Libri di René Crevel
La morte difficile
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: Ventanas
anno edizione: 2024
pagine: 206
Cresciuto in una famiglia borghese, il giovane Pierre Dumont soffoca tra le convenzioni sociali e l’ipocrisia. Costretto a nascondere le sue insicurezze e la sua omosessualità, non riesce a trovare un posto nel mondo. Pur mettendolo di fronte alle paure più intime, l’incontro con l’americano Arthur Bruggle, coetaneo affascinante ed emancipato, segna per Pierre un punto di svolta. Il loro sarà un viaggio sentimentale avventuroso, non privo di conflitti e di attriti. Quando è con lui, Pierre si libera dall’angoscia e dalla solitudine. Schiacciato dal peso di dover nascondere la sua vera identità, ingabbiato in una vita che non gli corrisponde, cerca disperatamente un equilibrio tra il desiderio di vivere allo scoperto l’amore per Arthur e l’incapacità di conciliare le aspettative moralistiche del suo ambiente sociale. È un destino segnato. La storia di Pierre avrà un tragico epilogo. Una “morte difficile”, appunto.
La morte difficile
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 200
Il giovane Pierre Dumont ama Arthur Bruggle, pianista americano capriccioso e insolente, ed è amato da Diane Blok. Il padre di Pierre è diventato folle e scrive lettere a Mme Pompadour. Il padre di Diane si è suicidato senza ragione. Il suicidio è una malattia ereditaria...
Détours e altri scritti. Con l’album «René Crevel» di Marco Catucci
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 184
Il suicidio del padre, al quale René Crevel assistette a quattordici anni nella scena terribile e assurda della madre che lo conduce a vedere l’impiccato per ammonirlo contro il vizio, si duplica qui nella morte volontaria di entrambi i genitori del protagonista, tentativo disperato di chiudere i conti con l’isteria di questa coppia di atridi. Romanzo tra i più vitali della letteratura surrealista, Détours registra, tra inquietudine esistenziale e ironica derisione, un “male di vivere” che è il nuovo male del secolo.
Il mio corpo ed io
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2019
pagine: 127
Per il protagonista, in fuga dalla Parigi mondana e dissoluta degli anni Venti, la solitudine, tanto desiderata quanto sofferta, è l'occasione per interrogarsi sul "chi sono io" e sul "come vivere la vita". Il soggiorno in una sperduta località delle Alpi francesi, oltre al tentativo di arginare i segni premonitori della tbc, è l'occasione di una cura interiore nel tentativo di superare il conflitto tra tormento della memoria e abbandono all'oblio. Contro la finzione dei rapporti sociali, l'incertezza di quelli sentimentali e una conflittuale sessualità, il venticinquenne Crevel ricorre alla scrittura in cerca di una riconciliazione tra l'io e il corpo nel segno dell'autenticità e di una morale capace di ricomporre istinto vitale e istinto mortale, lucidità dell'intelligenza e confusione dei sensi. "Il mio corpo ed io" (1925), tradotto per la prima volta in Italia, è la "confessione di un figlio del secolo" che riflette sulla sua sete di vita: del corpo, dell'alcol e della droga, ma anche dell'acqua limpida, dell'azzurro del cielo, delle notti stellate e, soprattutto, di amore, amicizia e scrittura.
Scritti d'arte
René Crevel
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 89
«Da Grunewald a Dali, dal Cristo putrefatto all'asino putrefatto, nell'eccesso di certe fermentazioni, in fondo ai più venefici splendori - scriveva René Crevel poco prima di morire nel 1935 -, la pittura ha saputo trovare ed esprimere delle verità nuove che non erano soltanto di ordine pittorico. Ma questo apporto di conoscenze, questo aiuto in vista della trasformazione di un mondo non potrebbero bastare affinché l'uomo munito di pennello aspiri al ruolo di mago che, dopo il Romanticismo, l'uomo di penna ha osato pretendere di essere, non senza rendersi ridicolo. Troppi spettacoli sollecitano gli occhi che sanno vedere affinché vogliano ubriacarsi della bellissima opale corrotta, cielo diurno offerto ai fantasmi della notte, a quei mostri che, secondo Goya, genera il sonno della ragione. Al museo Gustave Moreau, davanti a una tela splendida e tuttavia limitata al suo splendore, basandosi, forse, su ricordi intimi di quel pittore che aveva conosciuto personalmente, il custode pronunciò queste parole che valevano tutti i ragionamenti più o meno teorici: "Si tratta di bella pittura, ma è pittura da egoista". Adesso però non è più il tempo della pittura egoista. Il padre del purismo austero, come amava definirsi, Amedée Ozenfant, deciso a non rinnegare i suoi fratelli maggiori, impressionisti, fauves, cubisti, costruttivisti, astrattisti, le cui opere rappresentano ammirevoli inventari dei metodi dell'arte, sempre pronta comunque a tener conto delle esperienze dell'avanguardia, dichiara che la ricerca della purezza fine a se stessa è un lavoro sterile. Ed esclama: "L'ossessione dell'abisso scavato tra il popolo e se stesso finisce per provocare una vertigine paralizzante". Questo fatto, enunciato sotto una forma antitetica, è sostenuto dalla tesi di André Derain, secondo cui non è compito dell'artista educare il popolo, ma è il popolo che deve educare l'artista. Andando contro tutti gli estetisti, Derain dà ragione al tizio che sta disegnando sui muri con un carboncino, perché considera i graffiti l'origine delle opere più belle e perché ha imparato molto guardando un marinaio che ridipingeva la sua barca, e insiste: "È il popolo che crea le parole e dà a esse spessore, così come è il poeta che gli dà il ritmo".» (Dall'autobiografia di René Crevel)
Lo spirito contro la ragione e altri scritti
René Crevel
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 127
"Nato il 10 agosto 1900 a Parigi da genitori parigini, il che gli permette di avere l'aria slava. Liceo, Sorbona, facoltà di diritto. Servizio militare fino alla fine del 1923, da qui l'impressione di vivere veramente soltanto dopo alcuni mesi. Non è stato né in Tibet, né in Groenlandia e neppure in America, ma i viaggi non fatti in superficie ha cercato di farli nel profondo. Così può vantarsi di conoscere bene certe strade e i loro alberghi di giorno e di notte. Ha orrore di tutti gli estetismi, sia che si tratti di quello di Oxford e dei pantaloni larghi, sia di quelli dei rimorsi di cinema con le loro case di traverso, quello dei negri e del jazz, delle sale da ballo e dei pianoforti, ecc. Per i romanzi futuri vorrebbe trovare personaggi così nudi, viventi come i coltelli e le forchette che rappresentavano gli uomini e le donne nelle storie destinate a rimanere inedite ma che lui raccontava quand'era bambino. Aveva iniziato le ricerche per una tesi di dottorato in lettere su "Diderot romanziere" quando, con Marcel Arland, Jacques Baron, Georges Limbour, Max Morise, Roger Vitrac, fondò una rivista, "Aventure", che gli fece dimenticare l'ottocento e il novecento. Fu allora che conobbe Louis Aragon, André Breton, Paul Éluard, Philippe Soupault, Tristan Tzara e un giorno, davanti a un quadro di Giorgio de Chirico, ebbe la visione di un mondo nuovo. Trascurò definitivamente il vecchio granaio logico-realista, capendo che era da vigliacchi rinchiudersi in una mediocrità ragionevole e che, nei veri poeti, non trovava né giochi di parole, né giochi d'immagini, ma li amava - e fra tutti in particolare Rimbaud e Lautréamont - per il loro potere liberatorio. Ha partecipato alle prime esperienze ipnotiche da cui André Breton trasse spunti per il suo "Manifesto del Surrealismo". Ha quindi potuto constatare di persona che il surrealismo era il meno letterario e il più disinteressato dei movimenti e, persuaso che non c'è vita morale possibile per chi non è docile a seguire le vie sotterranee o si rifiuta di riconoscere la realtà delle forze oscure, ha deciso una volta per tutte e col rischio di passare per un Don Chisciotte, un arrivista o un pazzo, di cercare, attraverso le sue azioni e gli scritti, di abbattere le barriere che limitano l'uomo e non lo sostengono" (Dall'"Autobiografia" di René Crevel). Prefazione di Marcel Jouhandeau.
Babilonia
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: CLUEB
anno edizione: 2007
pagine: XL-127
"Babilonia" è il racconto del disfacimento di una famiglia benestante filtrato attraverso gli occhi di una bambina. Una voglia di giovinezza e di trasgressione s'impossessa progressivamente dei personaggi, che abbandonano i continenti del buonsenso per attraccare a lidi di paradisi artificiali. Dalla grigia Parigi a Marsiglia che è un arcobaleno di bandiere, di sole, di molluschi al mercato; i vestiti variopinti e rappezzati delle vecchie prostitute della Cannabière, le guance troppo rosa di ragazzi che vendono il piacere a poco, le storie tristi di persone al limite della legalità. Con un lirismo doloroso e una rabbia latente, Crevel tocca tutti i punti più dolorosi di vite perdute, marionette di carne che s'incrociano nel corso di ogni esistenza. E fa passare il suo chiaro messaggio di dissenso nei confronti della pena di morte, della prigione a vita.
Il mio corpo ed io
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: Elliot
anno edizione: 2016
pagine: 127
Per il protagonista, in fuga dalla Parigi mondana e dissoluta degli anni Venti, la solitudine, tanto desiderata quanto sofferta, è l'occasione per interrogarsi sul "chi sono io" e sul "come vivere la vita". Il soggiorno in una sperduta località delle Alpi francesi, oltre al tentativo di arginare i segni premonitori della tbc, è l'occasione di una cura interiore nel tentativo di superare il conflitto tra tormento della memoria e abbandono all'oblio. Contro la finzione dei rapporti sociali, l'incertezza di quelli sentimentali e una conflittuale sessualità, il venticinquenne Crevel ricorre alla scrittura in cerca di una riconciliazione tra l'io e il corpo nel segno dell'autenticità e di una morale capace di ricomporre istinto vitale e istinto mortale, lucidità dell'intelligenza e confusione dei sensi. "Il mio corpo ed io" (1925), tradotto per la prima volta in Italia, è la "confessione di un figlio del secolo" che riflette sulla sua sete di vita: del corpo, dell'alcol e della droga, ma anche dell'acqua limpida, dell'azzurro del cielo, delle notti stellate e, soprattutto, di amore, amicizia e scrittura.
Babilonia
René Crevel
Libro: Libro in brossura
editore: Biblioteca Clueb
anno edizione: 2023
pagine: 124
Dalla grigia Parigi a una Marsiglia arcobaleno di bandiere, sole e molluschi al mercato; dai vestiti variopinti e rappezzati delle vecchie prostitute della Cannabière alle guance troppo rosa di ragazzi che vendono il piacere a poco, Crevel narra le storie tristi di persone ai margini, con un lirismo doloroso e una rabbia latente. Manifesta il proprio dissenso nei confronti della pena di morte, della prigione a vita, di un ordine imposto solo per compiacere un gruppo di persone noiose, infagottate in pellicce che puzzano di cane bagnato. E allora abbia inizio la svestizione, e al diavolo le buone maniere, le idee ben congegnate, le poltrone foderate e polverose. E benché anche l’insubordinazione abbia un prezzo, ci vuole ben altro per scoraggiare i personaggi di Crevel che, a testa alta, come eroi spartani, sono pronti a gettarsi nel baratro.