Libri di Virginia Di Martino
«Per ora basto a me stessa». Carolina Invernizio e i romanzi che leggeva mia nonna
Virginia Di Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Manni
anno edizione: 2025
pagine: 160
Una docente di Letteratura italiana ritrova vecchi libri di sua nonna e legge i romanzi di Carolina Invernizio, prolifica autrice di enorme successo tra fine Ottocento e inizio Novecento. All’iniziale sensazione di distanza abissale subentra un’intimità via via crescente; la donna di oggi si rivolge alla scrittrice di ieri, dandole del tu e chiamandola per nome, inseguendola di pagina in pagina e scoprendo inaspettati legami tra quei libri un po’ kitsch e i propri ricordi familiari. Condite da delitti, vendette, passioni inconfessabili, le vicende inverniziane, un colpo di scena dopo l’altro, delineano ritratti femminili che con amichevole confidenza fanno appassionare il lettore anche alle trame più scabrose e paradossali, lasciando intuire un velato messaggio talora rivoluzionario rivolto alle donne di cent’anni fa. Tra ragazze-madri “oneste”, lavoratrici istruite e indipendenti, figlie in grado di dare sonore lezioni ai padri, pacifiche vecchine convinte che “gli uomini sono una massa di imbecilli”, i romanzi di Invernizio presentano figure di eroine decisamente in anticipo rispetto ai tempi. Il diario di un saggio da scrivere diventa così una storia che tocca diversi piani temporali e che si legge come un romanzo, come “i romanzi che leggeva mia nonna”.
Sul fuoco. Camini, focolari, incendi, streghe e altro nella poesia italiana del primo Novecento
Virginia Di Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2020
pagine: 198
Il fuoco, elemento sacro per eccellenza, portatore sia di luce e vita che di morte, è simbolo di purificazione e distruzione, strumento di dei, demoni o alchimisti, centro della casa o protagonista di luoghi inospitali, significante di sentimenti che vanno dall'amore alla furia, trait d'union tra cielo, terra, mondo infero. Le fiamme del camino, il fuoco che cuoce gli alimenti, il rogo sacrificale su cui brucia un'offerta, gli incendi che devastano terrorizzando folle o incantando piromani, sono immagini che costituiscono archetipi culturali, religiosi e di conseguenza, poetici.
Tra cielo e inferno. Arrigo Boito e il mito di Faust
Virginia Di Martino
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 138
Il mito di Faust che, per sete di conoscenza, cede l'anima al diavolo, ha conosciuto nei secoli le più diverse metamorfosi: dal racconto edificante alla ballata popolare, dalla tragedia alla farsa, dal romanzo al poema. Protagonista della vicenda è sempre l'uomo, esempio di hybris punita o eroe della ricerca di un sapere che continua a sfuggirgli. Quando si accosta alla storia di Faust, Arrigo Boito sceglie di rappresentare l'incontro (e lo scontro) tra cielo ed inferno, sublime ed antisublime, facendone protagonista, a pari titolo con il dottor Faust, il suo 'doppio', Mefistofele. Sia il dottore che il diavolo simboleggiano istanze eternamente presenti nell'animo umano, incarnando, l'uno, l'inesausta tensione al superamento dei propri limiti, l'altro, la critica corrosiva di ogni valore che si presuma eterno. Al centro dell'indagine è richiamata la concezione boitiana dell'arte melodrammatica e del suo necessario rinnovamento. In particolare si analizza il libretto del Mefistofele nella sua versione originaria, attraverso il quale Boito si inserisce con la propria rielaborazione personale nel solco della tradizione faustiana. Pur avendo presente principalmente il modello goethiano, il giovane poeta e compositore non manca di accostarsi, con personali declinazioni, ad altre fonti, aggiungendo così importanti tessere al mosaico di riscritture tramate su Faust e Mefistofele.
Sull'acqua. Viaggi, diluvi, palombari, sirene e altro nella poesia italiana del primo Novecento
Virginia Di Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2012
pagine: 270
L'immersione, il viaggio per mare, il naufragio, la portata letale o rigenerante e fecondatrice dell'acqua, la sua natura di superficie in cui si sono rispecchiati da sempre l'uomo e il suo immaginario: sono temi che costituiscono archetipi culturali, religiosi e artistici. Al centro di quest'indagine sono richiamate le diverse figurazioni dell'acqua che governano e alimentano le più significative espressioni della poesia primonovecentesca. In Corazzini, Moretti, Gozzano, Covoni, Palazzeschi, Marinelli. Sbarbaro, Rebora, Campana, Ungaretti, Saba. Montale le immagini mitiche legate all'elemento acquoreo vengono ora rielaborate in chiave sublime, ora dissacrate con toni lacrimevoli, ironici, grotteschi, ora amaramente riconosciute fuori tempo in un'epoca di rassegnazione e di impossibili tragedie.