Libri di Antonio Aniante
Poliziano
Antonio Aniante
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2025
pagine: 164
«Non con intenti solamente artistici - scrisse un recensore - ma umani», il saggio di Giovanni Vaccarella propone una lettura della poetica di Poliziano per frammenti, distinguendo la «sostanza lirica convenzionale» dai momenti di autentica «poesia nativa». Questi ultimi si legavano, secondo il critico siciliano, alla psicologia stessa del letterato quattrocentesco, estranea alla composizione di largo respiro: «La sua gioia si consumava in momenti improvvisi, […] in illuminazioni ». Se molti criticarono come troppo impressionistico questo approccio, la pubblicazione nel 1925 della monografia su Poliziano riflette l'ideale editoriale di un bilanciamento tra filone letterario e politico, nonché, in un momento di particolare attenzione da parte di Gobetti per la questione meridionale, la ricerca di un sempre maggiore coinvolgimento degli intellettuali del Sud nelle sue iniziative.
Vita di Bellini
Antonio Aniante
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2024
pagine: 276
Destinata nei piani di Gobetti a dar inizio a una collana di «Vite», la Vita di Bellini costruisce il ritratto del musicista catanese attorno a tre figure femminili, tre periodi sentimentali che nella prospettiva dell'autore avrebbero messo in luce l'evoluzione dello spirito dell'uomo e dell'artista. Basata su un'attenta lettura dell'epistolario belliniano, ma programmaticamente lontana dagli aspetti più squisitamente musicali, questa biografia si configura così come un viaggio di formazione in cui si riflette il percorso iniziatico del giovane Antonio Aniante, nom de plume del giornalista catanese Antonio Rapisarda. All'identità monolitica del musicista ottocentesco fa eco la complessa personalità del giovane wanderer novecentesco, che dalla Parigi dove si spegne Bellini comincerà un nuovo viaggio introspettivo dalla Sicilia all'Europa, attraverso il mare delle proprie contraddizioni e della propria crisi intellettuale.
Sara Lilas. Romanzo di Montmartre
Antonio Aniante
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2020
pagine: 240
Muovendosi tra gli stessi vicoli della Parigi bohémien del suo autore, Sara Lilas, disinvolta seduttrice meticcia, si mostra al lettore come rappresentazione di una 'modernità popolare', quasi evasiva, contrapposta alla speculazione introspettiva dei grandi autori del tempo. Pubblicato nel 1925 da Gobetti, il «romanzo di Montmartre» del giovane Antonio Aniante si schiude attraverso uno stile veloce e tratti dal gusto esotico, con richiami alla cronaca sportiva e alle nuove forme musicali del jazz. In una capitale francese, già cosmopolita e a tratti lusinghiera, Sara, priva di ogni spessore etico e morale, tenta di farsi largo e di far sua, conquistandola secondo lo stilema balzachiano, la metropoli. Prefazione di Giuseppe Zaccaria.
Nato sul Mongibello
Antonio Aniante
Libro: Libro in brossura
editore: Lussografica
anno edizione: 2017
pagine: 192
Frutto di una lunga ed intensa stagione creativa è il romanzo dello scrittore siciliano Antonio Aniante che qui viene pubblicato per la prima volta in edizione italiana, apparso dapprima a Parigi nel 1946, per la Edition des 4 vents. In esso il lettore può seguire le peripezie che il protagonista, ovvero lo stesso scrittore, vive tra Parigi e le coste dell'Atlantico, inseguito dalla fame e dalla miseria. Si tratta quindi di un testo memorialistico esemplare, anche per ricostruire il particolare clima culturale dell'Europa travolta dalla seconda guerra mondiale.
Il mercato dei miracoli. Mezzuomo
Antonio Aniante
Libro: Copertina rigida
editore: Il Girasole Edizioni
anno edizione: 2009
Quinziano
Antonio Aniante
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2005
pagine: 104
Una scommessa di citazionismo colto (con ironie paradannunziane a comandare il gioco) innestato su una vicenda di venerata tradizione agiografica. Ad Agata si riserva un atteggiamento ieraticamente capace di trascendere ogni evento senza proferire parola; ma è Quinziano, ipotetico procuratore di Roma, a fare lo spettacolo. Violento, irascibile, capriccioso, innamorato da perderci la testa, tortura l'inattingibile giovinetta soffrendone per il primo; e andando incontro a un quasi cercato destino di morte finisce col riscattarsi, se non proprio sublimarsi.
Gelsomino d'Arabia. Commedia in 3 atti
Antonio Aniante
Libro
editore: Metauro
anno edizione: 2001
pagine: 119
La rosa di zolfo
Antonio Aniante
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2012
pagine: 110
Di tutta l'opera teatrale di Antonio Aniante (1900-83), geniale e anomalo scrittore catanese, la commedia fantastica "La rosa di zolfo" è sicuramente quella di maggior successo. Rappresentata l'8 luglio 1958, dal Teatro Stabile di Trieste al Festival della prosa della Biennale di Venezia, per la regia di Franco Enriquez, con interpreti di alto profilo, tra cui uno straordinario Domenico Modugno e una prestigiosa Paola Borboni, "La rosa di zolfo" promuove il riaffacciarsi di Aniante sulle scene italiane dopo circa un trentennio di silenzio. La ristampa del testo, pubblicato sulla rivista "Il Dramma" nel 1958, vuole riproporre al pubblico di oggi un autore di qualità, in gran parte ancora da riscoprire, e una commedia originale, che possiede l'incantata esemplarità della favola. Ambientata nell'entroterra siciliano di molti anni fa, riarso dalle zolfare e dall'atavica mancanza d'acqua, la vicenda si snoda attraverso il triplice sogno-delirio della protagonista Rosalia. Creatura bellissima, dalle fattezze arabe, languida e sensuale, ama e sposa lo zolfataro Colao ma, segretamente, aspira a un destino diverso, da contessina. Su questa duplicità psicologica si sviluppa l'intreccio drammatico, i cui motori principali sono la sete, l'amore, la gelosia, le passioni violente. Non priva di momenti comico-grotteschi, caratteristici del primo teatro aniantesco, la commedia affronta però anche una tematica sociale insolita per lo scrittore: la dura condizione degli zolfatari.
I semidei della mafia locale
Antonio Aniante
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2010
pagine: 134
Antonio Aniante (1900-83), geniale e prolifico scrittore catanese, è figlio esemplare di quella Sicilia che ha dato all'Italia la grande letteratura del Novecento. Approdato da outsider al teatro, proprio ai testi drammatici Aniante consegna la sostanza più trasgressiva e innovativa della sua poliforme attività (vastissima è la sua produzione di poesia, narrativa, memorialistica, saggistica, in lingua italiana e francese, essendo l'autore perfettamente bilingue). Insieme alle commedie più note di Aniante, Gelsomino d'Arabia (1926) e La Rosa di Zolfo (1958) (interpretata da Domenico Modugno e Paola Borboni), I semidei della mafia locale (1927-30) sono l'exemplum divertente e brillante di un teatro d'avanguardia giocato sul filo del rocambolesco e del surreale. Muovendosi agilmente tra Futurismo, Espressionismo, Dadaismo, Surrealismo, assimilati soprattutto a Parigi e a Roma, questo "nomade "della cultura, li declina però originalmente, con tematiche e strutture fortemente connotate da una specifica cifra siculo-mediterranea. Al fascino della sua fantasia vulcanica, non si sottrasse nemmeno Anton Giulio Bragaglia (come testimonia la Prefazione polemica), regista del Teatro degli Indipendenti di Roma, che lo scelse anzi come uno dei "suoi" autori prediletti. Egli colse, dei lavori anianteschi, la duttile disponibilità ad essere utilizzati per un nuovo teatro teatrale che, svincolato dalla rigida sudditanza al testo, si realizza attraverso la dimensione policentrica dello spettacolo.