Libri di Elio Miracco
Il funerale senza fine
Visar Zhiti
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 200
Un interminabile corteo funebre in cui tutti sono chiamati a marciare; tutti: gli artisti mezze calzette, gli operai, i malati di aids, le vecchie prostitute, gli uomini, le donne, i vecchi senza i loro bastoni e i bambini. Una marcia funebre dittatoriale che non conduce al camposanto ma che ti fa desiderare una tomba. Un cammino collettivo di un popolo assoggettato a un ideale pericoloso, che lo ha reso morto fra i vivi. "Il funerale senza fine" è un canto cupo e grottesco, una denuncia verso ogni forma di regime. Ma fra l'esercito di occhi vuoti e spenti che cammina inconsapevole, Visar Zhiti lascia pennellate di ottimismo. La dittatura potrà privare gli uomini della libertà, ma non potrà mai privarli della loro umanità. Di quella gioia che nasce dall'essere in tanti e insieme.
Poesia e memoria popolare a Santa Sofia d'Epiro
Elio Miracco
Libro: Copertina morbida
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2014
pagine: 156
"Luigino Montalto e Benito Guido, due "voci", la prima agli inizi del Novecento e la seconda contemporanea, sinora pressoche sconosciute se non fra la gente della loro terra d'origine, Santa Sofia d'Epiro, nella Calabria cosentina, terra tra Pollino e Sila di antiche presenze arbëreshe. Due voci di poesia, anzi di poesia "popolare" nel senso migliore del termine (non aprioristicamente disgiunto da sentimenti e risultati di "arte"), semplificando (per tagli di necessità assai all'ingrosso) "dal popolo" e "per il popolo", per di più nella lingua del proprio popolo, appunto l'arbëreshe secolare di Calabria, nelle forme, nei modi e financo nei contenuti.
Storia del testo del romanzo «Piramidia» di Ismail Kadaré
Elio Miracco
Libro
editore: Oxiana
anno edizione: 1999
pagine: 146
La notte è la mia patria. Testo albanese a fronte
Visar Zhiti
Libro: Libro in brossura
editore: Pazzini
anno edizione: 2018
pagine: 100
"In «La notte è la mia patria» è il poeta che legge, nell'oscurità dell'anima, come in una mano cosmica, i segni di «nuove albe», frammenti di stelle che illuminano, all'improvviso, nel segno di una possibile speranza, il cuore di tenebra. Le tre «stanze» di questa raccolta (Desiderio di stelle, Dov'è la vita?, Tutto questo giorno solo per ricordare) sono abitate appunto dalla interrogazione: «grido, sussurro, verticale e visionaria messa in scena di spazi altrimenti indicibili. La parola assume la valenza di un universo altro, mai però autoreferenziale, piuttosto fisicamente incarnato nell'emozioni del poeta orante»." (Ennio Grassi)