Libri di Lucio Saviani
Dardano e l’albero della vita
Gionata De Vico
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2025
pagine: 104
Questo libro è l’appassionato invito a riappropriarsi di un’antica filosofia della cura. La medicina monastica teneva insieme Corpo, Anima e Spirito: la guarigione non era solo merito della “medicina”, ma soprattutto di un ritrovato equilibrio mentale e spirituale. Molto dobbiamo alla medicina praticata nel Medioevo nei monasteri benedettini: a loro va il merito della conservazione e della trasmissione dei testi più antichi di medicina (Dioscoride, Ippocrate, Galeno) e probabilmente la stessa sperimentazione di nuove metodologie cliniche e diagnostiche. Il racconto, ambientato intorno all’anno mille nella Contea longobarda di Capua, narra le esperienze del monaco Dardano, per il quale la medicina è soprattutto la faticosa riscoperta dei frammenti del biblico “Albero della Vita”, le cui proprietà curative, un tempo concentrate in un’unica pianta, Dio avrebbe redistribuito, dopo la caduta di Adamo, nelle migliaia di specie vegetali rimaste a disposizione dell’uomo e degli animali per nutrirsi e per curarsi. Nel racconto si intrecciano la vita di un disilluso docente universitario e quella del monaco vissuto mille anni prima. L’incontro tra questi due personaggi ridà energia al professore, e nuova vita allo spirito di Dardano, alla saggezza di un antico approccio alla professione medica, a un ritrovato senso di meraviglia dinanzi a ciò che la natura ci offre, alla necessità di recuperare un rapporto più equilibrato con la conoscenza.
Il dissenso
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2025
pagine: 164
Viviamo un tempo di “crisi dei fondamenti”: progresso, realtà, verità, umanità. Eppure questo è anche il tempo di tanti fondamentalismi, non solo religiosi. Il tema del dissenso va allora posto proprio qui: crisi dei fondamenti e odierni fondamentalismi. Il dissentire ha a che fare con il senso e con quanto indica il prefisso dis-. Dissesto, esser fuori sesto, vivere un tempo disturbato: “out of joint”, come in Amleto, come una spalla che va fuori posto, disarticolata. Ma è anche il disagio che proviamo in un tempo, come il nostro, di mille indignazioni quotidiane a invito; disagio di fronte a un “dissenso” che più prolifera e più rende irriconoscibile ciò contro cui viene rivolto. Si è come davanti a un dissenso, ogni volta di più, depotenziato. È in definitiva davanti a questa presenza ipertrofica, a questo disinnesco e dispositivo di neutralizzazione del dissentire che proviamo quel disagio. Il dis-senso è allora il senso stesso del pensiero critico. Esperienza vissuta di dissidio ed esercizio del dubbio, costante vigilanza e indisponibilità verso ogni potere e dogma. Soprattutto in tempi di crisi, di fondamentalismi, di conformistica volontà di piacere (politically correct, la conta di like e followers) e ricerca del consenso, il dissenso va inteso come la postura stessa del pensiero critico, doppio sguardo e visione indiretta del reale, capace di sostenere l’attrito del presente. Insomma, si può dire tutto finché non si dica qualcosa che non si possa dire. Però bisogna pur avere qualcosa da dire che non si possa dire: la vera difficoltà sta forse nel fatto che oggi tutti possono parlare perché non hanno niente da dire che sia davvero intollerabile? A questa domanda cercano di rispondere i saggi raccolti in questo libro. Saggi di: Antonio Cipriani, Roberto Cossu, Ru˚žena Hálová, Nicola Magliulo, Margherita Platania, Lucio Saviani, Carla Stroppa, Graziano Valent, Maria Rosa Tinti, Domenico Zampaglione.
Joë Bousquet. Esistenza e scrittura
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2025
pagine: 150
I saggi raccolti in questo volume sono la rielaborazione degli interventi tenuti dai loro autori alla Giornata di Studi dedicata a Joë Bousquet, la prima in Italia, dal titolo “Joë Bousquet. Esistenza e scrittura” tenutasi a Roma il 5 maggio 2023 presso l’Aula Moscati della Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata. La Giornata di Studi è stata promossa e curata dalla Società Filosofica Europea di Ricerca e Alti Studi (Sfera), dal Centro studi e documentazione Linguaggio e Pensiero (Celp) e dall’Università di Roma Tor Vergata. Saggi di: Lucio Saviani, Adriano Marchetti, Aldo Meccariello, Giuseppe D’Acunto, Antonio Di Gennaro, Sara Colafranceschi.
Áskesis. Il perfezionamento di sé
Giovanni Ferraro
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2022
pagine: 240
Col termine áskesis si indicava in origine ogni tipo di “esercizio”, “allenamento” o educazione a una tecnica, avente lo scopo di raggiungere una certa perfezione. L’áskesis (ascesi) viene poi adottata dalle pratiche filosofiche e spirituali per indicare l’educazione dello spirito, per cui la filosofia si presenta come un esercizio spirituale, un’arte di vivere che mira alla trasformazione dell’individuo. Con il cristianesimo l’ascesi fa riferimento alle pratiche volte a perfezionare la vita spirituale e ascendere a Dio. L’esercizio ascetico accomuna culture e religioni differenti, come il buddismo e il cristianesimo, dove presenta una certa familiarità con la “mistica”, intesa come “l’esperienza integrale della vita” (Panikkar) e come la ricerca “per trovar mio fine ultimo e mio primo principio” (Silesius). Sia nell’ambito filosofico che in quello spirituale, il riferimento all’áskesis indica la volontà di perfezionare la propria esistenza e conseguire la conoscenza del proprio mondo (interiore ed esteriore) attraverso un impegno particolare e un “lavoro su di sé”. La “pratica ascetica” diventa così mezzo e strumento per amare (phileîn) la sapienza (sophía) ed espressione della disciplina spirituale, rispondendo al profondo bisogno dell’uomo che si spinge oltre l’umano, volgendosi all’origine del suo “desiderio”; dove il sentiero interminabile percorso dal filosofo si sovrappone al tragitto senza fine di chi cerca i “confini dell’anima” (Eraclito), poiché “è mistico colui o colei che non può fermare il cammino” (de Certeau). Con la prefazione di Lucio Saviani.
L'esercizio della filosofia. Per una vitale incertezza. Con un poemetto di Pasquale Panella
Lucio Saviani
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2021
pagine: 168
In tempo di crisi e fondamentalismi, questa idea della filosofia "aiuta a far nascere" una vitale incertezza, perplessità, esitazione. Dissesto, esser fuori sesto: tra tanta ricerca del consenso, il dissenso è il senso stesso della filosofia. Un dissociarsi che è un non essere d'accordo al limite nemmeno con se stessi. Insomma, un'idea della filosofia che non intende emancipare verso un orizzonte di verità di cui appropriarsi, né verso fondamentalismi identitari o "originari" e pacificanti sostanzialismi. Rapportandosi al proprio arché, questa idea di filosofia libera il suo spirito anarchico nel pensare l'umano essere al mondo, specie nell'epoca dell'infinità dei mondi e della fuga degli dei dal nostro mondo. Ma la filosofia di cui parla questo libro è anche esercizio di scrittura e di dialogo sulla finitezza umana, sull'umana apertura alla trascendenza: un'interrogazione sul problema del Limite che, attraverso i temi del confine, del gioco, del silenzio e dello stile in filosofia, è da anni al centro dei lavori di Lucio Saviani. Un percorso sul cui tracciato si sono incrociate riflessioni e ricerche che approdano ora alla forma di questo libro, concludendo la trilogia iniziata con "Voci di confine. Il limite e la scrittura" (2011) e "Ludus Mundi. Idea della filosofia" (2017).
Intorno al centro
Lucio Saviani
Libro: Libro in brossura
editore: Bordeaux
anno edizione: 2021
pagine: 62
Il kentron fu in origine pungiglione, ma anche una puntura. Solo più tardi avrebbe indicato la punta di un compasso, il punto fermo che intacca una superficie originando una circonferenza o periphereia. Sembra essere una puntuale riproposizione del gesto gerarchizzante delle classiche opposizioni concettuali: contenuto/forma, eterno/ temporale, anima/corpo, stabilità/transitorietà. Il primo termine è sempre in una posizione superiore, mentre il secondo ne rappresenta puntualmente una sorta di complicazione, di accidente. Lo scenario del contemporaneo offre invece repentine incursioni della periferia nel centro, segnali di industrializzazioni che sono già archeologia, impreviste frontiere tra nord e sud del mondo che attraversano ogni città. I repentini attraversamenti, le incessanti ridefinizioni del rapporto tra centri e periferie richiedono invece l’impegno di risposte strategiche inedite.
Le esistenze minori
David Lapoujade
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2020
pagine: 108
“Esistenza e realtà coincidono?”. Per rispondere a questa precisa quanto oscura domanda David Lapoujade chiama a raccolta diverse voci: da Pessoa a Hofmannsthal, da Kafka a Beckett, da Henry e William James a Bergson. Ma una voce si rivela in tutto e per tutto decisiva: quella del filosofo Étienne Souriau (1892-1979), autore centrale nella filosofia francese del Novecento, per quanto oggi dimenticato, anche in Italia, e che questo libro ha l’ambizione di rileggere e riscoprire collocandolo a pieno titolo nel dibattito filosofico contemporaneo. Nel 1938 Souriau scrisse un breve testo programmatico: I differenti modi di esistenza; in esso venivano analizzate e descritte, con incomparabile abilità, molte maniere di esistere: dalla labilità dei fenomeni alla solidità delle cose, dalla fantasmagoria degli immaginari al modo che unisce e divide ogni altro modo: il virtuale. Il virtuale è inesistente e tuttavia reale. Una “densa nube di virtuali” avvolge le nostre esistenze, ma affinché questa nube diventi “cosmo” è necessaria un’“arte”, uno “scavo sperimentale”. Lapoujade ricostruisce il percorso intellettuale di Souriau, dall’“ontologia modale” alla filosofia come “instaurazione cosmica”, ma al tempo stesso lo spinge verso confini inesplorati: l’artista e il filosofo diventano così “avvocati” di esistenze deboli, e l’atto di creazione si trasforma nell’arringa in difesa di nuove forme di esistenza. Con una Introduzione di Lucio Saviani.
Monte Athos. Il cielo in terra. Esperienze della filosofia
Lucio Saviani
Libro: Copertina morbida
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2018
pagine: 128
Monte Athos un luogo che a nominarlo evoca pace, silenzio, solitudine; un luogo accessibile a pochi, una vita condotta al limite dell'incomprensibile. Una penisola nell'Egeo, quaranta chilometri di silenzio. Solo suoni sacri - come le campane di legno -, oppure naturali come le cicale, il vento e il mare. Da secoli il Monte Athos, con i suoi monaci, è soprattutto il cuore del cristianesimo d'oriente. Con un'introduzione di Predrag Matvejevic e un saggio sul corso, ancora inedito, che Roland Barthes dedicò al Monte Athos nel suo ultimo seminario al Collège de France.
Mani. La più antica delle invenzioni
Lucio Saviani
Libro: Copertina morbida
editore: Fefè
anno edizione: 2017
pagine: 115
Le Mani sono la prima di una serie di protesi e tecnologie che ci hanno permesso di comunicare con gli altri e col mondo. L'invenzione delle Mani è anche la nascita dell'industria culturale. Questo libro ci porta per mano in un grande viaggio nella storia del pensiero e delle arti. Tra le pagine che filosofi e scrittori hanno dedicato alle Mani (da Anassagora a Focillon e a Derrida, da Heidegger a Valéry e a Merleau-Ponty...), nelle opere d'arte dall'antichità ai nostri giorni (le mani nelle grotte di Lescaux, i codici miniati, Caravaggio, Man Ray, fino a Studio Azzurro...), passando per Re taumaturghi, riti di omaggio feudale e imposizione di mani nelle Sacre Scritture. La mano che unisce le cose visibili e le cose invisibili, che regge come due sfere il mondo reale e il mondo virtuale. Con un poemetto di Pasquale Panella.
Ludus mundi. Idea della filosofia. Con un poemetto di Pasquale Panella
Lucio Saviani
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2017
pagine: 219
Il gioco: il più eversivo dei pensieri. Da sempre esorcizzato dalla metafisica, l'abissale pensiero del gioco innesca una carica esplosiva sotto concetti cardine della filosofia come il fondamento, la verità, l'apparenza, il mondo. A vacillare è soprattutto la "realtà". Nel mondo del gioco, realtà e irrealtà trapassano una nell'altra. Dal fulmine "che tutto governa" di Eraclito a La tempesta di Giorgione, dal terribile Chronos al "gioco come simbolo del mondo" di Fink, dal "fanciullo che gioca" di Nietzsche ai giocattoli di Baudelaire, da Amleto al gioco ermeneutico di Gadamer e di Heidegger, dalle bambole di Rilke al non-so-che di Jankélévitch, fino alla "scacchiera infinita" di Derrida sul tavolo di Duchamp. Attraversando il labirintico, enigmatico pensiero del gioco, Lucio Saviani lascia emergere una potente idea della filosofia. In un tempo di crisi dei fondamenti, ma anche di fondamentalismi identitari, la filosofia si fa pratica del limite ed esercizio di radicale finitezza, costante vigilanza e indisponibilità a ogni potere. Una filosofia che libera il suo originario spirito anarchico nel pensare il nostro essere al mondo, nel tempo della fuga degli dèi e dell'infinità dei mondi.
Voci di confine. Il limite e la scrittura
Lucio Saviani
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2011
pagine: 109
"A Delfi, quando Apollo si rivolge a colui che visita il suo tempio intimandogli: "Conosci te stesso!", ciò significa: considera che sei un uomo e non dimenticare i limiti imposti al genere umano. Ed è proprio a questi limiti - e alle loro figure e alle loro traduzioni - che Lucio Saviani dedica "Voci di confine". Le figure del limite (la soglia, il labirinto, lo specchio, lo sguardo, la trasparenza, l'altro, la definizione...) e le sue traduzioni (l'intervallo, l'intermittenza, la sospensione, la crisi, la frattura, il confine...) si richiamano vicendevolmente in questo libro attraverso le "voci" di una scrittura di confine che si muove tra diversi stili e generi, incrocia più discipline, si espone a gradi diversi di lettura. Pensare, scrivere, vivere al limite significa confrontarsi col senso dell'impossibile, rappresentare ciò che non può essere rappresentato: l'essere uomo dell'uomo. Pensare, scrivere, vivere al limite. Siamo qui: proprio dove finisce l'apporto della coscienza. Siamo nell'inabitualità. Qui, le frasi che lo straniero pronuncia rivolgendosi a noi non sono pronunciate per noi. Dev'esserne profondamente consapevole Saviani se nell'incipit che pone alla fine dell'opera scrive: "Pronunciata, la frase non pronuncia che i suoi limiti, e in questo limite del suo dire non può essere detta. Io mi sono già tradito." (dal saggio di Flavio Ermini)