Libri di Francesco Pona
La Messalina
Francesco Pona
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2024
pagine: 104
"La Messalina" del medico veronese Francesco Pona (1595-1655) era nata come "ritratto" da aggiungere alla sua Galeria delle donne celebri (ed. 1633), "imagine d'una principessa impudica" in una rassegna che discendeva da una tradizione illustre, ramificata fino al De mulieribus claris del Boccaccio. Ed era nata libertina in una prosa "lussureggiante". Ma in corso d'opera l'autore si imbatté nel Tarquinio il Superbo di Virgilio Malvezzi (ed. 1632), campione di un austero moralismo, e ne fu conquistato. Così "la Messalina", da "ritratto" lascivo, si convertì in "esempio" morale, "antidoto" del vizio, riprendendo da Tacito la morte infame della protagonista, monito a donne e donzelle. In parallelo la prosa si convertiva a quello stile "laconico" che il Malvezzi propugnava. Del testo si danno le due redazioni, entrambe del 1633: la seconda rielaborata in poche settimane, ad approfondire la lezione del Tarquinio.
Il gran contagio di Verona
Francesco Pona
Libro: Libro in brossura
editore: Mazziana
anno edizione: 2020
pagine: 168
Il gran Contagio di Verona nel Milleseicento, e trenta venne pubblicato da Francesco Pona (1595-1655), medico e scrittore, nell’ottobre 1631. È una delle primissime documentazioni della peste che Manzoni, probabilmente riprendendone alcuni spunti, narra per Milano ne I Promessi sposi. Il libro presenta una cronaca della diffusione del morbo, nella città e nel territorio, e dei tentativi per arginarlo. Le autorità intervengono tempestivamente: isolano i contagiati nel capiente lazzaretto, chiudono le porte della città in entrata e in uscita; segnano le case e bruciano il materiale infetto; sospendono le occasioni di ritrovo pubblico, compresi i funerali; rimuovono i cadaveri; curano l’igiene; puniscono chi non rispetta le regole; documentano, in registri pervenuti fino a noi, i nomi dei deceduti. Durantee dopo il morbo dispongono provvedimenti economici d’urgenza. Ciononostante Verona perde tre quinti dei suoi 53.000 abitanti: riuscirà a recuperare altrettanta popolazione solo dopo più di due secoli. Per facilitarne la lettura, il testo è riproposto con caratteri d’oggi e introdotto e annotato da Mario Gecchele. Il lettore supera così agevolmente la difficoltà del primo impatto.