Libri di Pierpaolo Martino
Scritti dal basso. Dieci bassisti tra jazz e letteratura
Pierpaolo Martino
Libro: Libro in brossura
editore: ShaKe
anno edizione: 2025
pagine: 288
"Scritti dal Basso" racconta il contrabbasso e il basso elettrico dal punto di vista di dieci tra i bassisti più influenti della storia del jazz, e non solo, se si pensa al lavoro svolto da Jaco Pastorius o Melvin Gibbs o Eberhard Weber in ambito pop e world, al bassismo postpunk di Mick Karn e al lavoro in ambito contemporaneo di Barry Guy, Mark Dresser e Stefano Scodanibbio. Questo libro tesse una storia del contrabbasso e del basso elettrico in ambito jazz e avant, in cui il basso viene letto e scritto attraverso diverse prospettive e pensato in termini necessariamente intermediali (a partire dalla vicenda del grande Charles Mingus). Fondamentale nella scelta dei musicisti è stato il rapporto di ciascuno di essi con la scrittura e in particolare con la letteratura, sia in quanto lettori, che autori/scrittori; ossia l'aver composto delle opere di omaggio o in collaborazione con alcuni scrittori (è il caso di Steve Swallow, Bruno Chevillon, Dave Holland, Charlie Haden, Guy, Dresser,) o l'aver composto brani o album che sanno di letteratura (come nel caso di Pastorius, Weber e Gary Peacock). Ogni capitolo mette in rapporto specifiche composizioni di ciascun bassista con opere di scrittori quali Oscar Wilde, Thomas Hardy, James Joyce, Virginia Woolf, Samuel Beckett, Pier Paolo Pasolini, Kamau Brathwaite, Robert Creeley, Paul Auster e Yvone Vera. Per poi scoprire - attraversando i vari capitoli del libro, basati nella maggior parte dei casi su interviste esclusive realizzate nel corso degli ultimi dodici anni - come ogni bassista rimandi ad altri bassisti, secondo un'idea di ascolto come vibrazione e attraversamento che ci coinvolge tutti in quanto ascoltatori/performer. Quando scrivo le mie poesie, ho sempre una linea di basso che mi risuona nella testa. (Linton Kwesi Johnson) Ebbene suono il basso / o meglio è il basso a suonarmi / il mostro elettrificato a quattro corde, dal ventre grosso / quello che divora tutti gli altri suoni (Jeff Noon) Non importa che genere di musica tu stia suonando, il basso enfatizza la musica e la fa suonare più bella e piena. (Charlie Haden) Con il tempo ho iniziato a divertirmi sul serio suonando il basso; era una cosa fisica collegata al mio amore per la danza. (Kim Gordon - Sonic Youth) Il manico sottile e affusolato, la curvatura del corpo, le possibilità tonali dei due pick-up … Il Fender Jazz Bass è una delle cose più perfette mai progettate dall'uomo. (Guy Pratt) Improvvisazione e composizione sono per me due sfere separate che ruotano intorno al contrabbasso come sorta di perno centrale (Barry Guy) Il basso è dappertutto nel rock, è quel suono sicuramente che ho ricercato nella mia musica. (Bruno Chevillon) Il contrabbasso [si caratterizza per] un corpo che può diventare un set di percussioni, corde che rifulgono di suoni armonici, registro sì grave ma che può schizzare a quello acuto grazie all'alternanza rapida di suono reale e suono armonico … offrendo un ventaglio di possibilità difficilmente riscontrabili in un altro strumento, sicuramente in nessun'altro strumento ad arco. (Stefano Scodanibbio)
Leggere Ziggy. David Bowie e la letteratura inglese: da George Orwell a Hanif Kureishi
Pierpaolo Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 140
"Leggere Ziggy" indaga il rapporto di Bowie con la scrittura letteraria e in particolare con la letteratura inglese, traducendo il discorso artistico bowiano in una sorta di dialogo tra dialoghi in cui musica e letteratura interrogano altri linguaggi artistici, quali cinema e fotografia, e in cui immagine, parola letteraria e suono (musicale) si ridefiniscono a vicenda. Le canzoni di Bowie si caratterizzano per una dimensione fortemente teatrale, non solo per la capacità dell'artista di creare personaggi e maschere diverse all'interno di una stessa canzone o album, ma anche grazie alla loro capacità di "risuonare", come avrebbe detto Michail Bachtin, della parola altrui. Molti dei suoi brani includono riferimenti più o meno diretti a testi e autori da lui particolarmente amati e "messi in musica". Il volume si sofferma su cinque personalità che hanno avuto un ruolo centrale nel definire l'immaginario bowiano: l'Arthur Clarke di 2001: A Space Odyssey, letto in rapporto al Bowie di Space Oddity; il George Orwell di Nineteen Eighty-Four, messo in relazione all'album (e allo show di) Diamond Dogs; il Christopher Isherwood di Goodbye to Berlin, analizzato in rapporto alla trilogia berlinese del 1977-1979, e infine il Colin MacInnes di Absolute Beginners e l'Hanif Kureishi di The Buddha of Suburbia, ripensati alla luce delle omonime opere bowiane, pubblicate rispettivamente nel 1986 e nel 1993.
La filosofia di David Bowie. Wilde, Kemp e la musica come teatro
Pierpaolo Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2016
pagine: 145
Parlare della musica di Bowie come teatro significa tradurre il suo discorso artistico in una sorta di dialogo tra dialoghi in cui la musica interroga altri linguaggi artistici e in cui l'immagine, la parola letteraria e il suono si ridefiniscono a vicenda. Partendo dallo stretto rapporto che lega Oscar Wilde all'emergere della cultura glam nella seconda metà del ventesimo secolo e dalla dialogica che lega Bowie e uno dei suoi maestri, il mimo Lindsay Kemp - la cui poetica dissonante e contraddittoria influenzerà profondamente il cantante - il libro si pone come spazio di accesso da un lato all'affascinante officina dell'immagine bowiana, dall'altro alla profonda teatralità dei testi delle sue canzoni abitati da una molteplicità di maschere create dall'artista, ma anche da parole altrui. L'aspetto forse meno indagato nel discorso bowiano, al quale questo volume rivolge particolare attenzione, è dato dall'innovazione musicale e dalla ricerca sonora che sono alla base della sua filosofia artistica; come si vedrà, la finalità di queste pagine è il far comprendere al lettore come nella filosofia di Bowie la musica in quanto teatro sia in grado di rivolgersi direttamente alle emozioni degli ascoltatori coinvolgendoli in quanto veri e propri attori nel processo di produzione di senso.
Words and music. Studi sui rapporti tra letteratura e musica in ambito anglofono
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Editore
anno edizione: 2015
pagine: 144
Words and Music rappresenta il primo esito di una ricerca che ha visto coinvolti docenti di università di tutta Italia - tra cui Iain Chambers (Napoli), Silvia Albertazzi (Bologna), Enrico Reggiani (Milano), Augusto Ponzio (Bari) - e musicisti attivi sia in ambito concertistico (internazionale) che didattico, quali il M° Gianni Lenoci. La ricerca è ancora in corso e dovrebbe dare adito a ulteriori eventi - seminari, convegni, performance - e pubblicazioni (volumi, CD, supporti multimediali).
Mark the music. The language of music in english literature from Shakespeare to Salman Rushdie
Pierpaolo Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 248
Down in Albion. Studi sulla cultura pop inglese
Pierpaolo Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2007
pagine: 220
Down in Albion offre un'analisi di testi e contesti sulla cultura pop inglese degli ultimi cinquant'anni, attraverso cui è possibile indagare aspetti importanti della società inglese contemporanea. I capitoli del volume isolano in campo letterario, musicale e cinematografico figure complesse quali Colin MacInnes, Hanif Kureishi, Nick Hornby, Derek Jarman, David Bowie, Pete Doherty, Beatles, Morrissey, Radiohead; icone culturali che hanno in comune la capacità di dar voce e di difendere attraverso la propria arte e la propria vita l'idea stessa di differenza. Il volume ripensa, dal punto di vista del pop, il concetto di Englishness, che diventa qui sinonimo di apertura e commistione di razze, classi, generi e linguaggi.