racconto italiano di ignoto del Novecento, 1924-'25), autodefinito in itinere «psicopatico e caravaggesco», di poco successivo al trauma bellico che pesa sul suo intero tragitto, Gadda percepisce un "reale" plurale e complesso, e così vorrebbe il romanzo progettato. Complessità e molteplicità sono analizzate tra contaminazioni e sprezzature nell'elaborazione epistemologica del 1928, la Meditazione milanese. Anche le vicende elaborative ed editoriali gaddiane sono spesso interrotte, e travagliate tra edito, inedito, postumo. Su esse gravano chimere del potenziale, movimenti fantastici e funerei, ambizioni magnanime e sfiducie rovinose, nonché i faticosi conti con la professione ingegneristica (lasciata solo nel 1940). Vale la pena di ripercorrerne puntualmente alcuni aspetti per cercare di cogliere, con lo sguardo moltiplicato della contemporaneità, le singolarità e il genio "imperfetto" dello scrittore.
Guida alla letteratura italiana. Per le Scuole superiori. Volume Vol. 1
Cesare Segre, Clelia Martignoni
Libro
editore: Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
anno edizione: 1995
pagine: 1568
Marcello Venturi tra letteratura e storia con il romanzo inedito La nostra vita
Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2019
pagine: 208
Questo numero di "Autografo" è interamente dedicato a Marcello Venturi (1925-2008), narratore di grande qualità, legato sostanzialmente al neorealismo (che ne segnò l'esordio) e al realismo, sia pure con interessanti diversioni. Frutto della preziosa collaborazione tra il Fondo Manoscritti di Pavia, dove è di recente approdato l'Archivio dello scrittore, e l'Istoreto di Torino, raccoglie interventi di storici (Bidussa, Colombini, Filippetta) e italianisti (Capecchi, Contorbia, De Nicola, Martignoni) che, nell'incrocio interdisciplinare, offrono importanti riflessioni sul lavoro di Venturi. Il volume propone inoltre un romanzo inedito giovanile, insieme alle prime ricognizioni sui suoi materiali d'archivio (Rossini, Trotta), gettando uno sguardo anche sulle carte di Camilla Salvago Raggi (Boccardo).
A mezzi termini. Forme della contaminazione dal XX secolo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 186
Parlare “senza mezzi termini”. Esprimersi con parole piene, decise e non equivoche. Oppure, ribaltare l’espressione per affermare con forza la volontà di fare il contrario: parlare con-fondendo, prediligere le forme ibride, praticare sconfinamenti. A partire dal XX secolo, il panorama delle arti ha vissuto una nuova fase di emancipazione dalle soluzioni tradizionali aprendosi a inedite possibilità espressive, sempre più eterogenee e contaminate. Nasce da questo assunto l’intento di riunire un insieme di voci che ha scelto di indagare l’orizzonte della contaminazione artistica spaziando tra letteratura, fumetto, fotografia, cinema e performance: i contributi qui inclusi, che procedono da un’impronta letteraria a un carattere via via più visivo-performativo, restituiscono gli interventi discussi nell'ambito del convegno che al volume presta il titolo, svoltosi a Pavia il 12 aprile 2018 presso il Collegio Nuovo – Fondazione Sandra ed Enea Mattei, che ha contribuito anche alla pubblicazione di questo volume. Saggi di Paolo Giovannetti, Pietro Benzoni, Niccolò Scaffai, Giuliano Cenati, Giuliana Benvenuti, Roberto Pinto, Elio Grazioli, Paolo Campiglio, Lorenzo Donghi. Saggio introduttivo di Clelia Martignoni.
Complessità novecentesche e ragioni filologiche
Clelia Martignoni
Libro: Libro in brossura
editore: C&P Adver Effigi
anno edizione: 2019
pagine: 523
Giuseppe Bandi dà alle stampe il romanzo "La Rossina. Storia fiorentina del secolo XVII" prima in appendice al giornale La Nazióne nel 1875, poi come libro, presso la Casa Editrice Le Monnier, nello stesso anno e nel 1890 (ultima data di pubblicazione). Bandi si inserisce in un filone nella sua epoca assai battuto, con esiti diversi, quello cioè del romanzo d'appendice, riuscendo, sia nei contenuti che nella forma, a conservare una propria peculiarità data dalle indubbie qualità di narratore e dalla verve derivante dal suo spirito toscano. Infatti, sebbene non sia esente da qualche eccesso retorico, tributo ai gusti allora imperanti, scrive in una lingua non manieristica, piacevole a leggersi, vivace e fortemente espressiva, legata al parlato, ravvivata da estro e ironia che traspaiono nei coloriti usi idiomatici e nei motti di saggezza popolare che arricchiscono il modo di esprimersi dei personaggi. L'opera tratta di una vicenda non banale, né priva di implicazioni significative anche per l'oggi, che si svolge nella Firenze (ma anche a Roma, nel Lazio e a Livorno) di un secolo, il Seicento, di cui viene tratteggiata ulteriormente, dopo quanto emerso nel capolavoro manzoniano, la drammatica realtà umana, sociale e politica: siamo di fronte a un romanzo storico popolare dotato di una dignità formale e di un meccanismo narrativo di sicuro valore e di forte suggestione, e, quindi, meritevole di essere riproposto anche a un lettore contemporaneo, che potrà apprezzarlo, supportato dalle oltre settecento note a piè di pagina, e rivalutare così un libro purtroppo trascurato di un toscano di vaglia.
Un uomo fratello. Carteggio (1937-1982)
Vittorio Sereni, Carlo Betocchi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: XLVIII-248
Documento di una profonda solidarietà umana e intellettuale, il carteggio fra Vittorio Sereni e Carlo Betocchi illumina di nuovi riflessi il dibattito sul fare poesia in Italia negli anni del secondo conflitto mondiale e della ricostruzione. Lo scambio epistolare inizia difatti alla fine degli anni Trenta, quando Betocchi favorisce l’esordio di Sereni su «Frontespizio», e si sviluppa pressoché ininterrottamente fino al tempo della sua piena maturità e della sua definitiva affermazione, chiudendosi solo in seguito alla prematura scomparsa del poeta luinese avvenuta nel 1983. Introduzione di Clelia Martignoni.
Tra ghiande e coccole. Omaggio a più voci per Leonardo Sinisgalli
Silvio Ramat, Clelia Martignoni, Luca Stefanelli
Libro
editore: Osanna Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 210
L’omaggio a tre voci – e sono quelle di tre studiosi diversi tra loro per formazione, oltre ad essere esponenti di generazioni diverse – ribadisce in primo luogo l’ammirazione per l’originalità dello scrittore che smentì fin dalla giovinezza ogni presunta scissione tra le “due culture”, l’umanistica e la scientifica. Se le pagine di Silvio Ramat, saldando a tre capitoli compatti una serie di pezzi brevi (alcuni di datazione abbastanza remota) rimasti finora “dispersi”, forniscono la misura della sua “lunga fedeltà” al poeta di Montemurro, il saggio di Clelia Martignoni può considerarsi un punto fermo per la messa a fuoco di un “tutto Sinisgalli”, non ricostruito in base a parametri astratti ma nel vivo della sua instancabile officina, di cui Luca Stefanelli isola un aspetto necessario e portante, la metrica, mai analizzata prima con altrettanto rigore. Ma il ruolo più significativo e trainante nella genesi di questa insolita iniziativa editoriale tocca alla passione per la poesia e alla libera convergenza di intese sull’estroso e sofisticato scrittore di Montemurro, che si vorrebbe più diffuso e conosciuto di quanto oggi non sia.
La fondazione. Testo romagnolo a fronte
Raffaello Baldini
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2008
pagine: 64
Un personaggio un po' matto, che colleziona i più assurdi oggetti del passato, è preso ossessivamente dall'idea di dar vita a una fondazione che tenga viva la memoria delle cose più sfuggenti: i pensieri; non quelli grandi dei poeti e dei filosofi, che tanto a questi ci pensano già i libri, ma quelli che vengono a tutti quanti in qualche momento della giornata, e sembrano tanto acuti, e poi spariscono nel flusso della vita. Scritto in dialetto romagnolo, ma con molte parti in italiano, "La Fondazione" è un libro sulle cose che svaniscono e sul desiderio di conservarle: non a caso è stato scritto durante l'ultimo periodo di vita dell'autore.