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Libri di Sergio Cremaschi

Principia ethica. Con la prefazione alla seconda edizione del 1922

Principia ethica. Con la prefazione alla seconda edizione del 1922

George Edward Moore

Libro: Libro rilegato

editore: Bompiani

anno edizione: 2023

pagine: 736

In questo libro, considerato atto di nascita dell'etica analitica, Moore intende confutare sia il “naturalismo” di Herbert Spencer e John Stuart Mill sia l'etica “metafisica” di Francis Bradley e John McTaggart denunciando la fallacia naturalistica o metafisica consistente nell'identificare “buono” con proprietà quali “risultato dell'evoluzione”, “produttivo di felicità”, “conforme all'essenza delle cose”. La domanda che chiede se ciò che è più evoluto o piacevole sia anche buono è sempre una domanda “aperta”; pertanto “buono” è una nozione semplice e indefinibile. Oltre alla definizione del termine “buono”, l'etica comprende la domanda sul bene “quali cose sono buone”, e la domanda sulla condotta “che dobbiamo fare”. La risposta alla prima domanda è che non si può dimostrare che certe cose sono buone ma solo chiedersi se qualcosa avrebbe valore anche se fosse l'unica cosa esistente. Questo metodo dell'“isolamento assoluto” concluderebbe che il “valore intrinseco” non è posseduto dal piacere ma da “unità organiche” di cui gli affetti e il godimento della bellezza sono gli esempi maggiori. La risposta alla domanda sulla condotta è che non esistono norme assolute: il criterio che stabilisce l'azione giusta è la produzione di conseguenze migliori. Il calcolo del valore intrinseco portato dalle conseguenze è però irrealizzabile per via della complessità e aleatorietà dei fattori coinvolti. L'“utilitarismo ideale” di Moore resta quindi un'indicazione di massima che non può tradursi in una guida effettiva per l'azione. I Principia divennero subito un libro di culto per i membri del circolo di Bloomsbury, che vi trovarono il manifesto di un “esistenzialismo” che sfidava l'ipocrisia della morale tradizionale. Negli anni Venti i filosofi anglosassoni ripresero la tesi che la ricerca sul significato di “buono” è l'oggetto primario dell'etica, avviando la disciplina oggi chiamata metaetica. L'argomento dei Principia venne utilizzato per criticare le posizioni naturalistiche e fornì un contributo rilevante – contro l'intenzione di Moore – alla formulazione di teorie non-cognitiviste. Dalla fine degli anni Cinquanta, quando i filosofi anglosassoni riscoprirono l'etica normativa, anche l'utilitarismo ideale tornò al centro dell'interesse nel contesto di una competizione fra etiche kantiane, utilitariste e neoaristoteliche.
60,00

Tradizioni morali. Greci, ebrei, cristiani, islamici

Tradizioni morali. Greci, ebrei, cristiani, islamici

Sergio Cremaschi

Libro

editore: Edizioni di Storia e Letteratura

anno edizione: 2015

pagine: 400

Il volume ricostruisce il farsi di diversi filoni di riflessione critica sui codici di norme accettati nelle società del bacino del Mediterraneo fino agli inizi dell'età moderna. Il campo di ricerca così delineato è una dialettica mai veramente spentasi fra ethos, tradizioni morali e teorie etiche come quelle di Aristotele. La lezione che possiamo trarre da questa polifonica vicenda storico-concettuale è la necessità di spezzare la gabbia di due opposti storicismi: lo storicismo trionfalista, che interpreta la storia dell'Occidente come avvento di una Ragione in grado di disperdere una volta per sempre le nebbie della superstizione, generando così la 'nuova morale' da impartire da una cattedra al popolo; e lo storicismo tradizionalista, religioso o ateo, che piange invece la perdita delle 'radici', teme il diffondersi del 'relativismo' e trema all'idea che gli esseri umani siano lasciati liberi di seguire in autonomia la propria coscienza.
28,00

Breve storia dell'etica

Breve storia dell'etica

Sergio Cremaschi

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2012

pagine: 251

Il libro ricostruisce la storia dell'etica occidentale, cioè la successione di diverse teorie etiche che si sono formate e modificate nel tentativo di giustificare o riformare tradizioni morali che i filosofi non avevano creato dal nulla. Per questo motivo esamina non soltanto autori che hanno un posto ragguardevole nelle storie della filosofia (Aristotele, Kant, Hegel) ma anche testi trattati nelle storie delle religioni (Bibbia, Talmud, Corano) e altri pensatori ritenuti poco filosofici (Pufendorf, Adam Smith, Bentham). Letti in questo modo, i moralisti sembrano meno insopportabili: Tommaso non è il teorico delle proibizioni assolute, Kant non è un caporale prussiano della morale, Bentham non è il fautore di una deteriore dottrina che combina edonismo, egoismo e relativismo.
18,00

Candido

Candido

Voltaire

Libro

editore: Armando Editore

anno edizione: 2009

10,33

L'etica moderna. Dalla riforma a Nietzsche

L'etica moderna. Dalla riforma a Nietzsche

Sergio Cremaschi

Libro: Copertina morbida

editore: Carocci

anno edizione: 2007

pagine: 336

Il volume, secondo di una trilogia che presenta la storia deLL'etica, ricostruisce le vicende dell'etica moderna. La prima tappa della ricostruzione è la coesistenza non troppo pacifica fra i paradigmi della legge di natura, della casistica, dell'ars vivendi dal Quattrocento al Seicento. La seconda è la "nuova scienza della legge di natura" di Grozio e Pufendorf con le controversie seicentesche e settecentesche fra diverse versioni del nuovo paradigma. La terza è la sua suddivisione nei due paradigmi che dominarono poi la discussione per due secoli: l'etica kantiana e l'utilitarismo. La quarta è la successione di critiche feroci a entrambi i paradigmi da parte dei critici ottocenteschi deLl'Illuminismo. Le critiche nascevano dalla mancata comprensione delle intenzioni di Grozio e Pufendorf, che volevano salvare La tesi stoica e scolastica dell'esistenza di leggi morali universali su basi metodologiche nuove, tenendo conto della sfida scettica, e di Bentham e Kant che volevano proseguire questo progetto, seppure riorganizzandolo intorno a due teoremi alternativi. Le diatribe ancor oggi sollevate dai postmoderni e dagLi antimoderni partono dal rimprovero a Kant e Bentham di partire da assunzioni minimaLi, senza sforzarsi di capire perché, dopo lo scetticismo, ci fosse una ragione per adottare un tale punto di partenza.
25,20

L'etica del Novecento. Dopo Nietzsche

L'etica del Novecento. Dopo Nietzsche

Sergio Cremaschi

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2005

pagine: 282

Il volume narra la storia dell'etica del Novecento o, più precisamente, la storia della discussione sui fondamenti dell'etica iniziata con Nietzsche e Sidgwick, i maggiori esponenti dello scetticismo morale di fine Ottocento. La discussione ha visto predominare, nella prima metà del secolo, tendenze che negavano la possibilità di un'etica normativa. Nel mondo continentale la tendenza dominante trasformava l'etica in una filosofia dell'esistenza che si limitava a descrivere la condizione umana come fatta di scelte, tanto inevitabili quanto arbitrarie, senza saper dare però criteri per compierle. Nel mondo anglosassone prevaleva una filosofia della morale che si proponeva di chiarire le valutazioni ma non di giustificarle.
23,60

Candido

Candido

Voltaire

Libro

editore: La Nuova Italia

anno edizione: 2001

13,50

Candido

Candido

Voltaire

Libro

editore: Einaudi Scuola

anno edizione: 1998

pagine: 144

9,20

Candido

Candido

Voltaire

Libro

editore: La Spiga-Meravigli

anno edizione: 1997

3,00

Il pensiero e l'ordine del mondo. Schizzo di una teoria della conoscenza

Il pensiero e l'ordine del mondo. Schizzo di una teoria della conoscenza

Clarence Irving Lewis

Libro

editore: Rosenberg & Sellier

anno edizione: 1983

pagine: 256

Clarence Irving Lewis (1883-1964) è stato uno dei padri della logica «non classica» moderna, e un deciso assertore della formulabilità e legittimità di sistemi di logica alternativi rispetto a quello classico. Con la "Survey of symbolic logic" (1918) e soprattutto con la "Symbolic logic" (1932), scritta in collaborazione con C.H. Langford, egli mostrò come fosse possibile costruire sistemi matematicamente ineccepibili, in cui la relazione di implicazione aveva proprietà parzialmente diverse da quelle classiche. Ma, forse più ancora che alla pura e semplice formulazione di sistemi di logica, Lewis era interessato alle conseguenze filosofiche dell’esistenza di una pluralità di logiche alternative: e con "Lo spirito e l’ordine del mondo" (1929), egli intese trarre esplicitamente queste conseguenze, per quanto riguarda la teoria della conoscenza. L’insieme degli strumenti concettuali mediante i quali l’esperienza viene organizzata (l’«a priori») non poteva più essere considerato come unico: ci si trovava piuttosto in presenza di una pluralità, in linea di principio illimitata, di schemi concettuali alternativi di pari legittimità matematica, la scelta tra i quali andava affidata essenzialmente al criterio dell’efficacia nell’organizzazione dell’esperienza. È questo il «pragmatismo concettuale» teorizzato da Lewis, sulla scorta di James e Dewey, ma soprattutto di Peirce: lo schema concettuale da preferirsi è quello la cui applicazione nella costituzione dell’esperienza consente previsioni più attendibili, perché sistematicamente verificate. La rigidità dell’a priori kantiano si frantuma in un dialogo ininterrotto tra sistemi di costrutti, elaborati mediante una pura analisi concettuale, dati d’esperienza più o meno strutturati, e previsioni più o meno esattamente verificate. La conoscenza scientifica è il risultato – provvisorio, e in un certo senso relativo – di questo dialogo, la cui sede non è tanto un’ideale comunità di scienziati, quanto la concreta comunità umana, mossa – non senza conflitti interni – da un bisogno vitale di organizzazione dell’esperienza in vista della sopravvivenza.
18,00

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