Libri di Savio Lemma

Era una lunga storia. Oltre a un mio amico che andava fotografando vulcani, a un viaggiatore danese, a una pittrice polacca, c'erano di mezzo una tribù inuit di trentaquattro anime, inclusi un mastodontico capo scorbutico e quasi centenario e due strani gemelli. Avevo dato un'occhiata all'orologio. S'era fatto tardi. Ne avremmo potuto parlare con calma, avrebbe potuto dare un'occhiata a quel quaderno, le avrei anche passato una copia del mio saggio. Se? Se fosse venuta a casa mia, ecco tutto.

Sessanta scatti in versi, tra i quali alcuni haiku, che potrebbero risultare gradevoli durante brevi attese (file, code, sale d'attesa), percorsi su mezzi pubblici (aerei, treni, metropolitane), soste obbligate (bagni, ascensori bloccati, celle di sicurezza), e che si prestano anche a una lettura saltuaria e casuale. Savio Lemma è nato a Barletta e vive da tempo a Catania, dove lavora come creativo pubblicitario.

Perché l'auto di un professore francese salta per aria nei pressi di Zurigo? Come mai a Barcellona i ruoli di un killer e della sua vittima s'invertono? Chi fa fuori una spia a Tripoli e chi è l'assassino del proprietario di un cinema di Varsavia? Un filo lega crimini che si svolgono in luoghi lontani tra loro. Un filo color sangue, che conduce alla verità più assurda o più logica e che, srotolandosi, dimostra che c'è sempre una ragione per uccidere.

"Era una lunga storia. Oltre a un mio amico che fotografava vulcani, a un viaggiatore danese, a una pittrice polacca, c'erano di mezzo trentaquattro inuit, inclusi un capo scorbutico quasi centenario e due strani gemelli. Senza tralasciare una immensa grotta sotterranea abitata da giganti, un manipolo di guerrieri normanni assetati di sangue e un'orribile strage. Diedi un'occhiata all'orologio. S'era fatto tardi. Ne avremmo parlato con più calma, avrebbe potuto dare un'occhiata ai diari del viaggiatore, le avrei anche passato una copia del Mistero dei Senza cielo. Se? Se domani fosse venuta a casa mia, ecco tutto."

"Era una lunga storia. Oltre a un mio amico che fotografava vulcani, a un viaggiatore danese, a una pittrice polacca, c'erano di mezzo trentaquattro inuit, inclusi un capo scorbutico quasi centenario e due strani gemelli. Senza tralasciare una immensa grotta sotterranea abitata da giganti, un manipolo di guerrieri normanni assetati di sangue e un'orribile strage. Diedi un'occhiata all'orologio. S'era fatto tardi. Ne avremmo parlato con più calma, avrebbe potuto dare un'occhiata ai diari del viaggiatore, le avrei anche passato una copia del Mistero dei Senza cielo. Se? Se domani fosse venuta a casa mia, ecco tutto."

Perché l'auto di un professore francese salta per aria nei pressi di Zurigo? Come mai a Barcellona i ruoli di un killer e della sua vittima s'invertono? Chi fa fuori una spia a Tripoli e chi è l'assassino del proprietario di un cinema di Varsavia? Un filo lega crimini che si svolgono in luoghi lontani tra loro. Un filo color sangue, che conduce alla verità più assurda o più logica e che, srotolandosi, dimostra che c'è sempre una ragione per uccidere.