Libri di Lucien Israël
La parola e l'alienazione
Lucien Israël
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2024
pagine: 156
Lucien Israël non è molto conosciuto in Italia, mentre in Francia si continuano a rieditare le sue opere, per l'originalità e la freschezza del contributo alla psicanalisi di chi è stato nella pattuglia ristretta dei primi allievi di Lacan. Il lettore italiano avrà forse avuto modo di apprezzare il suo stile, il rigore e la follia dello psicanalista, in Il godimento dell'isterica (ETS 2022). Il volume presenta due seminari tenuti dall'autore sui temi Revisione impertinente di alcuni concetti psicanalitici (1988-1989) e L'alienazione (1990). Il famoso psicanalista e psichiatra francese contrasta le tendenze all'ossificazione dottrinaria del lacanismo (presente sin dagli anni dei Seminari), con la sua "revisione impertinente", ci porta inoltre in una "passeggiata" nella funzione dell'alienazione, sempre mantenendo forte e chiaro il rigore del discorso di Freud e Lacan: il soggetto è costituito nella e dalla parola. Questi seminari sono punti di riferimento essenziali per gli operatori "della parola" per sostenere la propria attività terapeutica.
Il godimento dell'isterica. Seminario 1974
Lucien Israël
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 288
Non so cosa Lucien Israël potrebbe dire oggi dei calchi, dei calcatori o dei ricalcanti di Lacan, insomma del lacanismo nostrano, già molto avanti – anzi ormai all’approdo delle dispute da basso impero bizantino – rispetto al tempo di Israël, sulla via della sistematizzazione, della liofilizzazione e quindi della totale psicologizzazione della scintillante meteora lacaniana. Al momento, so solo quello che Lacan ha detto della canaglieria e che Charles Melman infila con un’elegante nuance velenosa, di sfuggita: «C’è, in Lacan, una definizione della canaglieria, che si distingue dal lacanismo». D’altronde, Lacan stesso, a proposito delle obiezioni alla difficoltà del suo testo, rassicurava ironicamente e profeticamente che, dieci anni dopo la sua morte, sarebbe apparso assolutamente comprensibile, facile, accessibile a tutti profezia puntualmente realizzatasi. Specie oggi, con la trasparenza mediatica, con i blog, con i siti, col chiacchiericcio televisivo, con la traduzione sociologica dei concetti psicanalitici alla portata di tutti mediante editoriali sui giornali dell’establishment progressista sui più svariati temi di attualità, sempre rigorosamente orientati al bene, cioè sia al mercato (il luogo per definizione dei beni, in particolare dei beni psi-) sia all’edificazione del colto e dell’inclita.
Contro l'eutanasia. Un grande medico, laico e non credente, ci spiega perché non possiamo accettare l'eutanasia
Lucien Israël
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2007
pagine: 116
Dobbiamo accettare l'eutanasia per le persone affette da malattie incurabili? Chi può decidere di porre fine alla vita di un uomo? Chi soffre di più, il malato o coloro che lo circondano? In un momento in cui l'eutanasia è al centro di un aspro dibattito anche nel nostro paese, Lucien Israël ci invita a riflettere, qualunque siano le nostre convinzioni e anche a costo di mettere in dubbio le opinioni più accreditate. Israël ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro il cancro, la sofferenza e la morte. Ha vinto tante battaglie, altre le ha perse e ha accompagnato molti esseri umani negli ultimi mesi e giorni della loro esistenza. Per lui l'eutanasia non è né un gesto d'umanità né un atto di compassione, ma un progetto che mette in discussione la professione medica e, più in generale, il legame simbolico tra le generazioni. Secondo Israël, non solo il medico ha il dovere di non arrendersi alla morte, ma deve anche infondere al suo paziente speranza, fiducia, voglia e forza di lottare. E anche quando la sua vita volgerà al termine, dovrà sempre trasmettergli il senso profondo della sua "arte", che è quello di "prendersi cura" di chi gli si affida.