Libri di Federica De Felice
Sulla libertà e la schiavitù-De la liberté et de la servitude
François La Mothe Le Vayer
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 151
Il "De la liberté et de la servitude" pubblicato da Francis de La Mothe Le Vayer nel 1643, rappresenta il lucido e innovativo contributo moderno alla filosofia morale e politica di un pensatore bifronte, privatamente critico del potere, pubblicamente difensore della monarchia francese. Denunciando le contraddizioni dei filosofi che credono di essere liberi in catene e dei cortigiani che scelgono volontariamente di servire per ottenere vantaggi fittizi, La Mothe ridiscute la possibilità da parte dell'uomo di diventare veramente libero. Introduzione di Federica De Felice.
Wolff e Spinoza. Ricostruzione storico-critica dell'interpretazione wolffiana della filosofia di Spinoza
Federica De Felice
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2008
pagine: 360
Il presente studio s'incentra sulla ricostruzione storico-critica di un episodio della ricezione dello spinozismo piuttosto trascurato: quello costituito appunto, dalla critica wolffiana. All'indomani della pubblicazione della Metafisica tedesca (1720), Wolff viene accusato di ateismo - a quel tempo sinonimo di spinozismo - e cacciato dal Re da Halle entro 24 ore, pena la morte. Ora, è lecita quell'accusa mossa dai teologi pietisti? È riuscito Wolff a provare la totale estraneità della sua filosofia a quella di Spinoza e, soprattutto, a dimostrare la "falsità" di quest'ultima? Prendendo in esame sia gli scritti polemici degli anni venti sia i paragrafi della Theologia naturalis II del 1737 (qui integralmente tradotti) si è tentato di mettere in luce la portata e limiti di quell'interpretazione, la quale ha contribuito, in forma tutt'altro che latente, alla Spinoza Renaissance nella Germania di fine secolo.
Filosofia e matematica nell'illuminismo tedesco
Federica De Felice
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2008
pagine: 168
Il presente lavoro s'incentra sulle diverse impostazioni filosofiche date da alcuni rappresentanti del primo Settecento tedesco alla questione, assai dibattuta a quel tempo, del rapporto tra matematica e filosofia. Già nel 1695 Tschirnhaus teorizza la necessità di assumere il metodo matematico in filosofia, affinché questa possa aspirare alla stessa scientificità della matematica, impostazione, questa, che sarà ripresa da Wolff e proseguita da Lambert. Rüdiger, in antitesi al razionalistico wolffiano, approda alla netta separazione tra le due forme di conoscenza. In questa scia metodologica si muovono Hoffmann, Crusius e il Kant precritico. Tetens, Mendelssohn e Lambert, pur individuando nella mancanza di un linguaggio universale il motivo della debolezza scientifica della filosofia, danno al problema soluzioni diverse. Nel 1763 Kant afferma la necessità, per la ricerca filosofica, di basarsi sull'esperienza. L'aspirazione della filosofia a costituirsi come scienza imporrà a Kant il compito di aprirle una via "nuova". Questa sarà individuata nel metodo trascendentale.

