Libri di Annabella Gioia
L'università delle donne. Esperienze di femminismo a Roma (1979-1996)
Annabella Gioia
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 160
Alla fine degli anni settanta, dopo un periodo intenso di lotte e di elaborazioni teoriche, sembrava perdere vigore la sfida politica del femminismo, e di difficile realizzazione l'equilibrio tra trasformare se stesse e modificare la realtà esterna. Si delinearono così risposte diverse: da un lato l'approfondimento della ricerca teorica sulla «differenza sessuale», dall'altro l'impegno nella cultura, nel ripensamento dei saperi, mantenendo sempre al centro la pratica femminista. Si moltiplicarono allora le «istituzioni» di donne: centri di documentazione e di studio, librerie, riviste, università delle donne, women's studies. Nella nuova «geografia» del femminismo italiano che si stava delineando, una delle esperienze più interessanti fu quella del Centro culturale Virginia Woolf di Roma, che non proponeva una critica radicale alla cultura ma intendeva «ripensarla» attraverso lo sguardo femminista e cambiare segno alla produzione intellettuale. Annabella Gioia in questo libro ripercorre le vicende di quella stagione, sottolineandone gli aspetti più innovativi, ma anche le problematiche.
Donne senza qualità. Immagini femminili nell'Archivio storico dell'Istituto Luce
Annabella Gioia
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2010
pagine: 128
Presenze e immagini di donne, dal fascismo agli anni del "miracolo italiano", nei "telegiornali prima della televisione": i cinegiornali dell'Istituto Luce (1927-1944) e della Settimana Incom (1946-1965). Diversi i climi - il regime mussoliniano prima, l'Italia democristiana della "guerra fredda" poi -, non dissimile la vocazione "pedagogica" e propagandistica né l'assoluta prevalenza del punto di vista maschile. L'autrice rivisita materiali di straordinaria ricchezza, conservati nell'Archivio storico dell'Istituto Luce, per individuare e ricostruire presenze e assenze femminili all'interno di universi comunicativi che presentano sia punti di somiglianza che corpose differenze. La "costruzione del nuovo italiano", e della "nuova italiana", è al centro dei Cinegiornali degli anni Venti e Trenta, e il libro ripercorre le differenti fasi del processo di "nazionalizzazione delle donne" avviato allora. Quell'aspirazione totalitaria non è più presente, invece, nella Settimana Incom, fortemente condizionata però dagli stereotipi tradizionali oltre che dalla politica governativa: è un'informazione che non usa più toni forti ma registra un'immagine quasi sbiadita dell'Italia e "racconta" - a suo modo - le diverse realtà di un paese provinciale. Eppure, qualcosa di differente dal passato emerge: affiorano nuovi ruoli e nuove individualità, si percepisce il mutamento di orizzonte, si coglie un nuovo senso di libertà, sia pure in un paese che vuole evitare svolte e cambiamenti radicali.

