Libri di Roberto Valle
Spettri della Russia. Genealogie della russofobia e la questione ucraina
Roberto Valle
Libro: Libro in brossura
editore: Lithos
anno edizione: 2023
pagine: 218
Dopo il 2014, con l'inizio del conflitto tra la Russia e l'Ucraina, russofobija è tornato a essere un termine-chiave del lessico politico russo, quale ideologia integrale, che, con diverse genealogie, ha caratterizzato l'intricata vicenda dell'autocoscienza d'Europa nel corso di due secoli. Il termine russofobija è stato coniato nel XIX secolo dal poeta e diplomatico russo Fèdor Tjutcev.
L'iconografia regionale dell'Albania considerata in una prospettiva europea
Julian Çota, Miranda Rira
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2023
pagine: 154
L'iconografia regionale è una barriera che resiste al movimento, un fattore di stabilizzazione politica. La geografia politica non è statica, ma è soggetta a cambiamenti. Il movimento, quale modifica dell'ordine dello spazio geografico dovuto alla comparsa di nuovi Stati, è creatore di mutamenti. Il movimento produce anche una ridefinizione delle frontiere. Al fine di renderle stabili e solide, le frontiere devono rispettare quel legame che unisce la nazione al territorio. Lo spazio geografico va ridefinito secondo la cultura e i simboli (storia, religione, struttura sociale) di un determinato popolo. L'iconografia è "il nodo gordiano della comunità nazionale". Tale definizione di iconografia regionale si attaglia al caso dell'Albania che, a partire dal 1912 ha avuto dei confini mobili: l'iconografia regionale albanese infatti va oltre i confini dello Stato albanese e non può essere confusa con l'idea di "Grande Albania". Prefazione Roberto Valle.
L'Albania nel contesto balcanico tra la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda
Julian Çota, Miranda Rira
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2023
pagine: 248
In piena Guerra Fredda, nel Canale di Corfù. Il 15 maggio 1946 le batterie dell'Artiglieria albanese aprirono fuoco contro due navi britanniche, non identificate. Dopo il primo incidente, le autorità albanesi chiesero che "per evitare ulteriori incidenti nel futuro, tutte le navi che intendessero transitare nelle acque territoriali albanesi avrebbero dovuto chiedere prima l'autorizzazione del governo albanese". Tale richiesta di autorizzazione preventiva non fu accettata né dagli Stati confinanti, né successivamente dalla Corte Internazionale di Giustizia. Il pomeriggio del 22 ottobre 1946, le navi da guerra britanniche Saumarez e Volage urtarono una mina ciascuno, poste nel Canale. I danni provocati furono seri. Le esplosioni provocarono la morte di quarantaquattro membri dell'equipaggio britannico, mentre altri rimasero feriti. La missione britannica, cominciata per testare se gli albanesi avessero imparato a comportarsi e dare a loro una lezione in risposta all'Incidente di maggio, finì nel peggiore dei modi.
Lo spleen di Pietroburgo. Dostoevskij e la doppia identità russa
Roberto Valle
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2021
pagine: 366
Nell'opera letteraria e pubblicistica di Dostoevskij, l'immagine di Pietroburgo non scaturisce dalla arbitrarietà creativa, ma indica il destino dell'imperialismo tragico, quale luogo di transizione dell'identità russa. Pietroburgo vive un'esistenza misteriosa dettata dalla tragedia della doppia identità della Russia. Il doppio non è una categoria psicologica, ma istoriosofica, perché derivante dallo spleen che svela i retroscena dell'esperienza storica. Lo spleen di Pietroburgo, quale capitale del pensiero russo, è la prima ipostasi della riflessione istoriosofica e politica di Dostoevskij che è orientata sia a disvelare gli sdoppiamenti del periodo pietroburghese della storia russa, sia a stabilire un confronto con le altre capitali del XIX secolo, Londra e Parigi. Mentre Pietroburgo è una capitale astratta e premeditata, Londra e Parigi appaiono come una profezia dell'apocalisse e il Palazzo di Cristallo è l'emblema della negatività stagnante del mondo post-storico.
Mitopoiesi e destino dell'idea jugoslava. Storia della formazione e della disintegrazione delle tre Jugoslavie
Roberto Valle
Libro
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2021
pagine: 176
Dopo la transizione guerriera degli anni Novanta del XX secolo e la finis Jugoslaviae , l'idea jugoslava è stata considerata un artificio ideologico, un miraggio destinato a dissolversi. Nel ricostruire la genealogia dell'idea jugoslava, è prioritario ripercorrere la storia della competizione tra le diverse idee nazionali (serba, croata, slovena, musulmano-bošnjak). Tale intricata vicenda storica ha avuto inizio negli anni Trenta del XIX secolo con il risveglio jugoslavista, quale affermazione sia dell'unità linguista e nazionale degli slavi del sud, sia del diritto a rivendicare la propria indipendenza e a instaurare un proprio Stato. Nel XX secolo, l'idea jugoslava è stata il fondamento del processo di formazione e di disintegrazione di tre Jugoslavie: il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni dal 1929 Regno di Jugoslavia (1918-1941), la Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia (1945-1992), la Repubblica Federale di Jugoslavia (1992-2003). Nel corso della lunga crisi del federalismo jugoslavo, la rilegittimazione delle Èlites al potere è avvenuta con la riscoperta delle identità nazionali e delle diverse mitopoiesi storiche che ha acuito il divario culturale e politico tra le nazionalità jugoslave. Nel XXI secolo, l'Unione Europea è orientata a europeizzare la jugosfera e i Balcani. Vent'anni dopo la fine delle guerre jugoslave, si presenta con evidenza il dilemma: europeizzazione dei Balcani o balcanizzazione dell'Europa?
Le metamorfosi dello Stato-civiltà in Russia tra tradizione e rivoluzione. Impero russo, Unione Sovietica, Federazione Russa
Roberto Valle
Libro
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2021
pagine: 346
Nel corso del XX secolo la Russia è stata al centro di due catastrofi geopolitiche: la rivoluzione del 1917, che ha causato la caduta dell'impero autocratico; la perestrojka che, nel 1991, è stata all'origine della disintegrazione dell'URSS, considerata da Putin la «più grande catastrofe geopolitica del XX secolo». Nel XXI secolo, la Russia si configura come Stato-civiltà, quale rinascita di una civiltà statale forgiata dalla cultura politica russa nel corso della sua storia. È necessario, perciò, intraprendere un cammino à rebours per ricostruire la storia dello Stato-civiltà in Russia che, essendo soggetta a metamorfosi, trasfigurazioni e pseudomorfosi, ha oscillato tra la dimensione imperiale e la catastrofe geopolitica. Nel XVI secolo, l'autocrazia è scaturita dalla sintesi tra la tradizione bizantina e il retaggio mongolo: l'autocrate era nel contempo basileus e khan . Nel XVIII secolo, il periodo pietroburghese della storia russa è stato inaugurato dalle riforme di Pietro il Grande, quale trasfigurazione dell'impero in Stato regolare. Dalla cruenta trasfigurazione rivoluzionaria del 1917 è scaturita una metamorfosi geopolitica e una pseudomorfosi ideologica: l' ideocrazia sovietica, quale monocrazia del proletariato. L'URSS era uno Stato sui generis sorto per la propria scomparsa. Dopo il «bolscevismo di mercato» di Elc'in, il «lungo Stato di Putin» si indentifica con la democrazia sovrana, quale idea russa del XXI secolo, e aspira ad avere una «lunga e gloriosa storia».
L'idea russa e le idee d'Europa. Storia filosofica e imagologica del confronto tra l'autocoscienza russa e l'autocoscienza europea
Roberto Valle
Libro
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2021
pagine: 336
Si può escludere la Russia dall'Europa? La suspense interrogativa posta dall'autocoscienza europea sin dal XVIII secolo si ripropone come un enigma da decifrare e sembra riattualizzare un déjà vu storico che riappare come uno spettro imagologico e geopolitico nel XXI secolo. L'antinomia geofilosofica tra la libertà e il dispotismo è centrale per comprendere quel conflitto imagologico che tra il XVIII e il XXI secolo ha caratterizzato le relazioni internazionali e culturali tra la Russia e l'Europa. L'immaginario imagologico europeo ha forgiato l'idea di minaccia russa, stigmatizzando la pericolosa propensione dei russi sia al dispotismo autocratico, sia al comunismo. Il confronto tra la Russia e l'Europa va collocato sia nella prospettiva della storia filosofica e intellettuale, sia nella prospettiva rovesciata dell'imagologia, quale rappresentazione spettrale dell'alterità di un paese straniero. L'idea russa, quale eterotopia dell'Europa, è considerata sia nella sua genesi e nei suoi sviluppi, sia nel confronto con le diverse idee di Europa. Il gradiente culturale fa emergere la specificità delle diverse idee d'Europa (idea polacca, idea francese, idea tedesca, idea britannica, ideologia italiana) nel loro polifonico confronto con l'idea russa. Nel XXI secolo, il dualismo culturale tra la Russia e l'Europa deriva da due diverse prospettive geopolitiche concorrenti che ripropongono sia il confronto tra l'idea russa e le idee d'Europa, sia la fatale suspense interrogativa: si può escludere la Russia dall'Europa?
L'idea russa e il culto della personalità. Le metamorfosi della dittatura in Russia dall'età moderna all'età contemporanea
Roberto Valle
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2012
pagine: 77
Il culto religioso del potere autocratico e della potenza dello Stato è uno dei paradigmi archetipici dell'idea russa ed è scaturito da una paradossale antitesi-simbiosi tra arche e anarché Tra il XIX e il XX secolo, la comparsa della dittatura sullo scenario del potere attesta che la mistica della sovranità autocratica ha subito una metamorfosi, configurandosi come una nuova simbologia del potere sacralizzato. Il catastrofico sviluppo della storia russa sembra essersi orientato verso la "via autoritaria". Il culto della personalità carismatica, quale caposaldo dell'idea russa, va collocato nella lunga durata, al fine di comprendere le diverse genealogie della dittatura in Russia. Nel ripercorrere il lungo cammino della via autoritaria in Russia, le metamorfosi e le pseudomorfosi della dittatura sono inserite nei tre scenari del potere che si sono succeduti nella storia russa: lo scenario dell'autocrazia dominato dalla figura dello Car' come dittatore consacrato; lo scenario del potere sovietico basato sulla "dittatura del proletariato" e sul "culto della personalità"; lo scenario post-sovietico caratterizzato dalla "verticale del potere" e dalla "dittatura della legge.
Beyond borders. Anthropological and historical approaches to ethnic relations in postsocialist Europe
László Öllös, Károly Tóth, Roberto Valle
Libro
editore: Trauben
anno edizione: 2006
pagine: 76
Despotismo bosnese e anarchia perfetta. Le rivolte in Bosnia e in Erzegovina nelle corrispondenze della propaganda Fide (1831-1878)
Roberto Valle
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2004
pagine: 320
Genealogia della russofobia. Custine, Donosco Cortés e il dispotismo russo
Roberto Valle
Libro: Libro in brossura
editore: Lithos
anno edizione: 2012
pagine: 175
Dalle opere di Astolphe de Custine e di Juan Donoso Cortés si può trarre la genealogia della russofobia, quale archeologia dell'etero-immagine della Russia considerata secondo le categorie dell'imagologia. Collocate nel contesto della prospettiva rovesciata dell'imagerie culturelle e politica del XIX secolo, tali opere fanno emergere, nel loro specchio deformante grottesco e caricaturale, immagini stereotipate, miraggi e spettri che hanno avuto un'esistenza durevole al di là dell'epoca nella quale sono stati forgiati. Custine e Donoso Cortés si trovarono, infatti, al centro di quel conflitto imagologico che, nella prima metà del XIX secolo, contrappose l'autocoscienza europea e quella russa. La "Russie en 1839" suscitò una controversia nella quale furono coinvolte personalità eminenti della cultura russa come Herzen e Dostoevskij. La visione apocalittica della rivoluzione del 1848 di Donoso Cortés suscitò la vis polemica di Herzen, che contrappose all'escatologia negativa del pensatore spagnolo il sogno di barbarie del socialismo russo.