Libri di Federico Lijoi
L'anima e lo Stato. Hans Kelsen e Sigmund Freud
Federico Lijoi, Francesco S. Trincia
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2015
pagine: 283
Svoltosi negli anni Venti del Novecento, il dialogo tra Hans Kelsen e Sigmund Freud costituisce un episodio tanto rilevante quanto poco nolo della storia del pensiero. In una Europa che sta vivendo il travagliato e fragile passaggio alla democrazia, il giurista della Dottrina pura del diritto e il padre della psicoanalisi si trovano a discutere la differenza tra massa e Stato, così come il ruolo del capo quale fattore coesivo dell'organizzazione sociale. Questo libro propone una lettura della controversia che mette al centro il rapporto, sempre eccentrico e mai perfettamente conciliabile, tra la dimensione soggettiva dell individuo e quella oggettiva dello Stato, nella convinzione che, seppure diversamente, tanto per Kelsen quanto per Freud sia possibile rinvenire proprio nella democrazia l'indicazione per una composizione politica di questa eterna tensione.
Scienza giuridica, democrazia e diritto. Interpretazioni costituzionali in Austria dall'Impero alla Repubblica
Federico Lijoi
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 224
La positività del diritto. Saggio su Hans Kelsen
Federico Lijoi
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2011
pagine: 404
La dottrina pura del diritto di Hans Kelsen rappresenta l'espressione più elevata del positivismo giuridico del XX secolo e, in particolare, della tesi secondo cui il diritto debba risultare nettamente distinto dalla morale. La Reine Rechtslehre è in tal modo assurta a simbolo di una concezione amorale, quando non più drasticamente immorale, dell'ordinamento giuridico. In questo volume si argomenta come, in realtà, il positivismo giuridico kelseniano abbia voluto perseguire lo scopo opposto, ovvero quello di mostrare come la differenza tra il diritto e la morale rappresenti piuttosto la condizione del loro rapporto. In linea con i presupposti politici del parlamentarismo e con quelli filosofici del relativismo, il diritto positivo appare così il luogo della sintesi delle istanze morali, il punto di passaggio in cui "gli elementi amorfi della società trapassano nelle forme fisse dello Stato".