Libri di Christine Dal Bon
Psicanalisi scienza aperta allo stupore. L'atto analitico tra invenzione e trasmissione
Simone Berti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 123
Freud afferma che l'uomo ha barattato un po' di felicità per un po' di sicurezza. All'infelicità quotidiana preferisce la miseria nevrotica che normalmente coltiva nel tentativo di nascondere la propria incompletezza e incoerenza. A che cosa lo portano i tentativi di rendersi meno precario in un contesto sempre più regolarizzato dalla normalizzazione della persona? La psicanalisi pensa la precarietà come uno spazio fecondo che può inaugurare un cambio di passo. Non pretende di agire per la salvezza del soggetto ma per una sua radicale trasformazione. Lo psicanalista è un testimone di ciò che a nostra insaputa parla in noi e per noi, dato che la sofferenza che ci affligge ci dà la possibilità di poter comprendere. Occorre tornare a prendersi cura della domanda, e, lasciando che l'inconscio diventi guida, aprirsi alla meraviglia del ritrovamento di qualcosa che amiamo ma non per conservare o tesaurizzare. La psicanalisi è scienza aperta allo stupore. Prefazione di Christine Dal Bon.
L'uomo di nessun colore. La vera storia dello smemorato di Collegno
Christine Dal Bon
Libro: Copertina morbida
editore: Iacobellieditore
anno edizione: 2012
pagine: 139
"Mio marito Giulio Canella è nato il 5 dicembre 1881, a Padova. Ci siamo conosciuti a Verona. Lui era lì per lavorare, io appena arrivata dal Brasile". A parlare è Giulia, moglie di Giulio Canella, meglio noto come lo smemorato di Collegno. Una storia tristemente famosa la loro, per essere stati al centro di un clamoroso caso giudiziario che scosse l'opinione pubblica, scatenò i cronisti e mobilitò gli psichiatri, dando vita al primo caso di giustizia spettacolarizzata nell'Italia del fascismo della prima ora. Al centro dell'inchiesta l'accertamento dell'identità di un uomo che aveva perso la memoria in guerra, la certezza da parte di una donna e dei suoi figli di aver ritrovato in quel paziente il marito e il padre di cui si era persa traccia, l'ostinazione da parte degli esperti e dei medici nel riconoscere in quell'uomo un simulatore, un pericoloso anarchico che in quel modo sarebbe sfuggito alla giustizia e ai suoi doveri coniugali. Mario Bruneri era infatti un adultero, un truffatore latitante, abituato agli pseudonimi. Giulio Canella però non era "colui che si vuol credere". Era una persona in carne e ossa e questa è la storia tragica ma vera della sua morte civile. Nel 1947 il presidente della Cassazione scrisse: "Si volle imbastire un romanzo, ne risultò una tragedia". Questa volta il romanzo è stato scritto e lo smemorato di Collegno ha finalmente ritrovato il suo nome.