Libri di Milo De Angelis
La corsa dei mantelli
Milo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2011
pagine: 127
"La corsa dei mantelli" è la storia di una ragazza, selvatica, bella e indomabile, appassionata di gare e duelli. Si chiama Daina e di lei ci si innamora a prima vista. Nella sua breve avventura terrena, Daina trova sulla sua strada una banda di strane creature, tra cui Luca, che la segue dappertutto e impara a conoscere la sua natura visionaria e crudele, efebica e sognante, sempre pronta a gettarsi nelle prove più rischiose. Le ombre accompagnano il loro viaggio, assistono al torneo di lotta nelle risaie e ai giochi mortali sui binari dei treni, rifanno di notte le partite giocate al mattino nel cortile di una scuola. Il racconto va in tante direzioni, ora fiabesche e leggendarie ora realistiche. Rimane il filo conduttore di Daina, in balia di ogni incanto eppure lucida fino al tormento. Quante anime si celano in lei! Sono anime esordienti, che non vogliono entrare nel tempo quotidiano, vivono sospese in quel brivido assoluto che è la loro giovinezza, in quel mondo di gare fisiche e di prove spirituali, riti di passaggio che non conducono a nessuna maturità. "La corsa dei mantelli" è un racconto fiabesco scritto da Milo De Angelis negli anni Settanta e qui riproposto insieme a un' inedita versione teatrale - ma è anche un grande archivio di immagini e di presenze che poi nutriranno la sua poesia: la ragazza guerriera, le edicole cittadine, i campi di calcio, il gesto atletico, le palestre, tutto un mondo adolescente attraversato dal gusto della sfida e del valore.
Gli epistolari
Milo De Angelis
Libro: Copertina rigida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 1998
pagine: 1106
Colloqui sulla poesia
Milo De Angelis
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Book Time
anno edizione: 2013
pagine: 205
Il libro, con prefazione di Isabella Vincentini, raccoglie 22 interviste fatte al poeta milanese dal 1990 al 2007 e pubblicate su quotidiani e riviste ormai introvabili. È un libro importante per chi vuole approfondire la poesia di uno dei maggiori poeti contemporanei. Questi dialoghi offrono una chiave di accesso che nessuno studio critico può offrire. Allegato al libro troviamo un DVD, con delle immagini inedite di Milo De Angelis. Dura circa un'ora ed è diviso in tre tempi. Il primo, girato da Viviana Nicodemo, si intitola "Un nome della via" e ci conduce nei luoghi del poeta, nelle sue amate strade di periferia. Il secondo è una breve parentesi francese e ci mostra De Angelis nell'inverno del 1993, ospite della "Maison des Ecrivains" di Saint-Nazaire. Il terzo, infine, è un dialogo con il poeta Stefano Massari, avvenuto all'inizio del 2006 nella casa milanese di via Bovisasca, dove ascoltiamo De Angelis che legge i suoi testi e ci parla di alcuni dei suoi temi centrali.
Millimetri
Milo De Angelis
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2013
pagine: 72
La cifra fondamentale dei versi di De Angelis è costituita dalla capacità di entrare in immagini abissali che per il lettore costituiscono un vero e proprio shock e di costruire scene e situazioni quotidiane che ascendono a un'immobilità metafìsica, capace di ricordare De Chirico attraverso quadri memorabili dì sapienzialità unica.
Incontri e agguati
Milo De Angelis
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 65
Una ricognizione sulle avventure mentali di un passato ormai remoto e sul loro quotidiano scontrarsi doloroso e frontale con l'idea di un precipizio assoluto, di un risucchiante nulla infinito; e poi il riemergere di giovani volti e figure, di minime vicende, salvate, chissà perché, dalla memoria: e infine il resoconto, condotto con oggettiva esattezza, di un drammatico fatto di cronaca, di un episodio di tenero amore e orribile violenza. Sono questi i tre momenti essenziali, quanto mai ricchi di situazioni e implicazioni interne, della nuova opera di Milo De Angelis. Un libro di straordinario rigore e coraggio, dove il pensiero della morte, con le sue impietose incursioni, tende un arco ininterrotto tra tempi lontani e presenti, dove la sua acuta invadenza si affaccia, anche "nei traffici dell'amore". Eppure, il personaggio che ne subisce gli attacchi - l'io lirico - che ne viene aggredito non cessa, neppure per un istante, di resistere, ma cerca ripetutamente di venire a umani patti o opporsi in trattative con quell'ombra inumana e sinistra che lo perseguita. Un cimento, dunque, che sulla pagina riesce a tradursi in una testimonianza in continua tensione, e dove una salvezza, sempre sentita come parziale e provvisoria, si realizza grazie a quello strumento formidabile che è la parola nella forma e nel fiato del verso. Ed ecco allora che il poeta riesce ad autodefinirsi, con una saggia pacatezza, antiretorica e duramente conquistata, come "un povero fiore di fiume"...
Poesie (2020-1997)
Vittorino Curci
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2021
pagine: 172
"L'infanzia percorre tutte queste pagine, con le sue scene antiche e il suo eterno «primo ottobre nel cortile della scuola», il suo giocare «a morra con le ore della notte». Ma non è l'infanzia crepuscolare del rimpianto. È una stagione vivissima che non possiamo situare nel passato, che ci raggiunge e ci supera, a volte ci aspetta. È un inizio incessante in cui siamo immersi, quello che ha ispirato un momento esemplare di quest'opera («Se penso al mattino del creato/ quando le cose furono toccate da uno sguardo per la prima volta/ io sono contento di tornare sui miei/ passi...») e sollecita nel profondo la sua ispirazione, ponendosi come continuo esordio o come rinascita dopo la caduta e accendendo una corrente impetuosa che scorre tra le righe nei momenti dello sconforto, della sconfitta, dell'essere vulnerabili alle potenze del cosmo: quando «il tuo mandala sarà disfatto/ al primo sogno di vento», ecco che un altro vento misterioso scuote il disfacimento e lo consegna alla metamorfosi. Così il fascino di questa poesia è un soffio polifonico che raccoglie in sé diverse tonalità – dall'elegia alla riflessione sapiente, dall'invettiva alla supplica – per ricrearsi continuamente dalle sue ceneri, che sono le ceneri personali ma anche quelle della Storia: è una prospettiva vasta e generale, un'inquadratura in campo lungo, uno sguardo nitido e insieme visionario". (dalla prefazione di Milo De Angelis)
Poesie dell'inizio 1967-1973
Milo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 128
Possiamo felicemente confrontarci con la nascita di un poeta, in queste pagine che documentano i primissimi passi di una figura chiave della nostra poesia di oggi. Scritti tra il 1967 e il 1973, sono qui raccolti cinquantuno testi di un Milo De Angelis giovanissimo ma già ben riconoscibile in alcuni tratti della sua inconfondibile fisionomia espressiva. Tra la concretezza del quotidiano, e dunque dei luoghi e delle varie figure umane che vi appaiono, si insinua persistente il senso del dolore, «in uno scenario tormentato di attesa e di rischio», come scrive Luigi Tassoni. Agisce, verso dopo verso, quella acuta tensione verticale tipica di De Angelis evidente qui in ogni dettaglio. Una tensione dunque già vocazionalmente attiva fin dalle origini della sua scrittura, sempre mossa dai sussulti di inquiete vibrazioni interne. Ci troviamo poi di fronte anche a innumerevoli sprazzi narrativi, condotti attraverso la sensibilissima attenzione a frammenti colti tra realtà e visionarietà, e dunque a «privatissime storie» in cui si manifesta, spesso magari nell'apparire del gesto atletico o in un affiorare della sessualità, una «voglia tremenda di esserci», ma accanto a persistenti presagi di morte, nell'impulso che conduce il giovane poeta a «trasformare ogni istante in coscienza...». I percorsi di queste pagine sono in genere vissuti all'interno di una dimensione esistenziale in cui già si manifestano elementi che caratterizzeranno le successive opere maggiori, in poesie che «tengono aperta la ferita dell'origine», come scrive Angelo Lumelli, l'amichevole custode di queste carte. Straordinaria, sorprendente, è quella risorsa, tipica di De Angelis, fin da giovanissimo, di passare dall'orizzontalità della comune esperienza alla verticalità più vertiginosa, ma spesso con il conforto, per il lettore, anche di efficaci, fluide aperture discorsive, nell'osservazione dei «movimenti sicuri di sagome terrestri / nate e vissute in armonia con la terra». L'imprevisto capitolo aurorale dell'opera di un protagonista della nostra scena letteraria ci aiuta a penetrare ulteriormente nei molteplici rivoli emozionanti della sua vicenda umana e poetica.
I fiori del male di Baudelaire
Milo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 440
Rieccoci all'opera di un poeta esemplare, Charles Baudelaire, la cui assoluta, dirompente originalità ha trovato in ogni epoca nuove e appassionate adesioni e nuovi traduttori, spesso tra le figure di maggior risalto della poesia del loro tempo. Così avviene ora con Milo De Angelis, che ce ne fornisce una nuova versione d'autore. Classico e innovativo al tempo stesso, nei Fiori del male Baudelaire ha saputo esprimere la sua osservazione sensibile del mondo e dell'esistere nell'eleganza sempre impeccabilmente elevata della pronuncia e dello stile, anche trattando di una realtà umile e bassa, e in questo aprendo la ricerca poetica a una testimonianza della infinita complessità dell'esistenza. Attratto da un carattere ben riconoscibile dei Fiori del male , e cioè la sapiente inscindibile coesistenza di alto e basso, di sublime e orribile, il nuovo poeta-traduttore ha ben colto il formidabile senso, in Baudelaire, di una doppiezza che si manifesta nelle varie espressioni del reale, e dunque sia nella cangiante personalità femminile sia nella visione della città, entrambe da lui vissute e cantate con adesione e insieme con sottile sofferenza, al punto da gridare «Ti amo, infame capitale». Nella costante doppia articolazione del volto del mondo agli occhi del poeta risiede l'identità stessa della sua poesia, in cui comunque si impongono altri grandi temi: oltre a Parigi e alla donna, anche il viaggio, lo spleen , e le infinite corrispondenze che si intrecciano tra le cose facendo delle nostre vite «foreste di simboli». Intimamente coinvolto dalla sfida di una vertiginosa voce poetica che nel giro di pochi versi si getta a capofitto dall'azzurro all'inferno, e passa dalla morte alla preghiera, dalla pienezza dei sensi a immagini di decomposizione, dall'opulenza agli stenti, De Angelis si attiene strenuamente e con grande efficacia alla lettera dell'originale, e ci regala un Baudelaire profondamente suo ma che nello stesso tempo rimane profondamente se stesso nel verso e sulla pagina.
De rerum natura di Lucrezio
Milo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 544
Un grande classico – del pensiero, oltre che della letteratura – interpretato da uno dei maggiori poeti del nostro tempo: questo straordinario De rerum natura ci permette di tornare a Lucrezio con rinnovato sguardo. Milo De Angelis, lo racconta nell'Introduzione, ha portato a compimento la sua versione grazie a un sodalizio con l'autore coltivato assiduamente fin dalla giovinezza: una lunga fedeltà che gli ha permesso di rendere nella nostra lingua la potente complessità dell'esametro, in versi che ne ricreano fedelmente lo spirito e la tensione interna come non era finora mai avvenuto con tanta poetica adesione. Entriamo così in un percorso intellettuale che ci arriva da molto lontano nel tempo, ma che pure presenta, nel suo valore assoluto, elementi che si avvicinano a certi tratti della sensibilità, della stessa dimensione problematica dei nostri tempi. Troviamo nel poema di Lucrezio un pervasivo senso del nulla, insieme, peraltro, al senso stesso dell'infinito, in versi spesso di intonazione drammatica. L'autore afferma e ripete che «tutta la nostra vita si affanna nell'oscurità», che siamo come «bambini che tremano in mezzo alle tenebre cieche». Come scrive De Angelis, domina, in toni concitati, allucinati, una forma di "pathos esistenziale", con «la capacità di addentrarsi nei chiaroscuri dell'anima, di esplorare le zone più buie, inospitali, disabitate, vertiginose dell'esperienza umana» e con una «forza introspettiva vicina alla letteratura del nostro tempo». Ma non solo. Il grido di dolore di Lucrezio di fronte alla vanità del tutto e la sua sistematica razionale decostruzione delle idées reçues si stemperano qua e là in quadri di dolente e partecipe dolcezza: la giovenca che disperata cerca il vitello che le è stato sottratto per essere sacrificato agli dei è una delle immagini indimenticabili del poema. Lucrezio ci arriva dunque nei suoi passaggi spesso visionari, nei suoi interrogativi spesso aperti, con la formidabile attualità senza tempo di un vertice della meditazione poetica.
Ritorno
Milo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Vallecchi Firenze
anno edizione: 2022
pagine: 80
Con il dettato inconfondibile della sua voce poetica, Milo De Angelis affronta il tema del ritorno come atto conoscitivo, viaggio agli inferi, mutamento e ritrovamento di sé. Odisseo e Orfeo, le due figure chiave del tornare, archetipi di conoscenza e poesia, guidano nella profondità di questo passo. Milo De Angelis mostra l’eroe omerico nella tenerezza fatale del riconoscimento di Argo, intraprende un viaggio accanto agli autori amati: Leopardi, Pascoli, Campana; giunge all’Orfeo definitivo che parla per bocca di Cesare Pavese. Queste pagine svelano il ritorno come fedeltà alla parola e al destino.
Sotto la scure silenziosa. Frammenti dal «De rerum natura». Testo latino a fronte
Tito Lucrezio Caro
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 119
Questa antologia isola quattro temi del “De rerum natura” di Lucrezio – la natura, l’angoscia, l’amore, la malattia – e si giustifica, rispetto alle numerose edizioni complete di questo immortale poema, per l’eccellenza e l’arditezza della traduzione, dovuta a uno dei principali poeti italiani, Milo De Angelis. Nella sua breve presentazione De Angelis scrive: «Nell’età di Cesare e Cicerone, mentre imperversa la guerra civile, un poeta solitario, totalmente estraneo alle competizioni politiche e letterarie del suo tempo, inizia a scrivere da un’epoca remota, innestando la sua voce in quella dei presocratici, resuscitando le antiche cosmogonie. Non sappiamo dove è nato né dove è vissuto, non sappiamo nulla di lui, se non che si chiamava Tito Caro Lucrezio, che visse nel I secolo avanti Cristo, che fu stimato da qualche contemporaneo e considerato folle da altri. Ciò che dà forza ai suoi versi è proprio questa solitudine. Anima fuori tempo e fuori luogo, Lucrezio sembra invaso dalla tradizione, impegnato in un dialogo supremo con le figure del passato, con Esiodo e Senofane, con Empedocle ed Epicuro, con l’energia arcaica che dai millenni giunge intatta fino a noi».
Diario di un delicato
Pierre Drieu La Rochelle
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2021
pagine: 128
«'Diario di un delicato', pubblicato da Drieu La Rochelle (1893-1945) un anno prima del suicidio, delinea una solitudine senza scampo» scrive Milo De Angelis. «È una lunga, intensa, lacerata riflessione sulla vita che non si lascia prendere, che non si vuole prendere, dopo essere apparsa in un estremo di pienezza sotto le spoglie di una donna, Jeanne. Una donna che è un’invocazione ad entrare nel ritmo elementare della vita, delle sue forze feconde, materne, paterne, quotidiane, benignamente borghesi. Ma il protagonista (che è Drieu in tutto e per tutto) oppone il suo rifiuto. Certo, non è un rifiuto prestabilito: se così fosse, non avremmo alcun dramma, e verrebbe anche meno quel chiaroscuro allarmato e fosco di presagi che è la scrittura stessa di Drieu. Non prestabilito e tuttavia potente, contiguo alla parte distruttiva di sé che ormai (nel ’44) prende il sopravvento».