Libri di Federica Boragina
Pino Pascali. Toti Scialoja. Confluenze
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2024
pagine: 144
Il volume accompagna la mostra, allestita presso il Teatro Kursaal di Bari dal 9 novembre 2024 al 4 maggio 2025, che si propone di tracciare un itinerario visivo ed evocare il dialogo personale e artistico fra Pino Pascali (1935-1968) e Toti Scialoja (1914-1998). L'incontro fra i due artisti avviene a Roma, nelle aule dell'Accademia di Belle Arti: Pascali si iscrive nel 1955 e Scialoja è titolare della cattedra di scenotecnica. Alla luce della sua esperienza internazionale, Scialoja orienta i giovani artisti a sperimentare materiali stimolando nel giovane Pascali i primi esperimenti pittorici, ancora oggi poco noti. Conclusa l'esperienza in accademia, l'artista pugliese si dedica all'attività di scenografo e di grafico pubblicitario, seguendo le orme del suo maestro che, negli anni quaranta, aveva esordito proprio in ambito teatrale. L'animazione e il teatro sono l'occasione per Pascali per coltivare con ironica e irriverente intelligenza, un'insaziabile inventiva, considerando il gioco e lo scherzo come categorie critiche di lettura e sovversione della realtà, che confluiranno poi nelle note opere della seconda parte degli anni sessanta. Proprio questo aspetto, di eco futurista, è l'elemento che, ancora una volta, avvicina Pascali a Scialoja il quale, negli stessi anni, affianca la propria attività pittorica, ancorata alle pratiche informali, con una nuova creatività letteraria. Il libro si propone dunque di considerare i due percorsi artistici fra il 1955 e il 1968, evidenziandone punti di tangenza, concessi dalle occasioni condivise, ma anche suggerire nuove convergenze, in bilico fra arte e gioco, letteratura e scherzo, ironia e stupore.
Scritti d'arte (1959-1981)
Vincenzo Agnetti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 240
Il volume, curato da Federica Boragina, raccoglie per la prima volta gli scritti d’arte di Vincenzo Agnetti, fra i maggiori protagonisti dell’arte concettuale del Novecento. I primi scritti di Agnetti risalgono alla fine degli anni Cinquanta, periodo in cui partecipa al contesto artistico milanese delle neoavanguardie: testi critici dedicati ai maggiori protagonisti del tempo, fra cui l’amico Piero Manzoni e, negli anni a seguire, Enrico Castellani, Fausto Melotti, Paolo Scheggi e altri. Accanto agli scritti «per gli artisti», considerevole è la produzione di scritti «sull’arte» comparsi, a partire dagli anni Settanta, sulle principali riviste dell’epoca: «Domus», «Data» e «Flash Art». Si tratta di contributi dedicati al panorama artistico coevo, letto con profetico intuito e rara lucidità; ma anche di scritti di natura teorica da considerarsi parte integrante delle opere stesse. La selezione è accompagnata da note critiche che restituiscono il contesto nel quale i testi hanno preso forma e lasciano emergere la diretta derivazione e la ricorrenza fra gli scritti e le opere di Agnetti, da leggersi come elementi di un unico sistema. Con uno scritto di Marco Meneguzzo.
Editoria e controcultura. La storia dell’Ed.912
Federica Boragina
Libro: Libro in brossura
editore: Postmedia Books
anno edizione: 2021
pagine: 220
L’avventura dell’Ed.912 è breve e attraversata da contraddizioni, ma si rivela capace di registrare e riflettere, con assoluto anticipo, la progressiva trasformazione che in quel periodo interessa i territori dell’arte, sempre più influenzati e contaminati dalla nascente cultura alternativa. Si tratta di un mutamento radicale, che risponde alla necessità di una metamorfosi del lavoro culturale, da intendersi come un’azione concreta, reale, politica, lontana da speculazioni meramente teoriche ed estetiche. Nella Milano della metà degli anni Sessanta, scenario di tensioni socio-politiche in cui emerge forte l’ambizione di sovvertire i modelli culturali vigenti, i poco più che ventenni Gianni-Emilio Simonetti, Gianni Sassi e Sergio Albergoni fondano l’Ed.912, una casa editrice che, in appena due anni, dal 1967 al 1969, dà vita a una pluralità di iniziative e progetti, fra cui riviste, manifesti, libri, oggetti e concerti Fluxus, che la rendono “la più grande casa editrice d’avanguardia in Italia”.
New York New York. Arte italiana. La riscoperta dell'America. Catalogo della mostra (Milano, 13 aprile-17 settembre 2017)
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2017
pagine: 293
La mostra “New York New York” consente una nuova indagine sull'arte italiana del XX secolo, nel contesto internazionale, in particolare americano. Un'analisi, quella condotta da Francesco Tedeschi, che ripercorre i viaggi e i soggiorni degli artisti italiani in America e, grazie ai saggi dettagliati pubblicati in questo catalogo, documenta la presenza di opere italiane nelle mostre di musei e gallerie nordamericani. Apre il percorso della mostra, nella sede del Museo del Novecento, la grande opera su rame “New York 10” di Lucio Fontana, realizzata dall'artista al rientro dal suo primo viaggio a New York nel 1961 in occasione della personale alla Martha Jackson Gallery. Una sezione verterà infatti proprio sull'iconografia della città americana che ha affascinato molti protagonisti, da Depero e de Chirico, tra i primi a recarsi oltreoceano, a Novelli, Afro, Tancredi, Turcato. Per completare l'ampia rassegna è allestito nella sezione Archivi del Novecento un approfondimento - una vera "mostra nella mostra" - dedicato allibro pubblicato da Ugo Mulas ne11967, “New York: arte e persone”. In questa sezione si presenterà una selezionatissima raccolta di materiali d'archivio, dalle fotografie originali ai menabò assemblati dal celebre fotografo, oltre a copie originali del libro.
Luigi Ballario. Impressioni
Federica Boragina, Riccardo Crespi
Libro: Libro rilegato
editore: Gli Ori
anno edizione: 2016
pagine: 96
Fabio Mauri «che cosa è, se è, l'ideologia nell'arte»
Federica Boragina
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2012
pagine: 157
"Il tema ideologico come oggetto centrale, e storico, per l'artista (un artista visto come intellettuale), punto di realtà fuori di lui e interno alla cultura del tempo, mi occupa dal 1964, come riflessione. Come lavoro dal 1970". Con queste parole, negli anni Ottanta, Fabio Mauri ha riletto il suo percorso artistico e ha associato, esplicitamente, la tematica ideologica alle sue opere. Cosa significa considerare il tema ideologico come oggetto della ricerca artistica? Il percorso mentale compiuto da Fabio Mauri nella sua lunga carriera artistica è complesso e stratificato, non circoscrivibile nell'ambito delle arti visive e dell'estetica, ma più affine a una ricerca filosofica volta a indagare la presenza dell'uomo nel mondo e il suo rapporto con le vicende storiche. In questa indagine rigorosa, in bilico fra poesia e storia, l'ideologia non è intesa solamente come impegno politico, come si è soliti pensare, ma come categoria di pensiero e, in quanto tale, essa subisce una costante evoluzione parallelamente all'evolversi della ricerca dell'artista. Impegno politico, estetica, critica, autocritica e memoria: gli infiniti significati della parola ideologia, espressi in una ricerca formale accurata ed estremamente poetica. Mauri non è mai stato un militante politico, è stato, piuttosto, un "soave uomo settecentesco", poeta, filosofo e letterato, "sognatore della ragione", legato con un filo al presente e proiettato verso l'infinito; instancabile sperimentatore, come ha scritto lui stesso, "etc."

