Libri di Francesca Nenci
Frammenti di una vita in bianco e nero
Francesca Nenci
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2018
pagine: 68
"Nella nuova raccolta di Francesca Nenci, oltre l'ormai caratterizzante angolatura legata alla classicità soprattutto greca, riecheggiano nuovi stimoli poetici e nuove prospettive di lettura della realtà. La "maschera bianca" del lirismo d'accatto viene rifiutato e battuto in breccia dalla volontà di mettersi in gioco, di svelare il dolore e la sofferenza che pulsano sotto l'apparente grazia e compostezza delle parole preparate per piacere al lettore. E questo il compito della poesia per la poetessa di Pisa: togliere le maschere dal volto apparentemente sereno di chi simula il rappacificamento raggiunto, mostrare il cuore pulsante di dolore delle cose, passare attraverso il deserto di ghiaccio del silenzio e giungere ancora a una parola piena, rilevata, eloquente in senso autentico, capace di ridurre lo iato tra verità ed espansività della pratica poetica. Frammenti di vita in bianco e nero (e cioè ricondotti al chiaroscuro della vita che non è mai né bianca né nera) non è un'opera minimalista che riporta episodi dell'esistenza quotidiana per dargli un senso e un significato per chi l'ha scritta. È un testo che, invece, intende misurarsi con questioni importanti, di frontiera, sperimentare e recuperare forme tradizionali ormai neglette e concedersi divagazioni e ballon d'essai verso la pittura moderna. [...] il tragico della quotidianità si sposa con il nitore e la cristallinità della poesia lirica in un tentativo riuscito di pacificare i propri demoni e dare spazio ai propri fantasmi (classicistici o meno) per riscattare la vita attraverso la poesia. O viceversa?" (Dalla prefazione di Giuseppe Panella)
Novena
Francesca Nenci
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 20
Il titolo "Novena" evoca il sacro delle festività religiose e nel contempo la sacralità del numero: per Pitagora e Platone il numero è l'essenza delle cose, è il ritmo che il Dio ha dato all'universo. Pertanto la poesia in sé è sacra, poiché è soprattutto numero, cioè ritmo modulato da accenti, suoni, pause, come i respiri dell'anima del mondo; è l'infinito, cui l'uomo aspira insieme all'armonia. Intendo sacro anche nel senso di mistero, insondabile per l'uomo, della vita e della morte e del nostro essere finiti, ma infiniti nel desiderio, nell'immaginazione, nel dolore e nell'amore. Il titolo racchiude il numero nove, quante sono le Muse e le poesie del piccolo libretto: l'ho composto come fosse un breve rosario da sgranare con le dita, recitando le poesie una dopo l'altra, per arrivare, infine, all'armonia, per me una speranza accesa da una favilla d'infinito, che pare subito si spenga. Queste poesie sono anche figure di sentimenti, sostanziate da ricordi che l'anima nutre con dolcezza. Le tre immagini dei quadretti di Giorgina ed i bozzetti di Lucrezia, nel loro stridente contrasto, le une accese di colori, le altre in bianco e nero, accompagnano visivamente il senso della mia Novena.
Penelopeia. Variazioni sul tema della tessitrice
Francesca Nenci
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2015
pagine: 116
La tela che Penelope nell'Odissea fa e disfà è l'immagine e il simbolo dell'iterazione del dolore e di un tempo ciclico che non ha progresso, poiché ritorna su se stesso, come il labirinto o come i meandri del cervello che il dolore ripercorre, ogni volta a segnare con i colpi del telaio i momenti della disperazione.La tela di Penelope, come quella di tutte le tessitrici, è muta: è un dono silenzioso, come lo sono i manufatti delle donne, che non hanno parola; ma l'arte perfetta sublima un dolore perfetto, ed il mito lo stigmatizza e, conferendo assolutezza all'episodio contingente, lo rende archetipo. In "Penelopeia" l'eroina infrange questa assolutezza, tanto che i colpi battuti sul telaio per tessere la tela della sua nuova vita sembrano risuonare di libertà e di gioia.
La repubblica. Testo latino a fronte
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2008
pagine: 583
Costruito come dialogo, il "De Repubblica" è uno dei testi fondamentali dell'intero corpus ciceroniano. Un testo di filosofia politica che analizza in maniera sorprendentemente attuale le possibili forme del governo e le sue altrettanto possibili degenerazioni. Cicerone riflette sulla natura della monarchia, sempre a rischio di trasformarsi in tirannide, sull'aristocrazia e sulla sua deriva in oligarchia, sulla democrazia che può scadere in demagogia. Ma si concentra anche sull'idea di giustizia e sulla sua pratica, all'interno dello stato e nei rapporti internazionali, sulla costituzione romana nel suo sviluppo storico e sulla figura dell'uomo di governo ideale, il princeps, colui il quale sacrifica l'interesse individuale a vantaggio di quello collettivo.
Versi imperfetti della vita imperfetta
Francesca Nenci
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
"Il modello poetico di Francesca Nenci, fatto di lancinanti espressioni di strazio (ricordi di un passato remoto che non si riesce a cancellare o ad abradere) e di rasserenanti recuperi del passato mitico di un'umanità che non si rassegna a scomparire (come nei versi più classici e assai umanamente delicati del Polipo), nasce da una volontà di lirica che non vuole essere assoluta o perfetta ma mostrare tutte le sue debolezze e le sue impossibilità."
Le storie. Testo latino a fronte
Publio Cornelio Tacito
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 848
Opera fondamentale della storiografia occidentale, Le storie di Tacito furono scritte intorno al 110 d.C. e narrano – nella parte a noi pervenuta – i fatti del 69-70 d.C. Severo, solenne, Tacito scava nel profondo degli animi degli uomini per dipingere senza infingimenti la brama di potere di chi regna, l'ipocrisia dei cortigiani, la volubilità degli eserciti, l'insensatezza del volgo. Con un'analisi lucida e un giudizio acuto, innalza il contingente – la vicenda del principatus romano – a categoria storica universale, mostrando «di che lacrime grondi e di che sangue» la facciata del potere.