Libri di Silvio Ramat
Ragguagli sulla grande poesia. Bertolucci. Caproni. Sereni. Luzi. Bigongiari. Parronchi. Fortini
Silvio Ramat
Libro: Libro in brossura
editore: Helicon
anno edizione: 2025
pagine: 284
«Ragguagli» chiama Silvio Ramat questi suoi interventi critici su alcuni poeti novecenteschi, protagonisti delle pagine qui raccolte a testimonianza di una copiosa attività recensoria svolta nell’arco di parecchi decennî. Vi si registrano sette storie poetiche esemplari, ciascuna a suo modo coerente e mutevole, tra una piena fedeltà alle proprie radici e sorprendenti innovazioni, siano esse un portato dei tempi o rispondano a più segreti impulsi. Accanto alla “triade” fiorentina - Luzi, Bigongiari, Parronchi -, sempre più divaricata nelle singole individualità, il quadro include altri autori di quella medesima generazione - Caproni e Sereni -, parimenti indispensabili a definire la fisionomia di un secolo; così come lo sono Bertolucci e Fortini, fra loro dissimili nelle forme e negli argomenti ma pur sempre lavorando, tutti, sull’implicito postulato di una “grandezza” della poesia.
Il lungo amore del secolo breve. Saggi sulla poesia novecentesca
Silvio Ramat
Libro
editore: Cesati
anno edizione: 2010
pagine: 334
Uno di quei rami
Silvio Ramat
Libro: Libro in brossura
editore: Panda Edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 48
Romanzieri tra realismo e decadenza
Silvio Ramat
Libro: Copertina rigida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 1997
pagine: 1178
L'arte del primo sonno
Silvio Ramat
Libro: Copertina rigida
editore: San Marco dei Giustiniani
anno edizione: 1984
pagine: 72
Citando e ricitando. Dante, Petrarca, Foscolo, Leopardi: la loro voce nei nostri contemporanei
Silvio Ramat
Libro: Copertina morbida
editore: Le Càriti Editore
anno edizione: 2012
pagine: 190
La buona fede. Memoria e letteratura
Silvio Ramat
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2011
pagine: 204
Soltanto da Silvio Ramat, uno dei poeti più limpidi e ispirati dell'ultimo mezzo secolo, tra i pochi cui dovremmo guardare come si guarda a un maestro di moralità e di stile, e al quale, per giunta, dobbiamo alcune delle pagine critiche fondamentali sulla poesia italiana del Novecento, poteva venire un libro come La buona fede. Memoria e letteratura, un libro in cui si fondono la prospettiva critica, l'autobiografia intellettuale, l'autoritratto, le memorie familiari, le passioni segrete, il ricordo affettuoso dei maggiori poeti del secolo scorso. Con la discrezione e il pudore che gli riconosciamo, Ramat intesse un libro che non ha precedenti, non solo per la vastità dei temi che vanno a costituire un vero e proprio affresco, umano e culturale, del nostro tempo, ma anche per la sorprendente naturalezza con cui l'autore sa passare dalla prosa al verso, dalla severità del giudizio critico alla commozione, dalla pietas privata a quella pubblica. E tutto con la misura, il nitore, la precisione che da sempre contraddistinguono le sue pagine, poetiche e saggistiche, e che Ramat sa anche applicare alla propria opera, con suggerimenti e definizioni che resteranno da oggi non eludibili per chi voglia affrontare la lettura - e lo studio - della sua opera poetica.
Lungo le bianche strade provinciali. Valeri, Barolini, Pascutto, Rebellato, Zanzotto, Bandini
Silvio Ramat
Libro: Copertina morbida
editore: Il Ponte del Sale
anno edizione: 2013
pagine: 240
Il viola
Silvio Ramat
Libro: Libro in brossura
editore: Crocetti
anno edizione: 2025
pagine: 128
L’“odore della poesia” Silvio Ramat lo sente nel Polittico di Milano, una tra le più commosse e comunicative sezioni della sua nuova raccolta. Ed è una percezione che va estesa all’intero libro, nel quale si susseguono e si intrecciano motivi perenni e fatali, il vincolo del “qui e ora” insieme all’assillo del “dopo”, all’angoscia dell’“oltre”. Com’è giusto, la poesia crede nella virtù dei suoi grandi portavoce, e talvolta Ramat ne chiama sulla pagina qualcuno, convocandolo di persona (Carducci, Sbarbaro, Loi…) o coinvolgendolo per il tramite di una citazione esemplare (Dante, Sereni, Luzi…). Nello scenario di un’età ormai al tramonto si profilano, ariosi correttivi, le immagini e i sogni del ricominciamento, in un diffuso ricrescere di alberi ed erbe, di nidi e voli che nessuna insidia o potatura può soffocare. Poeta di lungo corso, non da oggi l’autore di questo libro “preferisce Antelami a Canova”, optando per le figure meno artefatte, le più fedeli a una verità primaria, naturale. Non è detto non entri anch’io nel novero di chi volta le spalle al calendario al tempo misurato in mesi e anni. Basta aver fede, e nascono tramonti interminabili: è tale il rossore che la notte si trattiene in disparte e poi, stanca di attendere, non cala. Perciò non ha interrotto la cicala alunna della luce il suo concerto senza sponde, tormento a cielo aperto e forse goccia d’immortalità.
100 Poeti, un secolo. L'Ottocento italiano
Silvio Ramat
Libro: Copertina morbida
editore: Helicon
anno edizione: 2020
pagine: 524
Forse non tutti condivideranno il culto di Umberto Saba per il diciannovesimo secolo (il «divino» per lui, «mille ottocento») ma, anche restringendo il campo all'Italia e alla poesia, esso risulta molto più variegato e mobile di quel che non si creda. Nascoste o quasi dalla indubitabile grandezza di pochi (ne conosciamo fin dalla scuola i nomi: Foscolo, Leopardi, Manzoni; e poi Carducci; e ancora, sull'epilogo, D'Annunzio e Pascoli), emergono figure autentiche di poeti e poetesse, meritevoli non di una distratta menzione bensì di sopravvivere nella nostra memoria. La qualifica di "minori" non li umilia, rispetto ai "maggiori"; e questo libro (diverso da ogni altro sull'argomento) li fissa in una galleria di ritratti. Sono cento ritratti dal vero, accompagnati, ciascuno, dalla scelta di qualche testo esemplare.
Risme private
Andrea Giampietro
Libro: Libro in brossura
editore: Di Felice Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 104
«Queste Risme private confermano le doti del poeta di Quasi una scorciatoia (2020) e in più ne ampliano la gamma tematica. Vi si ribadisce, salvo rare e sapienti eccezioni, il dominio di un endecasillabo che Giampietro rispetta e modula come il costante e insostituibile signore della trama sonora» (dalla prefazione di Silvio Ramat)