Libri di Nelly Valsangiacomo
La storia in gioco. Sedici documenti d'archivio tra ricostruzione storica e invenzione letteraria
Libro: Libro in brossura
editore: Casagrande
anno edizione: 2024
pagine: 232
Da un inedito scambio tra storici e scrittori nasce un libro che traccia nuovi percorsi nella storia della Svizzera italiana dell’Ottocento e del Novecento.
Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Dadò Editore
anno edizione: 2023
pagine: 224
Una lunga frontiera che mette in contatto Svizzera 14 e Italia, la presenza di una comunità svizzera di lingua italiana; l’arrivo in Svizzera già dall’Ottocento di un’importante immigrazione dalle regioni italiane. Questa triplice dimensione porta ad interrogare l’italianità su suolo elvetico, intesa come immaginario legato a un popolo, alla sua storia e civiltà, alla sua lingua e letteratura e ai suoi costumi. Se diversi e significativi sono stati negli ultimi anni gli approfondimenti sull’italianità, anche per quanto concerne la Svizzera, questo volume vuole fare un passo ulteriore e proporre una prima seppur non esaustiva panoramica che comprenda l’articolazione tra la presenza italiana in Svizzera e la Svizzera italiana, indagando anche qualche tema ancora poco conosciuto. La politica linguistica, le espressioni culturali, il senso di appartenenza, le molteplici realtà del mondo associativo, le stratificazioni migratorie sono studiate anche con l’intento di ricordare come i fenomeni identitari siano complessi e le appartenenze multiple e a geometria variabile.
À l’italienne. Narrazioni dell'italianità dagli anni ottanta a oggi
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2018
pagine: 254
Il volume ha per oggetto l'"italianità" presente nell'immaginario contemporaneo, considerata sotto diverse forme (letterarie, visuali, materiali), in vari ambiti culturali (dalla lingua al design, dal cinema alla fotografia) e attraverso complesse dinamiche storico-sociali (l'emigrazione, lo sviluppo delle comunità italofone all'estero, il rapporto tra l'Italia e la Svizzera italiana). L'italianità, che non si esaurisce nella categoria di "cultura italiana", è infatti un'idea plurale, risultato di un incrocio di esperienze: quelle di chi osserva il paese da fuori e quelle di chi, dall'interno, trasmette l'immagine dell'Italia nei suoi molteplici aspetti. Il sovrapporsi di queste prospettive genera una narrazione, non solo letteraria né esclusivamente verbale, cioè una costruzione di scenari e un'attribuzione di ruoli basati tanto sulla tradizione quanto sull'innovazione, tanto sullo stereotipo quanto sul suo rovescio. Da chi vengono prodotte tali narrazioni? In che forme sono trasmesse? I saggi che compongono il volume cercano di dare risposta a queste domande, indagando i significati e le espressioni delle diverse possibili italianità a partire dai mutamenti avvenuti dagli anni Ottanta. Durante i cosiddetti "anni del riflusso", infatti, la società italiana ha conosciuto notevoli cambiamenti, in sintonia con le trasformazioni avvenute in tutte le altre società occidentali; nello stesso periodo, si sono modificati ed evoluti anche i canali e le strategie attraverso cui l'italianità si è diffusa nel mondo.
Scioperare nel Duemila. Le Officine ferroviarie di Bellinzona e la memoria operaia
Paolo Barcella, Alessandro Moreschi, Mattia Pelli, Gabriele Rossi, Nelly Valsangiacomo
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 166
È il 7 marzo del 2008 quando la direzione delle Ferrovie federali svizzere (Ffs) annuncia un piano di privatizzazione che prevede la soppressione di 120 posti di lavoro e lo smantellamento progressivo delle Officine Cargo di Bellinzona. La risposta, inaspettata, è durissima: 430 operai di quel sito industriale entrano immediatamente in sciopero, dando il via a un vasto movimento di protesta che coinvolge tutta la regione. A dieci anni di distanza, un gruppo di storici ragiona sul valore di quello sciopero e ne descrive in queste pagine le tappe come spunto per una riflessione più ampia sulle trasformazioni avvenute negli ultimi anni nel mondo del lavoro. Per la sua dimensione, lo sciopero delle Officine è stato un evento eccezionale, che ha prodotto una vasta quantità di documenti capaci di illuminare un intero contesto sociale, politico, culturale, economico. Le fonti scritte e orali - rapporti sindacali, reportage, fotografie, racconti di operai - permettono senz'altro di conservare la memoria di quell'evento, ma aiutano anche a ripensare la stessa categoria di sciopero nel Paese in cui, stando all'immaginario collettivo, sembrerebbe non avere diritto di cittadinanza. Il libro si conclude con un'intervista al regista Danilo Catti, pensata come una presentazione del suo documentario "Giù le mani", qui allegato in DVD. In questa pellicola, poi proposta al Festival di Locarno 2008, Catti si è calato nei panni di un osservatore partecipante, stando quindi a stretto contatto, giorno e notte, con gli operai e la cittadinanza in fermento. In un'epoca dominata da una forte ideologia anti-operaia e antisindacale, lo sciopero delle Officine segna un traguardo: ha saputo trovare il linguaggio e gli strumenti adatti per dare di sé un'immagine di forza, trasversalmente seduttiva rispetto agli schieramenti politici, conquistando così una grande attenzione anche a livello internazionale.
Quando tutto va male e altri racconti tristi
Guido Calgari
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Dadò Editore
anno edizione: 2018
pagine: 202
Il nome di Guido Calgari è oggi maggiormente legato alla sua attività culturale, più che alla sua produzione letteraria. Meritano quindi di essere riscoperti questi “racconti tristi”, pubblicati nel 1933 e ampliati nel 1968, col titolo "Quando tutto va male!. Fin dalla novella eponima l’autore mette in scena – in aperto contrasto con una «concezione arcadica della montagna» allora in voga – l’asprezza del mondo alpino, la tragedia sempre dietro l’angolo, la minaccia dell’emigrazione, l’incontro con una modernità a tratti incomprensibile. Eppure c’è attaccamento a questo mondo, caratterizzato da uno spirito comunitario che va man mano perdendosi, ora che «le rascane sono ormai tutte crollate».
Alpi e patrimonio industriale-Alpes et patrimoine industriel-Alpen und industrielles Erbe
Libro: Libro in brossura
editore: Mendrisio Academy Press
anno edizione: 2016
Dietro al microfono. Intellettuali italiani alla radio svizzera (1930-1980)
Nelly Valsangiacomo
Libro: Copertina morbida
editore: Casagrande
anno edizione: 2016
pagine: 174
Qual è stato il ruolo degli intellettuali italiani nella cultura radiofonica svizzera? E quali immagini della Svizzera e dell'Italia sono state veicolate tra il ventennio fascista e gli anni di piombo? Fin dai suoi esordi negli anni Trenta, la Radio svizzera di lingua italiana, emittente nazionale di servizio pubblico rivolta a una minoranza linguistica, attinse a risorse intellettuali esterne alle proprie frontiere politiche, caratteristica che contribuì a definirne il profilo. Durante il ventennio fascista, ad esempio, gli intellettuali italiani poterono esprimersi ai microfoni di questa radio con una libertà che in Patria non si sarebbero concessi: memorabile in tal senso il discorso di Benedetto Croce del 1936. In seguito, quando le forme dell'intervista e del dibattito presero il sopravvento, saranno giornalisti e scrittori come Eugenio Montale o Pier Paolo Pasolini ad approfittare di quello spazio di confronto che la Svizzera italiana offriva loro. Attraverso l'analisi delle fonti scritte e sonore, molte delle quali inedite, il saggio di Nelly Valsangiacomo ricostruisce un panorama radiofonico complesso e affascinante, animato dalle voci di alcuni tra i più grandi intellettuali italiani, come Elio Vittorini, Maria Corti, Indro Montanelli e Dario Fo. Voci che ora possono essere riascoltate grazie a una pagina web creata a complemento del volume.
Donne e lavoro. Prospettive per una storia delle montagne europee XVIII-XX secc.
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2010
pagine: 432
Si ritiene comunemente che le spinte emancipatrici femminili si siano imposte con maggior vigore nei luoghi contraddistinti da mercati lavorativi più sviluppati e da maggiori opportunità di impiego retribuito, mentre nei contesti periferici caratterizzati da marginalità economica queste spinte sarebbero state più flebili. Il ritardo della modernizzazione di molte regioni di montagna sarebbe quindi responsabile del perdurare di una realtà femminile segnata da dipendenza e "arretratezza" sociale e culturale. Il volume si propone di analizzare in modo critico il nesso tra marginalità (economica, culturale, geografica) e discriminazione femminile, ampliando le prospettive di genere e contribuendo così al dibattito in corso da diversi anni sulle società di montagna del passato e sul loro divenire all'interno della realtà europea. I contributi abbracciano diversi contesti montani europei e prendono in esame alcuni nodi tematici quali i profili dei ruoli femminili, il loro inserimento nel mercato lavorativo e le rappresentazioni che scaturiscono dalle loro attività, delineando alcune tra le innumerevoli prospettive offerte da un approccio comparativo del binomio genere-montagna.