Libri di Cristina Zampese
Non sono favole, ma vere istorie. Studi sulla novella
Anna Maria Cabrini
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2024
pagine: 230
Il volume riunisce nove saggi, pubblicati da Anna Maria Cabrini in varie sedi tra il 1990 e il 2022 e dedicati principalmente alle strategie compositive nelle raccolte di novelle fra Tre e Cinquecento: riprese strutturali, riscrittura delle fonti e intersezioni fra letteratura e cronaca, funzioni retoriche. Sono oggetto di studio il Decameron; le sillogi di Sercambi, di Ser Giovanni fiorentino, di Sacchetti; ilParadiso degli Alberti e soprattutto le Novelle di Matteo Bandello.
La novella in viaggio
Luca Sacchi, Cristina Zampese
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2023
pagine: 216
Le potenzialità dell'interazione tra viaggio e novella sono state colte e vivacemente sviluppate nei secoli dalle letterature occidentali, in particolare da quella italiana. I saggi raccolti nel volume orientano il proprio sguardo in questo senso, lungo tre direttrici privilegiate: quella del viaggio e dei viaggiatori come oggetto del racconto (o della cornice che lo contiene), attraverso territori reali e fantastici; quella del racconto acquisito o fruito durante il viaggio, e attraverso di esso veicolato altrove; e quella del viaggio compiuto dai racconti nel corso della tradizione che li caratterizza, sia essa orale o scritta, attraverso copie, traduzioni, rimaneggiamenti. Comune a tutti i contributi è la prospettiva comparativa che il movimento tra epoche e aree implica, e da cui emerge la fitta trama di relazioni che connettono fra loro gli innumerevoli capolavori della narrativa breve medievale e moderna, in una dimensione europea che ha saldi legami anche con le culture orientali. Il volume comprende saggi di Beatrice Barbiellini Amidei, Renzo Bragantini, Anna Maria Cabrini, Sandra Carapezza, Paola Cifarelli, Alfonso D'Agostino, Maria Rosso, Luca Sacchi, Ilaria Tufano, Cristina Zampese.
Di donne e cavallier. Intorno al primo «Furioso»
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2018
pagine: 240
Da tempo la critica ariostesca va richiamando l’attenzione sui caratteri peculiari della prima edizione (1516) dell’Orlando Furioso, un «capolavoro assoluto» (Dionisotti) che va considerato per il suo valore autonomo, subito riconosciutogli dai lettori, e non solo in funzione dell’approdo finale del 1532. Questo volume, che raccoglie i contributi di otto specialisti di Ariosto e della cultura cinquecentesca, attivi in Italia e all’estero (Marco Dorigatti, Claudio Vela, Tina Matarrese, Neil Harris, Alberto Casadei, Anna Maria Cabrini, Eleonora Stoppino, Maria Pavlova), propone una riflessione mirata sulla princeps, sulla sua specifica fortuna e sull’attività dell’autore negli anni della prima elaborazione del poema, allargando lo sguardo al panorama culturale a lui contemporaneo.
Tevere e Arno. Studi sulla lirica del Cinquecento
Cristina Zampese
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 176
Latino e volgare sono, nel Cinquecento, lingue letterarie in piena vitalità, entrambe capaci tanto di dar voce alle più raffinate e intense esperienze poetiche quanto di intervenire energicamente sull'attualità. Gli intellettuali sono scrittori bilingui, anche quando - come avviene per Bembo - decidono di sostenere e promuovere l'uso del volgare. Più rara un'opzione esclusiva per la lingua italiana: è il caso di Bernardo Tasso, che persegue il progetto profondamente classicista di indirizzare "questa ancor giovene lingua" "per tutti que' sentieri che i Latini e i Greci le loro condussero", verso "quella perfezione che dal mondo si desidera, e nell'altre due s'ammira". Sullo sfondo delle scelte linguistiche, altre due questioni si intrecciano variamente. Una di esse riguarda la coesione del macrotesto, cioè la rete dei procedimenti di connessione tematica e formale all'interno delle raccolte liriche e soprattutto la strategia che li governa in funzione significante, qui indagata particolarmente nei primi due libri degli Amori di Bernardo Tasso, ma poi più in generale ricondotta all'influenza del modello sotteso - il Petrarca - nella lirica di Quattro e Cinquecento. Un secondo indirizzo di lavoro percorre le modalità del fitto colloquio intertestuale, in particolare nelle Rime di Ariosto.
Te quoque phoebus amat. La poesia latina di Berardino Rota
Cristina Zampese
Libro
editore: LED Edizioni Universitarie
anno edizione: 2012
D'otto in otto versi. Il poema in ottave come ricettore di generi
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2019
pagine: 103
Il volume raccoglie contributi di alcuni dei più importanti studiosi che, nell’orizzonte europeo, si sono occupati del poema italiano del Quattro e Cinquecento. Nell’epoca della codificazione e gerarchizzazione dei generi, il poema presenta una complessità non facilmente apprezzabile sulla base delle usuali tassonomie. Nei circa cento anni qui rappresentati (dal 1478 del "Morgante" al 1594 del "Dandolo"), non solo si collocano alcune delle più importanti opere in ottave della letteratura italiana, ma si sviluppa anche un fitto dibattito intorno al genere. I saggi del volume ne sono una preziosa testimonianza, poiché prendono in esame tanto le relazioni con forme diverse (il trattato, la satira, la novella, la tragedia, l’epica), quanto la complessa gestazione di due indiscussi capolavori come il "Furioso" e la "Liberata", e il segno che essi hanno impresso nella tradizione. Al centro permane la straordinaria versatilità dell’ottava, posta in risalto proprio dalla varietà dei casi proposti.