Libri di Federico Mazzini
Hackers. Storia e pratica di una cultura
Federico Mazzini
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2023
pagine: 208
L’hacking non nasce con i computer. Già agli inizi del Novecento dei giovani appassionati modificavano i propri apparecchi radio per ottenere prestazioni non previste dal loro produttore. Alcuni decenni dopo, negli anni ’60, si diffondono i ‘phone phreaks’, degli ‘hacker dei telefoni’ che prefigurano molte caratteristiche della odierna cultura digitale. Con la diffusione dei PC i gruppi hacker diventano un fenomeno mediatico e di massa. Alla metà degli anni ’80, quello che fino ad allora era stato considerato come un ‘ragazzo prodigio’ si trasforma in una potenziale minaccia come autore di clamorose truffe o altre pratiche criminali. Ma in quegli stessi anni le pratiche hacker cominciano ad assumere un valore politico: nascono il cosiddetto hacktivismo e le comunità Free Software e Open Source, che in poco tempo rivoluzioneranno l’industria del software e la cultura digitale nel suo complesso. Oggi il fenomeno hacker è arrivato a occupare un ruolo di primo piano nella geopolitica contemporanea grazie alla nascita di gruppi su scala globale come Anonymous e all’incorporazione dell’hacking nelle strutture militari e di intelligence.
La svolta culturale. Come è cambiata la pratica storiografica
Carlotta Sorba, Federico Mazzini
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2021
pagine: 184
Nel senso comune la storia e la storiografia hanno ben poco a che vedere con la teoria. Quello storico è un sapere ritenuto empirico e artigianale, basato sulla ricerca documentaria e su una ricomposizione il più possibile accurata delle tracce del passato. Ma è davvero così? Chi si occupa di indagine storica lavora in questo modo? Non proprio. La ricerca storica dialoga con un quadro teorico di riferimento che sorregge l’analisi e l’interpretazione delle fonti e contribuisce a dare senso alle esperienze degli uomini e delle donne del passato. La svolta culturale che ha attraversato le scienze umane e sociali a partire dagli anni Settanta del Novecento ha accentuato gli scambi tra storia e teoria culturale. E nel contempo ha prodotto nel lavoro storico delle trasformazioni importanti in termini di metodo, di temi, di fonti. Quali relazioni allora possono intercorrere tra riflessioni teoriche e pratica storiografica, quali opportunità e occasioni esse aprono a una conoscenza più profonda del passato, e in ultima istanza quali lasciti la svolta culturale ha consegnato al fare storia oggi? Questo libro offre ai lettori non soltanto una sintesi dei dibattiti e delle tendenze più interessanti ma anche un bilancio attento dei vantaggi e delle ambiguità della svolta culturale.
Scienza, tecnica e Grande Guerra. Realtà e immaginari
Libro: Libro in brossura
editore: Pacini Editore
anno edizione: 2019
pagine: 152
La Grande Guerra fu la prima guerra tecnologica di massa: tra il 1914 e il 1918 tutte le branche della scienza, dalla chimica alla psichiatria, e molti ritrovati della tecnica, dagli aeroplani alla fotografia, furono mobilitati nello scontro mondiale. La percezione della scienza e della tecnica, largamente positiva durante il lungo Ottocento, fu per la prima volta messa in discussione dai massacri tecnologici in trincea. Questo volume indaga come, durante il primo conflitto mondiale, l’immaginario della scienza e della tecnica fu difeso, adattato e in alcuni casi re-inventato, in un processo multimediale che coinvolse riviste illustrate, giornali, cinema, trattati accademici e memorialistica. In queste pagine sono narrati gli sforzi di scienziati, giornalisti, illustratori, registi, autorità statali e militari per negoziare il ruolo che la scienza avrebbe dovuto avere nella guerra, nel dopoguerra e, soprattutto, nella percezione della società civile.
«Cose de laltro mondo». Una cultura di guerra attraverso la scrittura popolare trentina 1914-1918
Federico Mazzini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2013
pagine: 312
La Grande Guerra fu un enorme "esperimento di psicologia sociale": nelle trincee si incontrarono e si scontrarono uomini di classe, provenienza e cultura diversa. La storiografia ha posto l'accento sull'effetto omogeneizzante della guerra totale, fino a parlare di una "cultura di guerra" di scala europea. Questo volume insegue la nozione di cultura di guerra nella scrittura popolare di una singola comunità contadina, quella del Trentino di inizio secolo sottoposto all'autorità asburgica, cercando le tracce di uno scontro - quello tra una cultura contadina e l'effetto disgregante della guerra totale - che si è giocato non nella trincea, ma principalmente sulle pagine di diari, memorie e memoriali. L'autore descrive i dispositivi retorici attraverso i quali gli aspetti potenzialmente destabilizzanti della guerra sono neutralizzati, domati, manipolati attraverso la parola scritta. Di fronte a un evento spesso considerato spartiacque della modernità, questo studio si occupa delle armi retoriche con cui la battaglia locale tra modernità e tradizione contadina venne combattuta e degli sforzi, forse disperati ma mai abbandonati dagli attori sociali, di affermare la continuità.
Una guerra di meraviglie? Realtà e immaginario tecnologico nelle riviste illustrate della prima guerra mondiale
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2017
pagine: 68
La prima guerra mondiale scoppia all’apice della “seconda rivoluzione industriale”. Nel giro di poco più di cinquant’anni invenzioni quali il telefono, l’illuminazione elettrica e l’automobile moderna cambiarono la vita di buona parte della popolazione occidentale. Al contempo invenzioni meno quotidiane ma non meno importanti, quali la mitragliatrice, l’aeroplano e il sommergibile rivoluzionarono le modalità con le quali la guerra sarebbe stata combattuta. È dolorosamente ironico che il lungo Ottocento, il Secolo del Progresso, si chiuda nel massacro tecnologico che fu la prima guerra mondiale. Nel fango delle trincee non si infranse soltanto un’idea della guerra come impresa nobile, eroica, gloriosa, ma anche la convinzione che scienza e tecnica fossero necessariamente positive e inevitabilmente volte al miglioramento della condizione umana.