Libri di Kosho Uchiyama Roshi
Kodo il senza dimora
Kosho Uchiyama Roshi, Shohaku Okumura
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2015
pagine: 270
Sottraendosi alle illusioni di vanità, fama e denaro, Kodo Sawaki (1880-1965) visse 'senza dimora', viaggiando di tempio in tempio e attraversando il Giappone in lungo e in largo. Personaggio complesso e multiforme, aveva molte caratteristiche degli antichi maestri zen: dinamico, coraggioso e non convenzionale. Secondo Uchiyama Roshi (1912-1998), che fu il discepolo a lui più vicino, la vera grandezza di Sawaki sta nel fatto che 'sprecò' tutta la vita seduto in zazen: un paradosso tipicamente zen che ben illustra la dedizione totale di Sawaki alla pratica meditativa. Commentando i detti lapidari del suo maestro, Uchiyama si è rivolto non solo ai praticanti ma ai lettori comuni, portando la pratica zen sul piano della vita quotidiana. Sawaki Roshi e Uchiyama Roshi parlavano del Dharma del Buddha utilizzando personali modalità espressive, senza fare uso di troppi termini tecnici. Si basavano essenzialmente sull'esperienza personale e utilizzavano un linguaggio colloquiale, con esempi concreti, familiari ai giapponesi. Fondamentali sono dunque le spiegazioni e i commenti che Okumura ha ritenuto utile fornire al lettore occidentale, per contestualizzare gli insegnamenti dei suoi maestri all'interno della storia e della società giapponese di quel periodo, e soprattutto per offrire riferimenti all'opera di Dogen zenji, perno fondamentale del pensiero di Sawaki.
Il cammino del cercatore. Il testamento spirituale di un maestro Zen del XX secolo
Kosho Uchiyama Roshi, Massimo Strumia Dai Do
Libro: Libro in brossura
editore: Psiche
anno edizione: 2009
pagine: 264
Aprire la mano del pensiero. I fondamenti della pratica zen
Kosho Uchiyama Roshi
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2006
pagine: 178
"Ho avuto molti grandi satori e molti piccoli satori, ma posso assicurarvi che non valgono un fico secco". Per chi crede che sedersi in zazen abbia senso soltanto in vista del meritato ottenimento del satori, dell'illuminazione, o per lo meno della salute fisica, queste parole di Sawaki Roshi non lasciano spazio a dubbi: lo zazen non mira a conseguire qualcosa, in realtà, come dice Uchiyama Roshi, non serve a nulla. È uno stato, non un mezzo. Non c'è nulla in cui credere, nulla da aspettarsi, eppure questa semplice pratica del tornare continuamente alla postura corretta, abbandonando i pensieri via via che si manifestano, ci fa assaporare la vera natura della vita, il sé universale che costituisce il nostro essere.
Istruzioni a un cuoco zen. Ovvero come ottenere l'illuminazione in cucina
Zenji Dogen, Kosho Uchiyama Roshi
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1986
pagine: 136
“Fin dall’antichità, nelle comunità che praticano la Via del Buddha, sono stati istituiti sei incarichi per dirigere gli affari del tempio. Tra questi vi è il tenzo, responsabile della preparazione dei pasti per la comunità”. Così scrive Dogen Zenji (1200-1253), il fondatore della scuola di zen soto in Giappone e uno dei filosofi più importanti nella storia del buddhismo, all’inizio di Istruzioni a un cuoco zen. Ma in questa breve opera, Dogen va molto oltre. Spiega in modo comprensibile e in termini di vita quotidiana l’importanza dello zazen (sedere in meditazione) e il significato della pratica e dell’illuminazione, facendo un paragone tra la preparazione dei pasti per il monastero zen e il nostro stesso addestramento spirituale, ci insegna a ‘cucinare’ o purificare la nostra vita. Per questo motivo, Kosho Uchiyama si è assunto il compito di spiegare e discutere l’importanza dell’opera di Dogen per i seguaci della Via del ventesimo secolo. Il saggio di Dogen è unito all’interpretazione moderna di Uchiyama: il commento sottolinea che i seguaci della Via del Buddha devono basare la propria vita sul Sé, senza cercare nulla. Esso ci indica come vivere con una mente priva di preconcetti nel mezzo dell’esistenza quotidiana, e ci insegna che lo sforzo stesso di purificare la nostra vita è la base dell’illuminazione.

