Libri di Paolo Nencini
Cose spiegate bene. Le droghe, in sostanza
Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2022
pagine: 256
Le droghe, in sostanza è il terzo numero di Cose spiegate bene, la rivista di carta del Post realizzata in collaborazione con Iperborea. Le sostanze che chiamiamo «droghe» sono tante e diverse, e i loro effetti variano molto a seconda delle dosi, delle caratteristiche di chi le assume e delle ragioni per cui lo fa. Per questo parlare delle droghe come se fossero tutte uguali è riduttivo e fuorviante. Inoltre ignora il fatto che la stessa sostanza che qualcuno usa per provare piacere e divertirsi, può essere utile a qualcun altro per i suoi effetti terapeutici: il confine tra «droghe», per come abitualmente usiamo questo termine, e «farmaci» è meno netto di quanto si pensi. Negli ultimi anni è diventato evidente con la grande epidemia da dipendenza da farmaci oppioidi negli Stati Uniti da un lato, e dall’altro col sempre maggior interesse della comunità scientifica sui possibili utilizzi delle sostanze psichedeliche per alleviare forme di disagio psichico. Nel frattempo in molte parti del mondo si mette in discussione la cosiddetta «guerra alle droghe» e si tentano nuovi approcci, con depenalizzazioni e legalizzazioni, conservando l’attenzione necessaria sui rischi. Per capire quale direzione prendere bisogna prima di tutto capire di cosa parliamo. Con testi di Fabio Cantelli Anibaldi, Agnese Codignola, Carlo Gabardini, Vanni Santoni, Laura Tonini e della redazione del Post. A cura di Ludovica Lugli, con la consulenza di Paolo Nencini. Illustrazioni di Paolo Bacilieri.
Storia culturale degli stupefacenti
Paolo Nencini
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2022
pagine: 208
Gli storici hanno ricostruito con cura l’espandersi dell’uso non terapeutico degli stupefacenti a partire dall’inizio dell’Ottocento e gli interventi atti al suo controllo ad opera dei makers of history. Ma dove sono i soggetti di questi avvenimenti, i tossicodipendenti e quelli che, in base alle legislazioni restrittive, sono divenuti spacciatori? Che ne è stato di loro? Secondo il filosofo tedesco Hans Magnus Enzensberger, la risposta a questo genere di domande è da cercarsi nella letteratura, che è infatti una forma di storiografia, in quanto fornisce il punto di vista soggettivo da giustapporre all’oggettività degli avvenimenti narrati dagli storici. Questo libro si è posto l’obiettivo di ricostruire una storia soggettiva della tossicodipendenza, a partire dall’esame del la letteratura. Da De Quincey e Gautier, suscitatori di nuove curiosità, a Daudet e Rohmer, difensori di civiltà e imperi contro la minaccia stupefacente, la letteratura è stata puntuale ed efficace nel testimoniarci del mutare dello spirito del tempo. Caduta l’illusione di uno sradicamento definitivo del consumo di stupefacenti, sono stati poi numerosi gli autori che nel progredire del XX secolo hanno raccontato del persistere di tale consumo all’interno di vere e proprie controculture, mentre altri hanno saputo farsi anche anticipatori distopici di nuove possibili droghe, dal davamesk di Witkiewicz al dylar di De Lillo; fino ai testimoni dell’uso degli allucinogeni come strumenti di introspezione alla ricerca dei limiti della conoscenza umana.
La minaccia stupefacente. Storia politica della droga in Italia
Paolo Nencini
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2017
pagine: 360
Paese non produttore, l'Italia rimase al riparo dalla diffusione della droga fino alla Grande Guerra, quando la cocaina si infiltrò nei locali alla moda delle grandi città. Ciò non le impedì tuttavia di partecipare al processo diplomatico che pose le basi del controllo internazionale sul traffico degli stupefacenti, non solo per accrescere il proprio prestigio internazionale, ma anche per la posizione geografica, che la esponeva al transito tra le zone di produzione e i mercati europei e nordamericani, traffico al quale già allora partecipava attivamente la malavita italoamericana. Iniziò così una scalata di provvedimenti repressivi che continuò nel secondo dopoguerra, non riuscendo tuttavia a impedire che il traffico di stupefacenti raggiungesse livelli di efficienza sempre maggiori. Attingendo a fonti d'archivio politico diplomatiche e alla letteratura sanitaria, il libro ricostruisce per la prima volta le vicende della droga in Italia tra la fine dell'Ottocento - quando era già ben radicato l'uso voluttuario di oppio, morfina e cocaina al di là delle Alpi - e il 1970, quando esplose la grande epidemia di abuso di eroina.
L'estasi farmacologica. Uso magico-religioso delle droghe nel mondo antico
Paolo Nencini
Libro
editore: Giovanni Fioriti Editore
anno edizione: 2016
pagine: 238
Prodotti tra i maggiori della rivoluzione tecnologica di questi ultimi due secoli, i farmaci sono ormai così connaturati alla quotidianità dell'uomo contemporaneo da apparire come se fossero stati compagni inseparabili fin dai primordi della nostra specie. Strumenti di dominio sulla natura nella lotta per la sopravvivenza, ai farmaci viene ora attribuita l'ulteriore capacità di trascinare oltre le soglie della percezione, come se anche ciò fosse il frutto di un rapporto primordiale tra farmaco e uomo, fisiologicamente ineluttabile. Ma l'instaurarsi di questo rapporto ha avuto bisogno di un lunghissimo periodo di incubazione.
Il fiore degli inferi. Papavero da oppio e mondo antico
Paolo Nencini
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Muzzio Editore
anno edizione: 2004
pagine: 220
"Questo lavoro mira a rispondere a un interrogativo cruciale: se sia vera o falsa la tesi di una sostanziale invarianza storica dei fenomeni di tossicodipendenza, in particolare di quelli relativi all'oppio e ai suoi derivati. L'invarianza storica, infatti, è un puntello essenziale dei modelli deterministi bio-farmacologici. Cioè, essendo il profilo biologico-genetico di Homo sapiens rimasto essenzialmente immutato in tempi storici [...], una sostanziale indifferenza al valore edonico di questa o quella droga per lunghi periodi della storia umana anteriori al nostro ha necessariamente un significato se non invalidante tout court, almeno di ridimensionamento e di derubricazione dei modelli stessi". (Giorgio Bignami).
Ubriachezza e sobrietà nel mondo antico. Alle radici del bere moderno
Paolo Nencini
Libro: Libro in brossura
editore: GEM Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 334
Giovani dediti all'uso dell'alcol, sempre più incidenti per ubriachi alla guida, sono solo alcuni degli allarmi sociali con alla base l'uso dell'alcol. Ma cosa rappresenta l'alcol in una società e perché il suo uso non è sempre uguale nel tempo? Dalla civiltà greco-romana abbiamo ereditato un mondo libero dalla droga ma con un debole per il vino. Il Cristianesimo è stato, a un tempo, l'erede e l'esecutore testamentario di tale lascito ma ha avuto modo e tempo per dimostrare tutta la sua intransigente ostilità verso le altre droghe, presenti e future. Da qui il racconto fino ai nostri giorni di questo libro. Una rilettura del vasto corpus letterario, storico e iconografico che documentano le situazioni in cui il vino ma anche la birra e, più in generale, le sostanze alcoliche erano assunte per rispondere alla domanda se l'elaborazione delle regole del bere si sia basata su una consapevolezza empirica della molteplicità di effetti neuropsichici di queste sostanze fermentate. Un'analisi che si basa sulla reciproca influenza tra bevanda fermentata e ambiente nel determinare quegli effetti farmacologici che costituiscono la motivazione per il radicamento di certi specifici impieghi e non altri. Paolo Nencini è ordinario di Farmacologia all'università di Roma La Sapienza e ha maturato un forte interesse per l'uso materiale delle sostanze psicoattive nel mondo antico nell'ambito del suo settore specifico di ricerca: uso-abuso delle sostanze psicoattive.