Libri di Domenico Maria Bruni
Enrico Mattei. Costruire la sovranità energetica: dal gattino impaurito al cane a sei zampe
Leonardo Giordano
Libro: Libro in brossura
editore: Historica Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 466
Rispondere all’interrogativo di chi sia stato Enrico Mattei implica necessariamente dire cosa egli abbia fatto. Il presente lavoro ha cercato di fornire un’ampia e articolata risposta a questa domanda. Abbiamo iniziato la ricostruzione dell’opera del matelicese ricordando la frase di Gaetano Sateriale, sindaco di Ferrara nel 2007, che, introducendo un convegno sulla sua figura, affermò: ‹‹Mattei si è inventato qualcosa che in Italia non abbiamo, cioè la politica energetica››. Ciò che sta accadendo in questo frangente storico sul tema dell’approvvigionamento energetico, situazione la cui gravità è stata acuita e al tempo stesso evidenziata dalla crisi ucraina, dimostra che già quello di essersi “inventata” una politica energetica è un grande merito che rivela lo spessore del personaggio. Prefazione di Domenico Maria Bruni.
Libertà e modernizzazione. La cultura politica del liberalismo risorgimentale
Libro: Libro in brossura
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2013
pagine: 260
La formazione dello Stato nazionale unitario all'insegna del binomio libertà e modernizzazione è stato il risultato politico di gran lunga più significativo del liberalismo italiano. Tutti i principali temi all'ordine del giorno del dibattito politico e culturale nell'Europa della prima metà dell'800 sono stati al centro anche delle riflessioni del liberalismo risorgimentale. Nonostante ciò, la produzione storiografica ha dedicato scarsa attenzione a queste aree di ricerca. Partendo da tali premesse, questo volume mira a fornire un contributo originale e innovativo per la ricostruzione della cultura politica del liberalismo italiano del Risorgimento, delineandone le peculiarità, illustrandone la nascita e l'evoluzione nel corso dei decenni, evidenziandone i legami con il coevo liberalismo europeo.
Cronaca di Roma. Volume Vol. 4
Nicola Roncalli
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2010
pagine: 525
Con il triennio 1859-1861 l'immagine e la realtà di Roma città chiusa in se stessa, isolata e staccata dal resto della Penisola vengono spazzate via. Come già nel '48, a partire dalla II guerra d'indipendenza il mondo esterno si catapulta nell'Urbe. Il clima di fermento patriottico che si apre con la consegna dell'ultimatum austriaco al governo di Torino fa il suo corso anche nella capitale pontificia. A partire dalla manifestazione del 24 aprile 1859, grazie alla compiacenza delle truppe francesi, il Comitato nazionale romano può trasformare Roma quasi in una zona franca sottratta al controllo delle autorità pontificie e nella quale per la prima volta dopo la caduta della Repubblica del 1849 lo spazio cittadino diviene il palcoscenico per affermare la concreta presenza dei patrioti nella vita quotidiana. L'armistizio di Villafranca non segna la totale normalizzazione della situazione: ancora fino al primo semestre del 1861, le strade, i teatri, l'Università sono i luoghi dove liberali e papalini si 'danno battaglia' per attestare una maggiore visibilità rispetto alla parte avversa. Il metodo scelto da Roncalli nel redigere i suoi polizzini - riportare non solo i fatti, ma in primo luogo i temi all'ordine del giorno nelle conversazioni dei romani - permette di avvicinarsi alla comprensione di quella che fu la reale atmosfera quotidiana dell'Urbe in quei mesi.
Potere e circolazione delle idee. Stampa, accademie e censura nel Risorgimento italiano
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2007
pagine: 432
I contributi raccolti in questo volume hanno come obiettivo quello di indagare il rapporto fra gli Stati preunitari e la diffusione dei nuovi ideali nazionali, liberali e democratici nel corso dell'età del Risorgimento, focalizzando l'attenzione essenzialmente su tre elementi. Innanzi tutto la stampa, soprattutto quella periodica, che costituì il principale veicolo per la circolazione delle nuove idee e per la formazione di un'opinione patriottica, oltre che un mezzo per cercare di coagulare consenso intorno a determinate strategie politiche. In secondo luogo le accademie e i luoghi di socialità ad esse assimilabili, sospesi fra continuità rispetto a modelli settecenteschi e tentativi di rinnovamento ed apertura verso nuove problematiche connesse alla necessità di modernizzare la Penisola: se nel primo caso essi assolsero ad un ruolo sostanzialmente conservatore, nel secondo alimentarono l'idea dell'ineluttabilità di mutamenti economico-sociali che ebbe non poche ricadute anche sul piano politico-istituzionale. Infine la censura, strumento essenziale nelle mani dei sovrani della Penisola sia per arginare la circolazione di idee ritenute pericolose per la stabilità del proprio potere, sia per difendere dall'invadenza dei sudditi la sfera pubblica, ritenuta di esclusiva competenza del principe e dei suoi ministri.