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Libri di Marco Tanzi

Rinascimento sul Garda

Rinascimento sul Garda

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2024

pagine: 264

Il catalogo della mostra “Rinascimento sul Garda”, organizzata dal MAG – Museo Alto Garda di Riva del Garda, è un invito a intraprendere un viaggio affascinante alla scoperta dei capolavori che hanno reso la regione intorno al lago di Garda un fulcro creativo di ineguagliabile bellezza. Dalla scultura alla pittura, dall’oreficeria all’arte tessile, ogni opera esposta racconta una storia, svela una tecnica, testimonia l’ingegno e la maestria di questi artisti. Qui il lago di Garda si rivela in quanto testimone silenzioso di secoli di storia. Fin dall’antichità, le sue acque hanno rappresentato un’importante via di comunicazione, favorendo gli scambi commerciali e il dialogo tra culture diverse. Ed è proprio da questo crocevia di popoli e idee che ha preso vita un’epoca di straordinaria fioritura artistica: il Rinascimento. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di focalizzare il contesto figurativo tra Quattro e Cinquecento nell’Alto Garda. Se l’attenzione è rivolta soprattutto all’area trentina, l’intensa permeabilità sociale e culturale favorita dal lago comporta un orizzonte ben più ampio, pronto a riannodare occasioni e motivi che hanno posto in dialogo Riva e Arco con Brescia, Verona e l’area mantovana, ma anche con il mondo del Nord. Questo avvincente racconto, indagato da diverse angolazioni, si articola attraverso le opere di artisti quali Zenone Veronese, Giovan Francesco Caroto, Giovanni Demio, Pietro Bussolo, Stefano Lamberti, Maffeo Olivieri. Ma il volume non si limita a presentare opere d’arte di eccezionale valore. È anche un’occasione per approfondire la storia e la cultura del territorio gardesano, per cogliere le sfumature di un’epoca ricca di fermento e di trasformazioni.
35,00

La nuda dormiente. Problemi di anticlassicismo padano

La nuda dormiente. Problemi di anticlassicismo padano

Marco Tanzi

Libro: Libro in brossura

editore: De Luca Editori d'Arte

anno edizione: 2024

pagine: 96

Nuove riflessioni sulla cosiddetta Nuda dormiente della Galleria Borghese, un grande tela che nel secolo passato era stata oggetto di una disputa critica e attributiva piuttosto accesa tra i fautori dell’attribuzione al bresciano Giovanni Girolamo Savoldo e quelli che propendevano piuttosto per il veneto Girolamo da Treviso il Giovane, a causa di un monogramma HIR-TV o HIER-TV apposto su un certo numero di dipinti della stessa mano, portano a considerare nel suo complesso questo scelto corpus di opere, insieme a quelle che, nel corso del tempo, vi sono state aggregate. Così si è proceduto a un riesame di fonti a stampa, documenti e bibliografia per meglio collocare, anche dal punto di vista stilistico e nelle variabili gerarchie della pittura padana del primo quarto del XVI secolo questo pittore tanto caratteristico e intrigante. Che non è, secondo il parere di chi scrive, né il bresciano Savoldo né il trevigiano attivo a Bologna a partire dal 1523 e cresciuto all’ombra dei “raffaellisti della via Emilia”, come scriveva Roberto Longhi. Tra Longhi e Luigi Coletti, fautori delle due proposte, e la odierna pedissequa accettazione del riferimento a Girolamo, la mia opinione segue e amplia la sintetica proposta fornita nel 1966 dal mio maestro, Alessandro Ballarin, che il cosiddetto Monogrammista HIR-TV debba essere un “terzo Girolamo”, un pittore trevigiano finora schiacciato tra problemi di omonimia (ho passato buona parte della mia attività scientifica a cercare di dirimere casi di omonimia, italiani e stranieri) e raggruppamenti incongrui, al quale non si può negare l’ingresso al club esclusivo degli eccentrici o anticlassici padani del primo Cinquecento.
24,00

The cathedral of Cremona. Guide

The cathedral of Cremona. Guide

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 120

Tra le grandi cattedrali romaniche padane, quella dedicata a Santa Maria Assunta a Cremona è una delle più ricche di testimonianze figurative alte e stratificate, che improntano il lento passare dei secoli di segni di particolare rilievo. I nomi dei più grandi maestri, in prima persona o nell'accezione medioevale di bottega, si susseguono fitti: Wiligelmo, Antelami, l'eccelso Marco Romano, i campionesi, arricchiscono la facciata con opere grandiose e superbe, aristocratiche e terragne. Nell'interno poi, il ciclo di affreschi nella navata maggiore con le Storie della vita della Vergine e di Cristo squaderna come in nessun altro luogo i sintomi dell'incalzante rinnovamento in atto nella pittura italiana del primo Cinquecento, dal classicismo senza errori di Boccaccio Boccaccino alle inquietudini eccentriche e ponentine di Altobello Melone e di Gianfrancesco Bembo, del bresciano Romanino e del friulano Pordenone, cui spetta il gran finale con la clamorosa e baluginante Crocifissione della controfacciata. Accanto a questi due poli, la facciata e la navata, si aggregano capolavori di tutti i secoli, pittura, scultura, oreficeria. Cicli tardo-gotici nelle volte delle navatelle, che rimandano al gusto delle miniature e dei Tacuina sanitatis; la grande croce d'argento quattrocentesca; alcune tra le sculture più importanti ed espressive del Rinascimento in Lombardia; gli affreschi e le tele dei Campi, i massimi esponenti della scuola pittorica cremonese del Cinquecento, tra Maniera e natura; dipinti e sculture dal Sei all'Ottocento, dai Procaccini al Genovesino, da Bertesi a Borroni, fino a Giuseppe Diotti.
12,00

Sofonisba Anguissola. Portrait of a lady in white satin-Sofonisba Anguissola. Ritratto di giovane dama in raso bianco

Sofonisba Anguissola. Portrait of a lady in white satin-Sofonisba Anguissola. Ritratto di giovane dama in raso bianco

Marco Tanzi

Libro: Libro rilegato

editore: Mandragora

anno edizione: 2024

pagine: 96

Marco Tanzi, professore ordinario di Storia dell’Arte moderna all’Università del Salento, conduce un’accurata analisi del Ritratto di giovane gentildonna di Sofonisba Anguissola in collezione Klesch, occasione propizia a fornire sotto una nuova luce le coordinate della vita e dell’opera dell’artista cremonese, spesso oggetto di curiosità per la sua peculiare vicenda mondana, piuttosto che di studio accurato e accompagnato da una precisa definizione dei dati formali della sua produzione, influenze, modelli, contesti.
24,00

Il Duomo di Cremona. Guida

Il Duomo di Cremona. Guida

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2019

pagine: 112

Tra le grandi cattedrali romaniche padane, quella dedicata a Santa Maria Assunta a Cremona è una delle più ricche di testimonianze figurative alte e stratificate, che improntano il lento passare dei secoli di segni di particolare rilievo. I nomi dei più grandi maestri, in prima persona o nell'accezione medioevale di bottega, si susseguono fitti: Wiligelmo, Antelami, l'eccelso Marco Romano, i campionesi, arricchiscono la facciata con opere grandiose e superbe, aristocratiche e terragne. Nell'interno poi, il ciclo di affreschi nella navata maggiore con le Storie della vita della Vergine e di Cristo squaderna come in nessun altro luogo i sintomi dell'incalzante rinnovamento in atto nella pittura italiana del primo Cinquecento, dal classicismo senza errori di Boccaccio Boccaccino alle inquietudini eccentriche e ponentine di Altobello Melone e di Gianfrancesco Bembo, del bresciano Romanino e del friulano Pordenone, cui spetta il gran finale con la clamorosa e baluginante Crocifissione della controfacciata. Accanto a questi due poli, la facciata e la navata, si aggregano capolavori di tutti i secoli, pittura, scultura, oreficeria. Cicli tardo-gotici nelle volte delle navatelle, che rimandano al gusto delle miniature e dei Tacuina sanitatis; la grande croce d'argento quattrocentesca; alcune tra le sculture più importanti ed espressive del Rinascimento in Lombardia; gli affreschi e le tele dei Campi, i massimi esponenti della scuola pittorica cremonese del Cinquecento, tra Maniera e natura; dipinti e sculture dal Sei all'Ottocento, dai Procaccini al Genovesino, da Bertesi a Borroni, fino a Giuseppe Diotti.
12,00

Attorno agli amori. Camillo Boccaccino sacro e profano

Attorno agli amori. Camillo Boccaccino sacro e profano

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2018

pagine: 112

È un Dialogo molto particolare quello che – in occasione del riallestimento dei saloni napoleonici, il cuore storico di Brera – vede protagonista Camillo Boccaccino, perché mette a confronto due modulazioni diverse di un’unica voce, quella del pittore cremonese appunto, declinata sui due temi della pittura sacra e di quella profana. Accanto alla pala proveniente da San Bartolomeo a Cremona e dal 1809 a Brera, stanno una strepitosa Venere “da stanza”, realizzata probabilmente per Giovanni Battista Speciano, e un minuscolo Amore, destinato senz’altro anch’esso a un collezionista. Quello che probabilmente deve essere considerato il dipinto d’altare più moderno e innovatore negli anni trenta del Cinquecento a Cremona, con una composizione dinamica, protagonisti partecipi immersi in un paesaggio screziato di ombre, riecheggia nelle penombre boschive accese dal bagliore dei temporali dove abitano divinità pagane. Di esse il pittore sa fermare sulla tela grazia sovrumana e moti umanissimi, in un rutilare di colori saturi, densi. Aveva ragione l’abate Lanzi dall’occhio quasi infallibile quando nel 1795 definiva Camillo “il più gran genio della scuola cremonese” e questo Dialogo è occasione per fare il punto sull'intera – breve – produzione dell’artista che è certo una delle voci più originali del Cinquecento padano. Non solo. La gioia dei sensi che percorre le opere profane di Boccaccino fa riflettere sui gusti del collezionismo milanese. Gusti che ancora quasi un secolo dopo, in opposizione ai rigori borromaici, si sarebbero rispecchiati in opere come la Venere e Amore dipinta da Giulio Cesare Procaccini per Fabio II Visconti: palpitante, viva, con la firma dell’artista annidata sotto un’ascella e chiusa dalla dicitura “con Amore”.
17,00

Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona. Catalogo della mostra (Cremona, 6 ottobre 2017-6 gennaio 2018)

Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona. Catalogo della mostra (Cremona, 6 ottobre 2017-6 gennaio 2018)

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2017

pagine: 215

È il catalogo della mostra monografica su Luigi Miradori detto il Genovesino, protagonista della pittura a Cremona per un ventennio intorno alla metà del XVII secolo. Una cinquantina di opere ne scandiscono il percorso: dagli esordi sotto la Lanterna, alla luce della vivacissima costellazione artistica che illumina il primo Seicento a Genova, agli anni stentati nella Piacenza farnesiana, che pure arricchiscono il suo bagaglio a contatto con i pittori della corte, fino al passaggio definitivo nella città del Torrazzo. L'approdo a Cremona, negli anni Trenta, segna anche il cambio di status sociale per il Genovesino, che diventa rapidamente il pittore più importante della città, grazie al rapporto con l'aristocrazia e in particolare con il governatore spagnolo, don Alvaro de Quinones. Il pittore emerge per la sostenuta cifra qualitativa, per l'abilità ritrattistica e la scelta di soggetti dall'iconografia inedita e rara (in cui dimostra la conoscenza, tutt'altro che ovvia, dei testi letterari di Pedro Calderón de la Barca), privilegiando gli aspetti della caducità della vita in una formidabile varietà di "Vanitas". Poi il gusto picaresco, quasi in parallelo con i bamboccianti romani, e i molteplici influssi, secondo una mappa sfaccettata di interessi visivi - Genova e Milano, le stampe nordiche, i pittori farnesiani, Guido Reni e Guercino - che danno risposte e aprono nuove prospettive di ricerca su uno dei pittori più suggestivi e affascinanti di un panorama sfiorato dal Mar Ligure e avvolto dalle nebbie della Lombardia spagnola.
29,00

La Zenobia di don Álvaro e altri studi sul Seicento tra la bassa padana e l'Europa

La Zenobia di don Álvaro e altri studi sul Seicento tra la bassa padana e l'Europa

Marco Tanzi

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2015

pagine: 223

Cerano e i Procaccini, Genovesino e i Nuvolone, e altri ancora, sono i protagonisti di questo libro che raccoglie e aggiorna sensibilmente una serie di contributi scalati nell'arco di un trentennio: l'ombelico è Cremona con il suo territorio. Si incontrano opere diventate invisibili pur essendo sotto gli occhi di tutti, altre di raccolte pubbliche e private, altre ancora scovate in chiese di campagna quasi sempre chiuse: una tela dell'ultimo Genovesino, l'unico quadro di Giuseppe Caletti nella terra d'origine, una pala di Camillo Procaccini già in San Domenico. Non solo Cremona: c'è una proposta per Cerano scultore e la rara iconografia di una teletta del cappuccino Paolo Piazza, forse dipinta a Praga per Rodolfo II. Un dipinto farnesiano del Malosso è in relazione con un madrigale di Giovan Battista Marino, mentre emerge, a Milano, la figura del poeta veneziano Giovanni Soranzo, che dedica sonetti a Giulio Cesare Procaccini e ai quadroni della Vita del Beato Carlo Borromeo in Duomo, e lascia una descrizione visionaria dell'orologio del Torrazzo di Cremona. Poi affondi, tra la Bassa e l'Europa, nel saggio che dà il titolo al libro, con una tela del Genovesino eseguita per il castellano di Cremona don Alvaro de Quiñones. Il soggetto, Zenobia regina di Palmira, è ripreso da un dramma storico del campione del Siglo de Oro, Pedro Calderón de la Barca, che aveva combattuto con onore agli ordini del Quiñones nella guerra di Catalogna.
19,90

Arcigoticissimo Bembo. Bonifacio in Sant'Agostino e in Duomo a Cremona

Arcigoticissimo Bembo. Bonifacio in Sant'Agostino e in Duomo a Cremona

Marco Tanzi

Libro: Copertina rigida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2012

pagine: 150

Bonifacio Bembo, cremonese, è il principale pittore tardogotico del ducato di Milano, riscoperto da Roberto Longhi nel 1928 in un saggio memorabile apparso sulla rivista "Pinacotheca". Attento alle suggestioni dei grandi maestri del gotico internazionale di passaggio in Lombardia - Gentile da Fabriano, Masolino, Pisanello -, è titolare di una bottega affermatissima nella quale operano anche diversi fratelli, impegnati in svariate commissioni tra pittura e "arti congeneri": miniature, tarocchi, decorazione di tavolette da soffitto e di cassoni nuziali. L'attività del Bembo, sempre per committenti di alto rango, si svolge tra le principali residenze della corte (Milano, Pavia, Vigevano e Cremona) e altri centri di non secondario interesse nella geografia artistica del Quattrocento padano (Reggio Emilia, Caravaggio, Brescia), ma di queste imprese, emblematiche della "civiltà degli ori lombardi" evocata dalle pagine longhiane, quasi tutto è perduto. Nella città natale i lavori più importanti di Bonifacio, spesso malintesi dalla critica, sono per la chiesa di Sant'Agostino, in un momento di particolare fervore culturale del convento eremitano, e per il Duomo, dove dipinge la pala per l'altare maggiore. Arcigoticissimo è un termine coniato nel 1827 da Giuseppe Grasselli, ragioniere capo della Magistratura Dipartimentale di Cremona, appassionato compilatore di storia e arte locale: la chiesa e l'ospedale di Sant'Antonio abate, che ora non esistono più, sono "fabbriche arcigoticissime".
19,90

Sette ritratti lombardi dalla tarda maniera alla maniera pura

Sette ritratti lombardi dalla tarda maniera alla maniera pura

Marco Tanzi, Massimo Vezzosi

Libro: Copertina morbida

editore: Polistampa

anno edizione: 2009

pagine: 40

Attraverso i saggi critici di Marco Tanzi e Massimo Vezzosi, il volume analizza sette ritratti riprodotti a colori e a tutta pagina: "Ritratto di nobildonna" di Gervasio Gatti detto Il Sojaro (Cremona, 1550 circa - Cremona, 1630), l'"Autoritratto" di Pieter Mulier il giovane detto Il Cavalier Tempesta (Haarlem, 1637 - Milano, 1701), il "Ritratto di cacciatore" di Andrea Torresani (Brescia, 1695 - Brescia, 1728), il "Ritratto di gentiluomo" di Giovan Battista Dell'Era (Treviglio, 1765 - Firenze, 1799), il "Ritratto di giovinetta in un paesaggio" di Giambattista Gigola (Brescia, 1767 - Tremezzo, Como, 1841), il "Ritratto di gentiluomo con cappello" di pittore lombardo (circa 1830), il "Ritratto del cugino Carlo" di Ignazio Micotti (Milano, ? 1886).
12,00

Antonio Campi a Torre Pallavicina. L'Oratorio di Santa Lucia
25,00

«Quelle carte de triumphi che se fanno a Cremona». I tarocchi dei Bembo

«Quelle carte de triumphi che se fanno a Cremona». I tarocchi dei Bembo

Sandrina Bandera, Marco Tanzi

Libro: Copertina morbida

editore: Skira

anno edizione: 2013

pagine: 104

Bonifacio Bembo, cremonese, è il principale pittore tardogotico del ducato di Milano. Titolare, con i fratelli, di una bottega attrezzatissima, è al servizio di tre duchi, Filippo Maria Visconti, Francesco e Galeazzo Maria Sforza. Tra chiese e castelli, residenze ducali e scriptoria conventuali, feudatari e priori, la bottega è impegnata in un'attività variegata e quasi frenetica. I tarocchi, un'eccellenza tutta bembesca, sono "un sogno di profanità fulgida e assurda", l'emblema effimero della "civiltà degli ori lombardi" evocata da Roberto Longhi. Partendo dalle carte viscontee del mazzo di Brera, affiancate da pochi, sceltissimi pezzi, tra pittura e "arti congeneri", il volume si propone di dipanare, per quanto possibile, alcuni dei molti problemi critici da sempre legati a Bonifacio e ai suoi fratelli. Dipinti, tavolette e codici contribuiscono così a fare il punto, alla luce anche di recenti acquisizioni critiche, sull'affascinante produzione ancora di registro tardogotico dei fratelli Bembo, realizzata nei e per le principali corti della Valpadana durante i decenni centrali del XV secolo. Oltre ai già ben individuati Bonifacio e Benedetto, ora è infatti possibile tracciare un profilo piuttosto coerente di Ambrogio e Gerolamo.
29,00

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