Libri di Luca Stefanelli
Visione e scrittura. Attraversamenti e prospettive di ricerca per Gianni Celati
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 268
Tra le caratteristiche salienti della “visione” che figura a titolo del volume c’è la tensione varia e costante di Gianni Celati a superare le paratie che istituirebbero il fatto letterario come separato: un’istanza che proprio Ce-lati ha insegnato a riconoscere nel romanzo moderno e che ha alimentato la sua proteiforme e coerentissima attività di scrittore, di teorico, di docente, di traduttore, di viaggiatore, di cineasta. Nata nell’ambito di un seminario didattico e poi di una giornata di studi per ricordare l’autore all’indomani della sua scomparsa nel 2022, questa raccolta di saggi tocca in diacronia alcuni sviluppi centrali dell’opera celatiana, tentando di valorizzarne ricchezza e vitalità: la narrativa e la saggistica degli anni ’70 (Micheletti, Stefanelli, studenti del Collegio Borromeo, Prazzoli); la collaborazione con Luigi Ghirri (Monina) e le novelle degli anni ’80 (Testa); il tardo esercizio satirico (Iacoli) e la scrittura di viaggio (Talon Sampieri). In appendice il saggio di Gianni Celati "Mitologie romanzesche americane".
Scrivere a margine. Postille d'autore dal cartaceo al digitale
Libro
editore: Genova University Press
anno edizione: 2024
pagine: 220
Rovesci del diritto. «Il giorno del giudizio» di Salvatore Satta tra diritto, psicoanalisi e antropologia
Luca Stefanelli
Libro
editore: Esedra
anno edizione: 2017
Tra ghiande e coccole. Omaggio a più voci per Leonardo Sinisgalli
Silvio Ramat, Clelia Martignoni, Luca Stefanelli
Libro
editore: Osanna Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 210
L’omaggio a tre voci – e sono quelle di tre studiosi diversi tra loro per formazione, oltre ad essere esponenti di generazioni diverse – ribadisce in primo luogo l’ammirazione per l’originalità dello scrittore che smentì fin dalla giovinezza ogni presunta scissione tra le “due culture”, l’umanistica e la scientifica. Se le pagine di Silvio Ramat, saldando a tre capitoli compatti una serie di pezzi brevi (alcuni di datazione abbastanza remota) rimasti finora “dispersi”, forniscono la misura della sua “lunga fedeltà” al poeta di Montemurro, il saggio di Clelia Martignoni può considerarsi un punto fermo per la messa a fuoco di un “tutto Sinisgalli”, non ricostruito in base a parametri astratti ma nel vivo della sua instancabile officina, di cui Luca Stefanelli isola un aspetto necessario e portante, la metrica, mai analizzata prima con altrettanto rigore. Ma il ruolo più significativo e trainante nella genesi di questa insolita iniziativa editoriale tocca alla passione per la poesia e alla libera convergenza di intese sull’estroso e sofisticato scrittore di Montemurro, che si vorrebbe più diffuso e conosciuto di quanto oggi non sia.
Il divenire di una poetica. Il «logos veniente» di Andrea Zanzotto dalla «Beltà» a «Conglomerati»
Luca Stefanelli
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 302
Il saggio ricostruisce la genesi e lo sviluppo della poetica del "Logos erchomenos" (o "Logos veniente") di Andrea Zanzotto a partire dalla "Beltà" (1968) a "Conglomerati" (2009). L'indagine, condotta sui preziosi materiali autografi del Centro Manoscritti di Pavia, immette il lettore nel vivo del laboratorio zanzottiano degli anni '60 e 70. È qui che, tra le suggestioni provenienti dalla psicoanalisi, dalla filosofia, dalla teologia e dall'antropologia coeve, oltre che dalla fondamentale collaborazione con Federico Fellini, il poeta di Soligo rielabora e attualizza il mito romantico del "Dio a venire". Attraverso l'analisi che ne rivela le molteplici declinazioni e motivazioni storico-culturali, quest'ultimo si rivelerà un'imprescindibile chiave esegetica per comprendere la seconda, più matura fase della scrittura di Zanzotto. Nella selva della postmodernità non vi sono sentieri battuti. Il poeta, e più in generale l'uomo, può solo camminare in una realtà fantasmatica e cosparsa di macerie. Ma se questo è il segno del tempo, dell'epoca, la sua assenza di senso è ciò che continua ad additare ad altro: non una direzione, non una mèta; piuttosto un'assoluta sottrazione nostalgico-utopica, che lascia andare i suoi figli nella più rischiosa e onerosa delle libertà.