Libri di Maria Sirago
Il Mediterraneo in fiamme. La cultura delle corti e le battaglie navali nella Napoli del Cinquecento
Maria Sirago, Mario Rastrelli
Libro: Libro in brossura
editore: La valle del tempo
anno edizione: 2025
pagine: 256
Nel corso del Cinquecento il grande teatro di guerra del Mediterraneo brucia costantemente: si affermano imperi come quello spagnolo e turco, "l'un contro l'altro armati". In Italia e successivamente in Europa le corti rappresentano paradisi artificiali dove i poeti provano a dimenticare gli orrori della guerra e i rumori assordanti dei cannoni. Al mecenatismo culturale corrisponde simmetricamente una corsa agli armamenti dove le flotte si affrontano costantemente, lasciando fervide immagini nella poetica di spettatori e attori straordinari come Bernardo Tasso e Miguel de Cervantes, poeti e soldati allo stesso tempo. Si capisce così come in questo contesto così ricco quanto sporco di polvere da sparo fiorisca fieramente l'età moderna, che si fa strada tra sonetti, canzoni, spade e cannoni.
Carlo Filangieri e il regio opificio di Pietrarsa. Una industria per le macchine a vapore napoletane (1840-1860)
Maria Sirago, Mario Rastrelli
Libro
editore: La valle del tempo
anno edizione: 2023
pagine: 136
Il libro ricostruisce un aspetto della vita di Carlo Filangieri che non riguarda la sua brillante carriera militare, che lo vide tra i principali generali e uomini politici del Regno delle Due Sicilie, noto soprattutto per la dura repressione della rivoluzione separatista siciliana del 1848-49 e per il breve periodo in cui fu primo ministro sotto Francesco II, senza riuscire però ad evitarne il tracollo. Prima della spedizione siciliana Filangieri era stato uno dei principali esecutori della politica industriale di Ferdinando II, tendente a sottrarre il paese dalla dipendenza inglese. Una politica che ebbe al centro le produzioni autoctone di acciaio, nelle ferriere calabresi, e quelle di macchine a vapore, di cannoni e altri pezzi di artiglieria, nella fabbrica di Pietrarsa, a cui il libro dedica pagine illuminanti. Filangieri impiantò una propria ferriera a Cardinale, a nord di Serra San Bruno, e si batté per una politica protezionistica, a difesa delle produzioni autoctone: contemporaneamente, con grande lungimiranza, aveva messo su altre manifatture, anche in campo tessile, dotate di macchine moderne. Il suo impegno maggiore fu comunque verso Pietrarsa e verso la Scuola per alunni meccanici, collegata alla fabbrica, che considerava più importante dell'opificio; tuttavia fu chiusa nel 1848 quando il generale fu mandato in Sicilia.
La penna e la spada. Bernardo e Torquato Tasso da Tunisi e Lepanto
Maria Sirago
Libro
editore: D'Amico Editore
anno edizione: 2021
«In questo secolo di tempeste pieno»: questa espressione, impiegata da Bernardo Tasso in una missiva indirizzata a Marcantonio Flaminio, risulta apodittica se associata agli effettivi travagli e alle angosce che segnarono l'animo e l'esistenza stessa di molti intellettuali del Cinquecento. In linea con tale prospettiva, il libro ripercorre le vicende di Bernardo e Torquato Tasso in relazione alla loro esperienza cortigiana e a due rilevanti eventi bellici avvenuti sul mare: la battaglia di Tunisi (1535), nella quale il poeta bergamasco fu coinvolto in prima persona, e la trionfale vittoria riportata dalla Cristianità sull'Impero ottomano a Lepanto (1571), che l'autore della Gerusalemme liberata si prodigò a celebrare nei propri versi.
Al servizio della capitale e della corte. La marineria napoletana nel Settecento
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2019
pagine: 168
Il mare non bagna Napoli? Un'immagine letteraria divenuta motivo ricorrente e a volte fuorviante. Invece è certo che «il mare bagna» il golfo di Napoli, le sue coste e le sue isole, da cui negli ultimi secoli sono nati gruppi armatoriali di dimensioni nazionali e internazionali. Le ricerche presentate in questo volume contribuiscono a mettere in luce che le professionalità e l'imprenditorialità marinare dell'area napoletana e dintorni hanno le loro radici nel Settecento, grazie al risveglio civile ed economico e alle riforme promosse dopo l'arrivo di Carlo di Borbone. Già in età vicereale i velieri costruiti sulle spiagge di Procida e della Penisola sorrentina e dintorni collegavano i porti pugliesi con Napoli, per assicurare i rifornimenti annonari a una città nel Mediterraneo seconda solo a Istanbul per popolazione. I mutati equilibri politici nel Mare nostrum e il riordino legislativo del comparto marittimo, avviato dalla monarchia borbonica, permisero al regno di affrancarsi dal naviglio straniero nel commercio marittimo interno e consentirono ai più intraprendenti equipaggi napoletani di inserirsi su tutte le rotte mediterranee, per esportare i prodotti agricoli delle province meridionali, e di inoltrarsi oltre Gibilterra verso i porti del Nord Europa e, a volte, verso le Antille. Il ritorno di Napoli al ruolo di capitale e la presenza di corte e governo contribuirono in maniera determinante alla ripresa delle imprese armatoriali dei centri marinari del Golfo, ai cui equipaggi furono affidati tutti i trasporti per la regia Corte, il sovrano e la sua famiglia.
La flotta napoletana
Maria Sirago
Libro
editore: Licosia
anno edizione: 2018
pagine: 424
Nel complesso sistema imperiale spagnolo il viceregno napoletano, cuore del sottosistema italiano (con la Sicilia e la Sardegna), ha giocato un ruolo fondamentale, assumendo la funzione di antemurale per la difesa dagli attacchi di turchi e barbareschi: esso è diventato così la base portante dell'intero sistema difensivo iberico, in chiave di difesa passiva, attraverso la rete di porti e città fortificate, e di difesa attiva con flotte numerose e agguerrite di galere, galeazze e vascelli costruiti nel suo arsenale, da aggregare alla Armada spagnola insieme alle "squadre collegate", in primis la genovese e la maltese. La scena principale era quella occupata dalla monarchia di Spagna, per antonomasia la superpotenza del tempo, tra Mediterraneo e Atlantico, impegnata nel costruire e mantenere il proprio primato geo-politico, contro avversari europei (Francia su tutti, ma anche Inghilterra, Olanda e altri) e contro il nemico mortale, l'Impero Ottomano, dunque i turchi, e i compositi potentati nord-africani (pirati, corsari, barbareschi), entrambi antagonisti irredimibili sul piano religioso. In questo scenario l'apporto economico di Napoli è stato fondamentale, anche se l'enorme sforzo bellico ha creato un forte disavanzo nel bilancio del viceregno, sottoposto ad una costante pressione fiscale.
La pesca in Campania e in Sicilia. Aspetti storici
Maria Sirago, Franca Pirolo, Rosario Lentini
Libro: Libro in brossura
editore: Licosia
anno edizione: 2018
pagine: 214
Nel Mediterraneo la pesca non ha mai avuto una rilevanza paragonabile a quella dei paesi dell’Europa settentrionale, nonostante la maggiore estensione delle terre che si affacciano su di esso. Proprio per questo motivo il mare doveva dare nutrimento a un numero di persone maggiore e non proporzionale alla produzione. Per di più, come ci insegna Braudel, il Mediterraneo non è quel lago quasi immobile, come appare agli sprovveduti, bensì un mare infido nel quale la tempesta sopraggiunge senza quasi alcun preavviso. Il pesce, per un numero esorbitante di persone, doveva essere preso nelle vicinanze della costa, presso il porto nel quale riparare al più presto nel caso ci fosse stata necessità. Allontanarsi non era consigliabile anche per un altro motivo. Il clima del Mediterraneo non consentiva una conservazione anche solo temporanea del pescato neppure tramite salagione. Quindi si doveva pescare a poca distanza da una costa che era sempre più sfruttata. Di qui l’impoverimento dei fondali e la conseguente gelosia di mestiere, che toglieva ogni connotazione sociale a quest’attività.
Gente di mare. Storia della pesca sulle coste campane
Maria Sirago
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Intra Moenia
anno edizione: 2014
pagine: 224
Dal Seicento all'Ottocento circa il 7045 della popolazione napoletana era composta da marinaie pescatori. Poi i lavori del risanamento urbanistico a fine Ottocento determinarono la scomparsa delle spiagge e, progressivamente, anche dell'antico mestiere dei pescatori. Questo libro ripercorre con dovizia di dati la storia della "gente di mare" lungo le coste campane: una ricostruzione preziosa non solo per gli appassionati di pesca, ma per quanti avvertono il fascino del legame sempre esistito tra la nostra terra e il suo mare.
La scoperta del mare. La nascita e lo sviluppo della balneazione a Napoli e nel suo Golfo tra '800 e '900
Maria Sirago
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Intra Moenia
anno edizione: 2013
A quando risale la "scoperta del mare"? Solo a metà dell'Ottocento e cioè quando avviene il passaggio dall'epoca dei "viaggiatori" del Grand Tour alla nuova moda "turistica" della nascente borghesia che inventa la villeggiatura da trascorrere al mare. La Campania diviene subito uno dei luoghi più adatti per il turismo balneare e da qui la nascita di norme, riti e mode che questo libro racconta in maniera documentata e piacevole. Si passa infatti dalla "balneoterapia" dell'Ottocento ai rigidi regolamenti dei più famosi stabilimenti sul mare, fino ad arrivare al piacere della tintarella del Novecento. Troverete in queste pagine descritte com'erano una volta le più importanti località balneari campane: Sorrento, Capri, Ischia, Castellammare. E per Napoli la fantasia ritornerà a com'erano una volta le mete "eccellenti" di Santa Lucia, Chiaia, Posillipo; ovviamente contrapposte alle spiagge "popolari" del Ponte della Maddalena, della Marinella e del Mandracchio. Insomma, un libro che è un "tuffo" non solo nel mare, ma anche nel romantico passato.

