Libri di Valentina Agostinis
Vita, arte e rivoluzione. Lettere a Edward Weston (1922-1931)
Tina Modotti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 240
"Nella storia della fotografia il nome di Tina Modotti (1896-1942) è di solito citato insieme a quello di Edward Weston, grande interprete di questo medium, che fu negli anni venti e trenta veicolo di modernità e di nuove qualità espressive. Il mito che ha circondato questa donna eccezionale, di volta in volta rappresentata come femme fatale, rivoluzionaria o spia del Comintern, ha impedito per molto tempo di vedere le sue più profonde qualità artistiche e umane. Ma la scoperta di un corpo di lettere scritte tra il 1922 e il 1931, e conservate nell'archivio di Weston, in Arizona, ha aperto finalmente la strada verso il nocciolo più intimo della sua natura d'artista. Senza questo carteggio - abbastanza coerente nei toni e nello stile da permettere una ricostruzione fedele della sua vita durante gli anni trascorsi in Messico, quando divenne fotografa accanto a Edward - l'interpretazione della sua figura sarebbe ancora affidata alle impressioni, pur fortissime, suscitate dalle sue fotografie. Oppure ai racconti, non di rado mediocri o tendenziosi, di molti supposti 'biografi', che hanno alimentato il mito, senza cogliere l'essenza del suo talento prodigioso. Le lettere raccolte in questo volume sono documenti vivi, da cui si libera vibrante la vera voce di Tina." (Valentina Agostinis)
Tina Modotti fotografa
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 188
«Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie fotografie si differenziano da ciò che di solito si produce in questo campo, è precisamente perché io cerco di fare non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi va ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al lavoro la caratteristica più valida che dovrebbe avere: la qualità fotografica. La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento. Se a ciò si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un chiaro orientamento sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire». Con un omaggio di Edward Weston.
Swinging city. Londra, centro del mondo
Valentina Agostinis
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2012
pagine: 234
Il 1966 è un anno decisivo per Londra. A partire dal 1963, la capitale britannica è una città in fibrillazione, un centro di innovazioni a tutto campo - nella musica, nella moda, nella fotografia, nel cinema, nel costume. Nel mondo si impara a vestirsi come vogliono le boutique londinesi, si ascolta la musica che nasce nei club e che si trasforma in epidemia globale, le immagini di artisti e fotografi precedono la società che cambia e la Pop Art si fonde con i gesti e i modi della vita dei giovani. In tre anni la swinging city riesce a toccare l'immaginazione di tutto il mondo. Michelangelo Antonioni arriva a Londra per preparare il suo nuovo film "Blow-up", proprio nel gennaio del 1966. Quando cominciano le riprese, a fine aprile (protagonista un giovane fotografo di moda, uno di quei maghi dell'immagine che Antonioni, con rara preveggenza, definisce allora "i nuovi persuasori"), il regista è ben consapevole che sta "registrando" una rivoluzione in atto, una rivoluzione che avviene grazie al gioco, alle idee, alla creatività, alla spudoratezza di un manipolo di persone geniali, libere da vincoli di classe, da priorità accademiche e da inibizioni culturali. Da quella Londra, e da quel film, è discesa una "follia" che ha contaminato tutto. E il mondo non è più lo stesso.
Vita, arte e rivoluzione. Lettere a Edward Weston (1922-1931)
Tina Modotti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2022
pagine: 240
"Nella storia della fotografia il nome di Tina Modotti (1896-1942) è di solito citato insieme a quello di Edward Weston, grande interprete di questo medium, che fu negli anni venti e trenta veicolo di modernità e di nuove qualità espressive. Il mito che ha circondato questa donna eccezionale, di volta in volta rappresentata come femme fatale, rivoluzionaria o spia del Comintern, ha impedito per molto tempo di vedere le sue più profonde qualità artistiche e umane. Ma la scoperta di un corpo di lettere scritte tra il 1922 e il 1931, e conservate nell'archivio di Weston, in Arizona, ha aperto finalmente la strada verso il nocciolo più intimo della sua natura d'artista. Senza questo carteggio - abbastanza coerente nei toni e nello stile da permettere una ricostruzione fedele della sua vita durante gli anni trascorsi in Messico, quando divenne fotografa accanto a Edward - l'interpretazione della sua figura sarebbe ancora affidata alle impressioni, pur fortissime, suscitate dalle sue fotografie. Oppure ai racconti, non di rado mediocri o tendenziosi, di molti supposti 'biografi', che hanno alimentato il mito, senza cogliere l'essenza del suo talento prodigioso. Le lettere raccolte in questo volume sono documenti vivi, da cui si libera vibrante la vera voce di Tina." (Valentina Agostinis)
Tina Modotti fotografa
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
pagine: 188
«Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie fotografie si differenziano da ciò che di solito si produce in questo campo, è precisamente perché io cerco di fare non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi va ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al lavoro la caratteristica più valida che dovrebbe avere: la qualità fotografica. La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento. Se a ciò si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un chiaro orientamento sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire». Con un omaggio di Edward Weston.
Tina Modotti fotografa
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2017
pagine: 188
«Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie fotografie si differenziano da ciò che di solito si produce in questo campo, è precisamente perché io cerco di fare non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi va ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al lavoro la caratteristica più valida che dovrebbe avere: la qualità fotografica. [...] La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento. Se a ciò si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un chiaro orientamento sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire».
Vita, arte e rivoluzione. Lettere a Edward Weston (1922-1931)
Tina Modotti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2017
pagine: 233
"Nella storia della fotografia il nome di Tina Modotti (1896-1942) è di solito citato insieme a quello di Edward Weston, grande interprete di questo medium, che fu negli anni venti e trenta veicolo di modernità e di nuove qualità espressive. Il mito che ha circondato questa donna eccezionale, di volta in volta rappresentata come femme fatale, rivoluzionaria o spia del Comintern, ha impedito per molto tempo di vedere le sue più profonde qualità artistiche e umane. Ma la scoperta di un corpo di lettere scritte tra il 1922 e il 1931, e conservate nell'archivio di Weston, in Arizona, ha aperto finalmente la strada verso il nocciolo più intimo della sua natura d'artista. Senza questo carteggio - abbastanza coerente nei toni e nello stile da permettere una ricostruzione fedele della sua vita durante gli anni trascorsi in Messico, quando divenne fotografa accanto a Edward - l'interpretazione della sua figura sarebbe ancora affidata alle impressioni, pur fortissime, suscitate dalle sue fotografie. Oppure ai racconti, non di rado mediocri o tendenziosi, di molti supposti 'biografi', che hanno alimentato il mito, senza cogliere l'essenza del suo talento prodigioso. Le lettere raccolte in questo volume sono documenti vivi, da cui si libera vibrante la vera voce di Tina." (Valentina Agostinis)
Vita, arte e rivoluzione. Lettere a Edward Weston (1922-1931)
Tina Modotti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2014
pagine: 233
"Nella storia della fotografia il nome di Tina Modotti (1896-1942) è di solito citato insieme a quello di Edward Weston, grande interprete di questo medium, che fu negli anni venti e trenta veicolo di modernità e di nuove qualità espressive. Il mito che ha circondato questa donna eccezionale, di volta in volta rappresentata come femme fatale, rivoluzionaria o spia del Comintern, ha impedito per molto tempo di vedere le sue più profonde qualità artistiche e umane. Ma la scoperta di un corpo di lettere scritte tra il 1922 e il 1931, e conservate nell'archivio di Weston, in Arizona, ha aperto finalmente la strada verso il nocciolo più intimo della sua natura d'artista. Senza questo carteggio - abbastanza coerente nei toni e nello stile da permettere una ricostruzione fedele della sua vita durante gli anni trascorsi in Messico, quando divenne fotografa accanto a Edward - l'interpretazione della sua figura sarebbe ancora affidata alle impressioni, pur fortissime, suscitate dalle sue fotografie. Oppure ai racconti, non di rado mediocri o tendenziosi, di molti supposti 'biografi', che hanno alimentato il mito, senza cogliere l'essenza del suo talento prodigioso. Le lettere raccolte in questo volume sono documenti vivi, da cui si libera vibrante la vera voce di Tina." (Valentina Agostinis)
Londra chiama. Otto scrittori raccontano la loro metropoli
Valentina Agostinis
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2012
pagine: 222
Londra chiama: otto scrittori rispondono. La Londra multietnica e multiculturale, la città-mondo, è anche la metropoli che ha conosciuto nel 2005 il terrorismo islamico, e che dopo il "seven-seven" è diventata il luogo più sorvegliato della Terra. Spettatrice della fine del blairismo e delle certezze di un modello culturale progressista, è anche la città dove le intelligenze sono capaci di mobilitarsi contro le degenerazioni delle leggi antiterrorismo. Londra, che ha visto la City in ginocchio dopo la crisi finanziaria, assiste alla rivoluzione urbana che la porterà all'appuntamento con le Olimpiadi del 2012. Ma, oggi come sempre, Londra in piena mutazione batte il tempo. E i suoi autori più intensi ne seguono il ritmo. Attraverso le interviste di Valentina Agostinis, otto scrittori, londinesi di fatto, dimostrano che si può far letteratura senza mai perdere di vista l'orizzonte sociale della propria metropoli, l'ingrediente speciale che rende uniche le loro opere. Nelle pagine di Londra chiama prendono forma i Peter Pan della middle class progressista di Nick Hornby, i tortuosi percorsi metropolitani del "quasi inglese" Hanif Kureishi, la Brick Lane di Monica Ali, le esplorazioni "psicogeografiche" di Iain Sinclair e di Will Self, i british-asian di seconda e terza generazione di Gautam Malkani, le minacce della globalizzazione finanziaria di Hari Kunzru. E i plumbei paesaggi suburbani di James G. Ballard.
Londra chiama. Otto scrittori raccontano la loro metropoli
Valentina Agostinis
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2010
pagine: 219
Londra chiama: otto scrittori rispondono. La Londra multietnica e multiculturale, la città-mondo, è anche la metropoli che ha conosciuto nel 2005 il terrorismo islamico, e che dopo il «seven-seven» è diventata il luogo più sorvegliato della Terra. Spettatrice della fine del blairismo e delle certezze di un modello culturale progressista, è anche la città dove le intelligenze sono capaci di mobilitarsi contro le degenerazioni delle leggi antiterrorismo. Londra, che ha visto la City in ginocchio dopo la crisi finanziaria, assiste alla rivoluzione urbana che la porterà all'appuntamento con le Olimpiadi del 2012. Ma, oggi come sempre, Londra in piena mutazione batte il tempo. E i suoi autori più intensi ne seguono il ritmo. Attraverso le interviste di Valentina Agostinis, otto scrittori, londinesi di fatto, dimostrano che si può far letteratura senza mai perdere di vista l'orizzonte sociale della propria metropoli, l'ingrediente speciale che rende uniche le loro opere. Nelle pagine di Londra chiama prendono forma i Peter Pan della middle class progressista di Nick Hornby, i tortuosi percorsi metropolitani del «quasi inglese» Hanif Kureishi, la Brick Lane di Monica Ali, le esplorazioni «psicogeografiche» di Iain Sinclair e di Will Self, i british-asian di seconda e terza generazione di Gautam Malkani, le minacce della globalizzazione finanziaria di Hari Kunzru. E i plumbei paesaggi suburbani di James G. Ballard.
Periferie dell'anima. Lione, Marsiglia, Londra, Birmingham, Milano. Storie e voci della giovane Europa multiculturale
Valentina Agostinis
Libro: Libro in brossura
editore: Net
anno edizione: 2007
pagine: 208
"Periferie dell'anima" è un libro di incontri ed esplorazioni in quei territori dove oggi maturano le più intense, ma anche più interessanti, crisi di identità: quelle che coinvolgono le nuove generazioni meticce, gli angloasiatici di Londra e Birmingham, i "beur" di Lione e Marsiglia, i giovani immigrati nordafricani di Milano. Nel vuoto dei riferimenti, in balia di fondamentalismi striscianti e disoccupazione, le generazioni più giovani si salvano solo grazie alle nuove culture cosmopolite del "ragamuffin" alla Apache Indian, dei vari "cheb" della musica "raï", o dei "rapper" delle banlieue, con la loro poetica che guarda oltreoceano ai fratelli neri delle metropoli statunitensi. I nuovi linguaggi, i gerghi e i testi delle canzoni raccolti nel libro sono esempi di ricchezza culturale che cresce accanto all'esclusione e all'oblio.
Periferie dell'anima
Valentina Agostinis
Libro: Libro in brossura
editore: Net
anno edizione: 2006
pagine: 202
Questo è un libro di incontri ed esplorazioni in quei territori dove oggi maturano le più intense, ma anche più interessanti, crisi di identità: quelle che coinvolgono le nuove generazioni meticce, gli angloasiatici di Londra e Birmingham, i "beur" di Lione e Marsiglia, i giovani immigrati nordafricani di Milano. Nel vuoto dei riferimenti, in balia di fondamentalismi striscianti e disoccupazione, le generazioni più giovani sono salvate solo dalle nuove culture cosmopolite del "ragamuffin" alla Apache Indian, dei vari "cheb" della musica raï o dei rapper delle banlieue, con la loro poetica che guarda oltreoceano ai fratelli neri delle metropoli statunitensi.