Libri di Marco Albertario
Il giovane Paris/il giovane Longhi. La pala Manfron dell'Accademia Tadini tra storia, critica, restauro
Libro: Libro in brossura
editore: Scalpendi
anno edizione: 2022
pagine: 264
Il quinto numero dei "Quaderni dell'Accademia Tadini" è dedicato alla pala d'altare di Paris Bordon (1500-1571) nota come pala Manfron. L'opera, raffigurante la Madonna con il Bambino, san Giorgio e san Cristoforo, e proveniente dalla chiesa di Sant'Agostino a Crema, venne dipinta da Bordon probabilmente nel biennio 1525-1527. Stimata nel corso del Cinquecento, fu registrata nella Notizia d'opere di disegno di Marcantonio Michiel. La pala Manfron non solo è uno dei gioielli della collezione Tadini ma anche una delle opere più importanti conservate a Crema. Il volume, curato da Barbara Maria Savy e Marco Albertario, nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Tadini, l'Università degli Studi di Padova e la Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con l'obiettivo di valorizzare e divulgare i risultati delle ricerche condotte da validi studiosi nonché dei restauri compiuti sulla pala. Questi ultimi hanno messo in evidenza la qualità cromatica tutta veneziana del dipinto. Nel libro troviamo inoltre indagato il contributo di Gustavo Frizzoni, conoscitore e scrittore d'arte, nonché figura di spicco nella cultura del collezionismo, e trascritti per la prima volta gli appunti di un Roberto Longhi ancor giovane, ma che già aveva aderito con geniale acutezza all'estetica di Croce e alle concezioni critiche di Bernard Berenson. Frizzoni venne chiamato nel 1901 a riallestire alcune sale dell'Accademia, e nel 1903 dette alle stampe quella che fu la prima guida moderna della raccolta: con quella guida, il 27 agosto 1913 Longhi percorse le sale del Tadini, appuntando le sue note e le sue osservazioni con il riferimento di numerazione alla catalogazione Frizzoni. Fu in quell'occasione che vergò sul suo taccuino: «Bordone. Il più bello che esista. Vero Giorgionismo».
Strade e percorsi tra Alto Sebino, Val Cavallina, Val Borlezza e Valle Camonica dalla preistoria al Medioevo
Libro: Libro in brossura
editore: Società Archeologica
anno edizione: 2022
pagine: 192
I comparti minerari della Val Seriana, della Val di Scalve e della Val Camonica, le risorse economiche differenziate del territorio compreso tra la Val Borlezza, il Lago d’Iseo e la Val Cavallina, caratterizzato da rilievi e laghi e solcato da facili vie di accesso alla pianura, hanno reso il settore nord-orientale della Provincia di Bergamo un territorio di “cerniera” tra Regione Alpina e Pianura Padana. Un ruolo importante i cui segni si possono ancora leggere nel paesaggio e nella geografia degli insediamenti. Le testimonianze archeologiche, architettoniche, artistiche e i documenti antichi, ma anche la memoria toponomastica e i percorsi viari raccontano aspetti delle dinamiche economiche e sociali a partire dal passato più remoto, definendo un paesaggio culturale. Il volume sviluppa gli spunti di novità emersi in occasione della giornata di studi Strade e percorsi tra Alto Sebino, Val Cavallina, Val Borlezza e Val Camonica dalla Preistoria al Medioevo (Lovere, 12 ottobre 2019), con l’intento di accompagnare il lettore nella conoscenza del territorio così come lo vediamo oggi, passando da un concetto lineare di percorso a una visione diffusa dell'attività umana.
Il giovane Paris/il giovane Longhi. La pala Manfron dell'Accademia Tadini tra storia, critica, restauro
Libro: Libro in brossura
editore: Scalpendi
anno edizione: 2021
pagine: 264
Il quinto numero dei "Quaderni dell'Accademia Tadini" è dedicato alla pala d'altare di Paris Bordon (1500-1571) nota come pala Manfron. L'opera, raffigurante la Madonna con il Bambino, san Giorgio e san Cristoforo, e proveniente dalla chiesa di Sant'Agostino a Crema, venne dipinta da Bordon probabilmente nel biennio 1525-1527. Stimata nel corso del Cinquecento, fu registrata nella Notizia d'opere di disegno di Marcantonio Michiel. La pala Manfron non solo è uno dei gioielli della collezione Tadini ma anche una delle opere più importanti conservate a Crema. Il volume, curato da Barbara Maria Savy e Marco Albertario, nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Tadini, l'Università degli Studi di Padova e la Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con l'obiettivo di valorizzare e divulgare i risultati delle ricerche condotte da validi studiosi nonché dei restauri compiuti sulla pala. Questi ultimi hanno messo in evidenza la qualità cromatica tutta veneziana del dipinto. Nel libro troviamo inoltre indagato il contributo di Gustavo Frizzoni, conoscitore e scrittore d'arte, nonché figura di spicco nella cultura del collezionismo, e trascritti per la prima volta gli appunti di un Roberto Longhi ancor giovane, ma che già aveva aderito con geniale acutezza all'estetica di Croce e alle concezioni critiche di Bernard Berenson. Frizzoni venne chiamato nel 1901 a riallestire alcune sale dell'Accademia, e nel 1903 dette alle stampe quella che fu la prima guida moderna della raccolta: con quella guida, il 27 agosto 1913 Longhi percorse le sale del Tadini, appuntando le sue note e le sue osservazioni con il riferimento di numerazione alla catalogazione Frizzoni. Fu in quell'occasione che vergò sul suo taccuino: «Bordone. Il più bello che esista. Vero Giorgionismo».
Jacopo Bellini. La Madonna Tadini. Studi e ricerche intorno a un restauro
Libro: Libro in brossura
editore: Scalpendi
anno edizione: 2018
pagine: 176
Questo quaderno esce in occasione della mostra "Venezia 1450. Intorno alla Madonna Tadini di Jacopo Bellini" (Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco, 10 ottobre 2018-13 gennaio 2019), a cura di Marco Albertario e Francesca Tasso.
Giorgio Oprandi. Lo sguardo del viaggiatore
Marco Albertario, Silvia Capponi
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2018
pagine: 192
"Poche figure come Giorgio Oprandi sono così profondamente radicate nella comunità loverese. Se sul fronte pubblico la celebrazione assume rilievo cittadino con la realizzazione del busto modellato da Eros Pellini, ora in Accademia Tadini, e attraverso la dedicazione, nel 1968, di una via, diventa più difficile seguire le tracce sul fronte privato, dove il ricordo del pittore è ancora vivo. Per i loveresi sono motivo d'orgoglio il legame di parentela e di amicizia con lui e il possesso delle sue opere, spesso ricevute come dono di nozze e gelosamente custodite come segno dell'identità familiare. Percorrendo a ritroso la storia di molti dipinti attraverso le proprietà indicate nel catalogo della mostra del 1968 o nella pubblicazione di Luciano Gallina del 1958, è frequente che si incontri un atto di generosità da parte del pittore, i cui tratti caratteriali emergono dalla letteratura critica ma anche dai racconti che abbiamo ascoltato nel corso della ricerca. La stessa comunità ha custodito i materiali provenienti dalla dispersione dello studio, in parte poi giunti in dono all'Accademia Tadini grazie alla sensibilità di alcuni loveresi: una scelta che fa loro onore". (Marco Albertario)